Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Maestro del Coro Erina Gambarini
Direttore Zhang Xian
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Per la diciassettesima volta consecutiva laVerdi brinderà al nuovo anno con il suo pubblico e con i milanesi tutti intonando le note immortali del prodigioso Inno alla Gioia, esaltante finale della Nona Sinfonia di Beethoven, che risuoneranno all’Auditorium di Milano per quattro appuntamenti consecutivi, ormai diventati conclamata tradizione anche a Milano, assieme a Berlino, Vienna e New York: martedì 29, mercoledì 30, giovedì 31 dicembre 2015 (sempre alle ore 20.00) e venerdì 1 gennaio 2016 (ore 16.00)
L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ritrova il suo direttore musicale Zhang Xian per questo primo, emozionante programma della nuova Stagione sinfonica 2016 che – per la prima volta nella storia dell’Orchestra – coinciderà con l’anno solare. Sul palco di largo Mahler, naturalmente, anche il Coro Sinfonico diretto Erina Gambarini. A completamento di uno scenario d’impatto inimitabile – con circa 200 persone tra musicisti e orchestrali – un parterre di solisti di rango internazionale, formato da Sabina von Walther (soprano), Sonia Prina (contralto), Dominik Wortig (tenore), Sebastian Holecek (basso).
Martedì 29 e mercoledì 30, all’Auditorium (ore 18.00, Foyer della balconata, ingresso libero), Piero Colaprico e Luigi Corbani presentano il libro Il fantasma del Pont de ferr, scritto da Piero Colaprico per i programmi di sala della Stagione sinfonica 2016 de laVerdi.
(Biglietti: euro 50,00/17,50; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom, ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it).
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Programma
Quando la Nona fu eseguita per la prima volta a Vienna (al Teatro di Porta Carinzia, il 7 maggio del 1824), la Capitale degli Asburgo venne piacevolmente coinvolta in un appuntamento di cui si era persa da tempo la consuetudine. In effetti, Ludwig van Beethoven non regalava ai viennesi una nuova sinfonia da tempo immemorabile. L’ultimo lavoro di questo genere uscito dalla sua penna era stato messo in cartellone ormai una decina d’anni prima – esattamente il 27 febbraio 1814 – quando l’Ottava aveva ottenuto un buon consenso di pubblico e qualche segno d’incomprensione da parte della critica.
La parziale incomprensione dell’Ottava non aveva certo impedito a Beethoven di progettare nuove sinfonie, anche se il compositore parve dedicarsi, per gli anni a seguire, con maggiore dedizione alla cameristica, e in particolare all’amato pianoforte, consegnando alla storia senza sosta una serie impressionante di capolavori.
Ma certamente l’estrema sinfonia beethoveniana appare come apportatrice di un’urgenza espressiva capace di trasferirsi in musica con una forza inaudita. Attraverso l’uso del coro, infatti, la partitura può trasmettere con maggiore energia un concetto filosofico, un “programma” che diviene evidente e definitivamente riconoscibile nell’Inno alla Gioia, testo amatissimo che il compositore tedesco aveva progettato di mettere in musica verso per verso addirittura dal 1793. E così, alla “prima” viennese, accompagnata da un successo enorme, il pubblico comprese appieno la portata del messaggio di Beethoven, di quell’uomo burbero e scontroso che senza arrendersi alle avversità aveva concepito in musica la rappresentazione di una tensione illuministica finalizzata al raggiungimento della felicità universale, condizione perseguibile nell’esaltazione della fratellanza e nel sincero convincimento della presenza di una Bontà Celeste, di un Essere Supremo che dal caos primordiale fonda un ordine morale a cui ogni uomo è chiamato a contribuire, esercitando la virtù. Da quel 7 maggio del 1824 la Nona, pubblicata nel 1826 da Schott e dedicata A Sua Maestà il Re di Prussia Federico Guglielmo III, non smetterà più di circolare, di essere eseguita e di continuare a commuoverci, simboleggiando con forza il testamento spirituale e la forza morale di un uomo con pochi termini di paragone nell’intera storia della nostra cultura.
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La Nona Sinfonia di Beethoven
Abnorme e rivoluzionaria, esaltante e misteriosa, la Nona sinfonia di Beethoven a ogni ascolto porta emozioni nuove e imprevedibili. È per questo, e non per banale consuetudine, che viene proposta in ogni nostra stagione nei critici giorni che segnano la fine dell’anno maturato e l’inizio di quello nuovo. Per questo è affidata a interpreti diversi, che sull’impianto fisso della nostra orchestra e del nostro coro, sappiano guidarci nella scoperta di percorsi finora inesplorati eppure connaturati alla gran partitura.
Quest’anno torna sul podio Zhang Xian, un direttore che conosciamo bene, da ben sette stagioni alla guida de laVerdi, con mirabili interpretazioni che spaziano in tutto il repertorio classico, a cominciare proprio dalla Nona. La sua formazione, esperienza e sensibilità, testimoniano una interpretazione particolarmente intensa di un capolavoro senza età, in bilico costante fra monumentalità della struttura e intensità dell’espressione.
Enzo Beacco
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Biografie
Zhang Xian Direttore. Nata a Dandong, in Cina, ha fatto il suo debutto professionale con Le nozze di Figaro alla Central Opera House di Pechino all’età di 20 anni. Ha studiato al Conservatorio Centrale di Beijing – dove ha ottenuto sia il diploma che il Master of Music – dirigendo per un anno prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1998. Nel 2002 è stata nominata Assistant Conductor della New York Philharmonic, diventandone successivamente Direttore associato e prima titolare della “Arturo Toscanini Chair”.
