Il violinista-blogger: Ray Chen, classe 1989, personalità solare e travolgente, energia da vendere, è il primo virtuoso del violino a essere stato invitato a gestire un blog (per la RCS) in cui racconta la sua quotidianità e i suoi molteplici interessi, spaziando dalla moda (veste Giorgio Armani), alla X Box.
Sul palco dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ray Chen, nato a Taiwan e cresciuto in Australia, vincitore dei Concorsi Queen Elisabeth (2009) e Yehudi Menuhin (2008), debutterà sabato 21 novembre ore 18 (con repliche lunedì 23 ore 20,30 e martedì 24 ore 19,30) con un omaggio alla Spagna, la Symphonie espagnole per violino e orchestra di Lalo. Sul podio, Vasily Petrenko, fra gli ospiti fissi dell’Accademia, che nella seconda parte del concerto dirigerà il Manfred di Čajkovskj, viaggio musicale all’interno del poema di Byron.
Attivissimo sui social e sulle piattaforme digitali, veicolo ideale per costruire il suo pubblico e raggiungere i ragazzi, Ray Chen ha cominciato a suonare all’età di 4 anni con una sorta di chitarra giocattolo prima di avvicinarsi al violino.
“All’inizio era un hobby poi è diventato una professione, ma lo considero ancora un divertimento. E in effetti c’è un senso di divertimento che non mi mai lasciato” racconta Chen che ha già suonato in Italia (fra cui Milano, Firenze, Trento), ma che riserva al debutto romano un sapore tutto speciale.
“Sono molto eccitato, ma anche un po’ nervoso all’idea di suonare a Santa Cecilia – spiega il giovane virtuoso – Penso che la musica sia qualcosa di veramente delicato e subisce molte influenze: alla base c’è l’interpretazione, ama ambiente, linguaggio e personalità influenzano la mia musica. In ogni caso è molto importante trovare una connessione con la gente fare in modo che la gente senta di conoscerti. Questo il motivo per cui la musica è un linguaggio universale. Se suoni da solo per te stesso, nessuno ti capisce, ma se ti capiscono come persona, allora capiranno meglio la tua musica”.
Viscerale il suo rapporto con il prezioso, inseparabile Stradivari Joachim del 1715, suono meraviglioso. “Questo è uno strumento straordinario che tende ad avere un tocco morbido e delicato, ma anche molto duro – spiega Chen – Lo strumento è importante perché ti insegna come suonare la musica. Molti si chiedono qual è la differenza tra uno Stradivari e gli strumenti moderni. La differenza è che i toni escono più facilmente nello Stradivari, il motivo è nel fatto che il legno è stato utilizzato, suonato per centinaia di anni. Il legno sa come fare uscire il suono giusto. Quando hai uno strumento moderno sei tu che devi saper fare uscire il suono giusto: il suono base di uno Stradivari è differente da quello degli strumenti moderni. Questo strumento poi è particolarmente adatto al concerto di Lalo che ho scelto perché è un pezzo che so suonare, vicino alla mia personalità, è romantico, ha molto stile e può essere facilmente interpretato dalla gente”.
Musicalmente onnivoro, Chen ascolta ogni tipo musica anche se è certo che ci sia un momento giusto per ogni repertorio: ecco perché non serve proporre ovunque la musica classica per tentare di diffonderla. Importantissimi invece i social per cercare di costruire il suo pubblico.
Oltre al nuovo appuntamento con la stagione sinfonica, sabato 21 novembre si aprono anche i festeggiamenti per i dieci anni di direzione musicale di Sir Antonio Pappano alla guida dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia: al direttore anglo-italiano sono dedicati una mostra fotografica (allestita nel Foyer della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica e aperta fino al 31 ottobre 2016) a cura di Riccardo Musacchio e Flavio Ianniello che ripercorre le immagini più importanti della sua carriera e un volume inedito, Pappano 10 & lode.
Curato da Annalisa Bini e Umberto Nicoletti Altimari (Edizioni Accademia Nazionale di Santa Cecilia – 212 pgg, 30 €), il volume racconta attraverso foto e immagini, corredate da omaggi di personalità del mondo della cultura, la lunga carriera artistica di Sir Tony.
“Un continuo e bellissimo viaggio, fatto di tappe importanti, di strade ripide ma anche in discesa, di incessanti scoperte, un viaggio fatto nella musica insieme ai miei musicisti, infinito, misterioso, i cui approdi all’apparenza ti sembrano sicuri, ma ti proiettano immediatamente in lidi lontani, in labirinti inestricabili” ha dichiarato il direttore anglo-italiano amatissimo nella Capitale commentando la sua lunga avventura a Santa Cecilia.
Il 22 novembre il Maestro sarà festeggiato in una serata speciale (sponsor tecnico da Vranken-Pommery Italia) dagli amici mecenati, sostenitori e benefattori dell’Accademia con una cena di fund raising cui prenderanno parte personalità istituzionali, del mondo dell’industria, della cultura e della finanza.