di William Shakespeare
produzione: Compagnia Teatro Libero
regia e adattamento Corrado d’Elia
con Corrado d’Elia, Alessandro Castellucci, Chiara Salvucci, Gianni Quillico, Giulia Bacchetta, Marco Brambilla, Anna Mazza, Giovanni Carretti, Marco Rodio
scene Fabrizio Palla
tecnico luci Marcello Santeramo
foto di scena Angelo Redaelli
«La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia le carni di cui si nutre». William Shakespeare, Otello
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In questa versione di Otello la regia di Corrado d’Elia ripercorre la vicenda del Moro di Venezia rielaborandola con elementi di grande modernità. L’atmosfera è profondamente dark, i personaggi sono vestiti di pelle nera con lunghi mantelli e ricordano i personaggi di una graphic novel, potrebbero essere usciti da Sin City. Accanto a queste atmosfere cupe una grande ironia pervade tutto il testo, spezzando la tensione con dei momenti di comic relief, come per esempio i dialoghi tra Jago e Rodrigo. Nonostante ciò la drammaticità del testo non viene mai persa o edulcorata, anzi lo spettatore vive con maggior trasporto i momenti di tensione.
La scenografia di Fabrizio Palla e le luci di Marcello Santeramo giocano soprattutto sui chiaro scuri e i giochi di luce e buio, una metafora delle anime dei personaggi che si aggirano sulla scena, sempre in bilico tra il lato oscuro e la luce. Per il resto l’elemento di scena è solo il trono, che simboleggia il potere e viene usato dai vari personaggi di potere a turno: Brabanzio, il Doge, Otello stesso, anche se il vero possessore del trono, colui che con la forza e l’astuzia delle sue parole riesce a piegare tutti alla sua volontà, è Jago.
L’elemento più interessante e fortemente presente nella messa in scena è l’acqua. Due piscine sono poste sul palco e da esse l’acqua sgorga inesorabile. È interessante riflettere sulla natura dell’elemento acqua: essa è mutabile, cambia forma e colore in base a dove viene posta, come Jago. Tuttavia allo stesso tempo è simbolo di purezza, di vita, senza di essa si muore, come Desdemona. Essa è presente in tutte le parti più fondamentali del dramma: mentre Otello spogliato dei vestiti (e metaforicamente delle sue difese) sta facendo delle abluzioni, ecco che Jago inizia a insinuare in lui i dubbi della gelosia. Sarà poi presente nella scena finale, quasi battesimo estremo, alla morte di Desdemona.
Corrado d’Elia, Alessandro Castellucci, Chiara Salvucci, Gianni Quillico, Giulia Bacchetta, Marco Brambilla, Anna Mazza, Giovanni Carretti, Marco Rodio sono tutti ben calati nella parte e riescono a dare una profondità ai personaggi riuscendo a dare uno scatto di modernità a tutte le figure umane che rappresentano. In particolare Desdemona riesce nelle scene di maggior pathos a emozionare lo spettatore, fino a creare quella speciale empatia che ti fa sperare, nonostante già si conosca benissimo il finale del dramma, che questa volta il personaggio riuscirà a salvarsi. Corrado d’Elia non a caso sceglie di personificare il personaggio di Jago: risulta lui il vero protagonista del dramma, consapevolezza che si avrà fino alla chiara immagine, quasi un tableaux vivant, della “crocifissione”, come nuovo anticristo. Jago è male puro e distrugge quelli intorno a lui senza motivo, solo per il gusto di fare il male. La gelosia è rappresentata in tutta la sua irrazionalità e violenza ed è figlia del male stesso. Jago con la sua astuzia e attraverso vari stratagemmi riesce a piegare le persone al proprio volere. Non ci si può accorgere delle sue trame perché il male è insidioso, astuto, intelligente, si nasconde nell’amico fidato e apparentemente leale.
Anche il personaggio di Otello è molto convincente, uomo leale, onesto, dall’animo integro e puro, pratico e pragmatico, così tanto da non riuscire ad accorgersi delle trame e malvagità altrui. Otello in questa rappresentazione non è truccato per apparire nero, soluzione che preferisco rispetto ai trucchi che possono rischiare di dare un brutto effetto da film americano anni ’30. Personalmente apprezzerei molto l’uso sulla scena di un attore di colore nel ruolo di Otello.