Diario di un viaggio nella “Grande Mela” per apprendere l’inglese, appunti che sono divenuti Niuiòrc Niuiòrc, monologo scritto, diretto e interpretato da Francesco Foti (nato a Catania nel 1965 da madre milanese e padre catanese), attore e cabarettista che lavora in teatro, cinema, radio e televisione dopo essersi diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano dove ha stretto un vivo sodalizio con Corrado d’Elia che nella stagione teatrale 2015-2016 del Teatro Libero ospita la vivace e interessante Rassegna Palco off – Attori e storie di Sicilia in cui è compreso il simpatico e divertente spettacolo di Foti.
La rassegna evidenzia un giusto orgoglio della ‘sicilianità’ che se sfruttata in positivo fa emergere i geni delle numerose culture che si sono succedute nell’isola lasciandole anche un arricchimento spirituale, certo pagato con il sangue e la soggezione, che può trasformarsi in tesoro: interessanti al riguardo alcune testimonianze registrate (trasmesse prima dello spettacolo dopo un assaggio di deliziose specialità locali) di Siciliani ‘espatriati’ che hanno lasciato aperta la questione sul perché se restano in ‘patria’ possono essere abulici e apatici, mentre se vanno altrove aprono spesso un magnifico scrigno addirittura eccellendo.
Il nostro Francesco Foti è un attore quarantenne (con qualche illusione di essere un ragazzo) che per migliorare la propria professionalità e in attesa di un nuovo lavoro si reca, malgrado la disapprovazione del nonno, ad approfondire le proprie competenze linguistiche a New York dove si ritrova solo in un ambiente che nonostante sia idealizzato si rivela carico di difficoltà a cominciare dalla tristissima e poco accogliente camera d’albergo e da una serpeggiante solitudine riempita dalla casualità degli incontri dai quali emerge un’umanità varia e variegata capace di dare una pennellata di calore al grigiore alienante della metropoli nella quale peraltro lo spettacolo ha avuto notevole successo nell’ambito di In Scena! Italian Theater Festival NY.
Foti coadiuvato da uno sgabello e da un quaderno di appunti… si mostra serio, impegnato, profondo e appassionato e tiene alta la vivacità del racconto attraverso una partecipazione entusiasta, attenta e sincera e un’ironia elegante su se stesso e gli altri che rendono il senso del nostro quotidiano che si fa teatro per tornare a essere vissuto da ciascuno senza costruzioni o paludamenti e quindi con grande presa sul pubblico.
Originali non solo l’idea delle due chiacchiere con gli spettatori con cui l’attore cerca una sorta di complicità da Foti affrontate con gradevole e sentita carica umana, ma anche il giocosamente ‘tassativo’ invito ai presenti che hanno ‘viaggiato’ con lui affinché scrivano sul Diario di bordo di Niuiòrc Niuiòrc riflessioni, critiche ed emozioni che egli legge di notte a letto commuovendosi a sua volta e ricevendo sprone a continuare migliorando: una prova d’intelligente sagacia grazie alla quale utilizza il teatro per ricaricarsi e arricchire la propria professionalità.