Spettacolo ricco di energia e di divertimento. Povero di scenografie e di costumi luccicanti. Come piace a me! Musiche ritmate che ricordano la colonna sonora del film “Amelie”. Francese come questa compagnia di circo formata da due giovani attori. Quando entriamo in questo bellissimo spazio (L’edificio della Lavanderia a vapore, che fu concepito e costruito dall’ingegnere Luigi Fenoglio fra il 1870 e 1875 come struttura per il Regio Manicomio di Torino, è in grado di contenere molti spettatori, destinato a ospitare spettacoli musicali, teatrali e di danza anche all’aperto. Così, dal 2004, sono stati eseguiti lavori che hanno riportato l’edificio alla sua originaria configurazione architettonica, comprendendo sia il restauro degli apparati decorativi ottocenteschi della fabbrica ammattonata e della ciminiera […] sia il ripristino della spazialità interna, caratterizzata dalla presenza della notevole navata principale. Gli ambienti sono stati poi dotati degli impianti e delle attrezzature che consentono il loro utilizzo, con scelte improntate al concetto di sobrietà, riducendo al minimo la presenza delle componenti tecnologiche richiesta dalla contemporaneità) fuori inizia ad arrivare la nebbia, fino a quel momento assente o quasi.
Da segnalare, fra le caratteristiche delle iniziative che compongono l’uso di questi spazi, oltre al bar (ricco di torte), il servizio guardaroba, una parete semicircolare per attaccare pensieri tramite post-it (il tema: Problemi con la danza moderna?), la navetta, che fa la spola dalla fermata della metropolitana ed il teatro sia all’arrivo che alla partenza. Particolarmente apprezzato da chi usa solo mezzi urbani.
Ma torniamo allo spettacolo. Ci sono questi due…come definirli? Giocolieri, Ballerini, Atleti Circensi, Amici che ci mettono l’anima alla ricerca di equilibri assurdi con pochi oggetti: 3 palline, un pallone da gioco, un pallone molto grosso ed un cerchio gigante che compongono tre quarti della scenografia a cui accennavamo prima, l’altro quarto è composto da lumi e lampade che possono direzionare la luce con un movimento manuale. La prima impressione è che stiano giocando, anche quando fanno cose impensabili ed impossibili, mandando a quel paese almeno 2 o 3 leggi fondamentali della fisica. E noi pubblico ci divertiamo insieme a loro, noi che abbiamo tra le nostre file tanti bimbi piccoli ridiamo spesso anche delle risate irresistibili che solo i bimbi riescono fare e che noi adulti abbiamo perso per sempre.
Tra Alessandro Maida e Maxime Pythoudi c’è uno sguardo particolare e cercando una definizione che li possa catalogare potrei proporre: Amici Acrobati che giocano con gli oggetti alla ricerca ed alla scoperta dei loro limiti, vedere fin dove si può arrivare a fare una certa cosa. Più o meno ciò che fanno i bambini piccoli quando giocano in modo molto serio.
Lo spettacolo è durato più di un’ora, senza mai fermarsi ed il sudore che filtrava dalle loro magliette dimostrava che avevano giocato bene. Gli applausi scaturiscono spontanei in molti momenti dello spettacolo ed alla fine c’è una vera e propria ovazione fatta di urla e piedi che scandiscono in modo ritmato il grande apprezzamento. Sono dovuti tornare in scena molte volte. La loro definizione del titolo e l’obiettivo che si sono dati: La respirazione è il sottile fil-rouge che ci lega al pubblico attraverso ogni sorpresa, paura ed emozione condivisa. Vogliamo portare i nostri interlocutori a vivere le nostre vertigini, i disequilibri e le sospensioni a bordo dei nostri attrezzi acrobatici.
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RESPIRE!
di Cie Circocentrique
di e con Alessandro Maida e Maxime Pythoud
Médaille de Bronze au festival du cirque de demain à Paris, médaille de Bronze au festival «young stage» ainsi que prix du public…