di Arthur Schnitzler
traduzione Ippolito Pizzetti
con STEFANIA ROCCA, FRANCO CASTELLANO
e con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis*, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni* e Alessio Bernardi, Leon Kelmendi (*attori ospiti)
regia FRANCO PERÒ
scene Antonio Fiorentino
costumi Andrea Viotti
luci Pasquale Mari
musiche Antonio Di Pofi
coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015
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Si apre il sipario del teatro Metastasio di Prato ed eccoci in un salotto della ricca borghesia viennese nei primi anni del 1900.
Una scenografia ricca di dettagli, come libri, foto appese ad una veneziana, giochi; una stanza, impregnata della quotidianità dei singoli personaggi, che si va spogliando in un dramma dopo l’altro.
Questa è la storia di uno “Scandalo”; uno scandalo borghese, che sconvolge la vita serena e spensierata del professor Losatti, interpretato da Franco Castellano, e di sua moglie Betty, alias Ester Galazzi.
Tutto ha inizio con un dramma, la morte del figlio Hugo, che, prima di esalare il suo ultimo respiro, rivela l’esistenza di un figlio, concepito insieme a Tony Weber, una donna di bassa estrazione sociale, straniera, di cui lui è follemente innamorato, e proprio per questo, come suo testamento, strappa la promessa ai suoi genitori di accoglierla nella propria casa.
Da qui ha inizio il vero dramma di una famiglia, che, pronta ad accettare Tony e suo figlio Franz, si mostra generosa e amorevole, come se loro ne facessero davvero parte.
Ma la gentile concessione che rivolgono a Tony, si sgretola, sotto i colpi inferti da Emma, interpretata da Stefania Rocca, contraria agli atteggiamenti perbenisti del cognato e di sua moglie, che, improvvisamente, si vedono allontanati da amici e vicini.
Emma cerca, come può, di far valere le volontà di Hugo, anche dopo la morte del piccolo Franz, ma anche lei si troverà costretta a sottostare a questa mentalità borghese.
L’unico personaggio che ne esce vincitore da questa lotta tra conformismo e anticonformismo è proprio la sorella di Hugo, interpretata da Lara Komar.
Il grande Franco Castellano riesce a dare vita all’ambiguo professor Losatti, che, impregnato di una mentalità chiusa e tradizionalista, sembra esserne anche vittima, cercando di dimostrarsi capace di fare le scelte giuste, ma inconsapevole del fatto di essere totalmente manovrato, come la moglie, dalla mentalità gretta del dottor Ferdinand, promesso sposo della figlia.
La sua capacità interpretativa riesce a trascinare tutti gli altri attori e a tenere in pugno la scena rendendola viva, e nascondendo la troppa tecnica vocale che si ritrova negli altri e che stempera la caratterizzazione dei propri personaggi.
In generale l’opera teatrale rimane interessante e spinge a riflettere sulla condizione moderna di accettazione del diverso, di ciò che rompe gli schemi della società in cui viviamo e in cui siamo stati educati, portando a valutare i nostri atteggiamenti attraverso il giudizio che nasce spontaneo dall’osservazione dei vari personaggi, che, a parte Ferdinand, indossano le loro maschere, impregnate di perbenismo, per poi rivelarsi gretti e meschini.