Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Zhang Xian
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L’ultimo appuntamento novembrino della Stagione sinfonica de laVerdi apre uno squarcio abbagliante per intensità e bellezza su un periodo particolarmente fecondo sotto il profilo musicale del mondo germanico. Lo fa presentando al pubblico dell’Auditorium tre compositori– il tedesco Bach e gli austriaci Haydn e Schubert – che sembrano passarsi il testimone – non solo cronologicamente – di una tradizione irripetibile. Venerdì 27 novembre (ore 20.00) e domenica 29 (ore 16.00), all’Auditorium di Milano, questo 61° programma stagionale vede anche il ritorno alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi del suo direttore musicale Zhang Xian, che rientra in sede dopo una lunga serie di performance all’estero. Sul palco di largo Mahler, in ruoli solistici, anche il folto parterre di prime parti dell’Orchestra, con i violini di Luca Santaniello, Lycia Viganò e Nicolai Freiherr von Dellingshausen, il violoncello di Tobia Scarpolini, l’oboe di Emiliano Greci, il fagotto di Andrea Magnani.
Veniamo ai titoli della locandina. Dopo una nuova versione delle Expo Variations di Nicola Campogrande dedicata agli Emirati Arabi Uniti (prima esecuzione assoluta, commissione laVerdi) in apertura, ecco Bach e il suo Concerto per 2 violini in Re minore, considerato una delle composizioni più famose del genio di Bonn nonchè uno dei migliori lavori in assoluto del tardo barocco, nell’interpretazione del duo Santaniello-Viganò. Si prosegue con la Sinfonia concertante di Haydn (solisti von Dellingshausen, Scarpolini, Greci e Magnani), eseguita per la prima volta a Londra nel marzo 1792 sotto la direzione dell’autore, che ci porta al gran finale, con la Sinfonia n. 9 (La Grande) del viennese Schubert e le sue mirabili innovazioni nell’uso sperimentale delle modulazioni, a cavallo fra forme classiche e tendenze romantiche.
Venerdì 27 in Auditorium (ore 18.00, Foyer della balconata, ingresso libero), presentazione del libro di Nicola Campogrande Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici, edito da Ponte alle Grazie; intervengono: Nicola Campogrande, Filippo Del Corno, Angelo Foletto.
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).
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Programma
Finita la settennale (1723-29) corvée compositiva di musica sacra contrattualmente dovuta alla comunità religiosa di Lipsia, Bach torna alla favorita (e laica) musica strumentale. Accetta di dirigere il Collegium Musicum, un piccolo complesso strumentale che si esibisce in un locale (birreria) di città. Propone sinfonie e concerti, come allora in uso. Per l’occasione rimette mano a tanti lavori, compiuti o incompleti, scritti durante il felice periodo (1718-23) trascorso come maestro della piccola cappella strumentale della corte di Coethen. Appartengono infatti agli anni dei Concerti brandeburghesi i concerti riscritti per cembalo solista negli anni Trenta e che di fatto aprono la via al prossimo gusto classico. Ideati per archi o fiati, gli originali degli anni Venti (come il concerto per due violini in programma) hanno il suono veneziano di Vivaldi e della sua scuola. Infatti: basta un cambiamento di strumento solista perché cambi lo stile tutto.
Un altro curioso esempio di ritorno al passato (prossimo) è la Sinfonia concertante di Haydn. Si può interpretare come un omaggio al defunto Johann Christian Bach e al genere da lui favorito, e scomparso con lui. Omaggio reso da un Haydn che proprio allora, a Londra, stabilisce i connotati della sinfonia moderna e beethoveniana.
C’è solo sincronia temporale, non stilistica fra l’ultima sinfonia di Schubert e l’ultima di Beethoven. Hanno in comune la durata abnorme, attorno all’ora. Ma il resto è tutto diverso. Non solo perché in Schubert manca la voce di solisti e coro. È l’impianto della forma sinfonica che cambia. Non più dialettica sonatistica, ma transizione fluida da un’area espressiva a un’altra. Senza la logica bipolare tonica-dominante. Con, invece, un rapporto libero fra tonalità lontane. Che consente sviluppi e dilatazioni temporali del tutto nuove. Peccato che la Grande sinfonia in Do maggiore di Schubert sia rimasta nel cassetto per oltre dieci anni. Avrebbe certamente cambiato il genere ben prima. Senza dover attendere le innovazioni di Bruckner e di Mahler, nel tardo Ottocento.
Enzo Beacco
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Biografie
Zhang Xian Direttore. Conosciuta per la sua “presenza dinamica nella buca” (The Guardian), Zhang Xian è Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi dal settembre 2009, per la sesta stagione consecutiva (2014/15).
Il concerto ai BBC Proms del settembre 2013, con un programma di arie verdiane (con il tenore Joseph Calleja) e la Sinfonia dal Manfred di Tchaikovsky, è stato trasmesso
live sulle piattaforme BBC. In Europa Zhang Xian lavora al massimo livello come direttore ospite, lavorando regolarmente con orchestre come la London Symphony e il Royal Concertgebouw. Impegni futuri includono la Rotterdam Philharmonic Orchestra, la Netherlands Radio Philharmonic Orchestra, la BBC National Orchestra of Wales, la Gothenburg Symphony Orchestra e la European Union Youth Orchestra, con la quale è stata in tour in importanti festival europei nell’agosto 2015.
Zhang Xian è costantemente presente in America del Nord e i suoi impegni in questa stagione includono la New Jersey Symphony, la Los Angeles Philharmonic e la Ottawa’s National Arts Centre Orchestra. Nella sua nativa Cina, dirigerà in questa stagione la Shanghai Symphony Orchestra, la China Philharmonic Orchestra e la Guangzhou Symphony Orchestra.
Descritta da The Guardian come “cuore verdiano”, la scorsa stagione ha aperto le celebrazioni del bicentenario di Verdi con la produzione di Francesca Zambello de La forza del destino con la Washington National Opera e ha chiuso con un debutto di grande successo per la Welsh National Opera dirigendo Nabucco, sia a Cardiff che al Savonlinna Opera Festival.
Tra gli impegni in corso, il ritorno alla English National Opera in autunno 2015 e il suo debutto con la Den Norske Opera a gennaio 2016.
Durante la sua carriera Zhang Xian ha sostenuto diversi compositori cinesi. Nel maggio 2008 ha completato un tour di sei concerti in Cina con l’Orchestra della Juilliard School, durante il quale è stata eseguita a Shanghai, Pechino e Suzhou Ge Xu di Chen Yi. Ha anche condotto Fanfare di Huang Ruo con la New York Philharmonic; dirigerà Iris Dévoilée di Qigang Chen con la BBC National Orchestra of Wales, e Resurrection Concerto di Tan Dun con la Filarmonica di Los Angeles, come parte dei festeggiamenti per il Capodanno cinese.
Nel 2011 Zhang Xian è stata nominata Direttore Artistico della NJO, Dutch Orchestra e Ensemble Academy.
Nata a Dandong, Cina, ha fatto il suo debutto professionale con Le nozze di Figaro alla Central Opera House di Pechino all’età di 20 anni. Ha studiato al Conservatorio Centrale di Beijing – ottenendo sia il diploma che il Master of Music – dirigendo per un anno prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1998, dove nel 2002 è stata nominata Assistant Conductor della New York Philharmonic, diventandone successivamente Direttore Associato e prima titolare della Arturo Toscanini Chair.
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Venerdì 27 e domenica 29 novembre
Auditorium di Milano, largo Mahler