Recentemente è stata nominata Direttore musicale della New Jersey Symphony Orchestra, effettiva dalla stagione 2016/17. Ricopre il medesimo ruolo presso l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi dal settembre 2009. Tra i momenti salienti della sua collaborazione con laVERDI ricordiamo il concerto ai BBC Proms del settembre 2013, con un programma di arie verdiane (con il tenore Joseph Calleja) e la Sinfonia dal Manfred di Čajkovskij, trasmesso live sulle piattaforme BBC. Nella Stagione 2014/15, ha avuto con l’Orchestra Verdi un ruolo molto importante negli eventi culturali di EXPO 2015.
Collabora regolarmente con importanti orchestre quali la London Symphony e il Royal Concertgebouw. I suoi impegni più recenti includono il suo ritorno ai BBC Proms nel luglio 2015 alla testa della BBC National Orchestra of Wales, concerti con la Rotterdam Philharmonic Orchestra e la Gothenburg Symphony Orchestra. Durante la stagione 2015/16 debutterà con l’Orchestre Philharmonique di Strasburgo e l’Orquesta y Coro Nacionales de España, e ritornerà a dirigere la Netherlands Radio Philharmonic e l’Orchestre National de Belgique.
Lavora costantemente in America del Nord. I suoi impegni più recenti includono una settimana di concerti con la Los Angeles Philharmonic, in occasione delle celebrazioni per il nuovo anno cinese, e con la New Jersey Symphony, che tornerà a dirigere nell’aprile 2016.
Attiva anche nel repertorio operistico, è tornata nell’ottobre 2015 all’English National Opera per dirigere Bohème e debutterà nel gennaio 2016 con la Den Norske Opera con La traviata. Dopo il successo di Nabucco al Savonlinna Opera Festival (2014), con la Welsh National Opera, ritornerà al Festival nell’estate 2016 per dirigere Otello.
Torna spesso nella sua nativa Cina, per dirigere China Philharmonic, Beijing Symphony and Guangzhou Symphony. Un punto di riferimento per i compositori cinesi, nell’ultima stagione ha diretto Iris Devoilee di Qigang Chen con il National Centre for the Performing Arts e la BBC National Orchestra of Wales; nella primavera del 2015, la premiere mondiale di Luan Tan di Qigang Chen con la Hong Kong Philharmonic – un lavoro commissionato dall’orchestra – e il Resurrection Concerto di Tan Dun con la Los Angeles Philharmonic.
Il lavoro con giovani musicisti continua ad avere un ruolo importante nella sua vita. Nel 2011 è stata nominata Direttore Artistico della NJO (Dutch Orchestra e Ensemble Academy), e durante quest’estate ha debuttato con la European Union Youth Orchestra a Grafenegg, Amsterdam, Berlin, Rheingau e Bolzano.
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Erina Gambarini, Maestro del Coro. Figlia d’arte, ha iniziato la sua attività artistica a 13 anni al Teatro alla Scala di Milano, come voce bianca, protagonista nell’opera di Britten Il giro di vite.
Dopo alcuni anni di intensa attività solistica, ha proseguito lo studio del pianoforte con il padre, lo studio del canto, come soprano, con Teresa Stich Randall a Vienna, direzione interpretazione corale e musica da camera con Marcel Couraud, tecnica vocale e interpretazione con Schmidt-Gaden. Ha collaborato con la RSI, la RAI, la Fenice di Venezia, Teatro Sociale di Como, Teatro Olimpico e Valle di Roma, Teatro Carignano di Torino, Verdi di Trieste, La Pergola di Firenze, Teatro Grande di Brescia. Ha inciso numerosi CD per Nuova Era, Carrara e Ricordi. Nel 1989 fonda il gruppo corale Canticum Novum, che in pochi anni si distingue per la qualificata e ricca attività artistica e parallelamente dirige vari gruppi strumentali. Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il Maestro Romano Gandolfi, che nel 1998 la chiama come sua assistente e maestro del coro in occasione della costituzione del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, incarico che ricopre tuttora. Ha collaborato con molti direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Aldo Ceccato, Ettore Gracis, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Rudolf Barshai, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling, Leonard Slatkin, Nevil Marriner, Roger Norrington, Vladimir Fedoseyev, Robert King.
Dal 1997 è membro dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo per i suoi meriti artistici.
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Sabina von Walter, soprano. Nata a Roma, di origini altoatesine, si è fatta conoscere internazionalmente debuttando il ruolo di Asterio nell’”Europa riconosciuta” di Salieri alla Scala di Milano sotto la direzione di Riccardo Muti. Nel 2007 è stata ingaggiata da Zubin Mehta per il ruolo di Freia nell’apprezzata produzione del Ring wagneriano (Regia La Fura dels Baus) al Palaus de les Arts Reina Sofia a Valencia e sempre con Zubin Mehta ha eseguito il Te Deum di Bruckner a Firenze.
Nel 2005 è stata insignita del premio Bayerischer Kunstförderpreis per la sua interpretazione di Blanche in Les Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc al teatro di stato di Norimberga. Sabina von Walther è assai richiesta sui palcoscenici concertistici internazionali. Come concertista ha cantato ad esempio al Musikverein di Vienna in Les Illuminations di Britten, nalla Suntory Hall di Tokyo in un’aprezzata esecuzione della Messa dell’incoronazione e del Requiem di Mozart, come all’inaugurazione della Kawasaky Hall con il Te Deum di Bruckner. L’Italienisches Liederbuch di H. Wolf nel Konzerthaus di Vienna e i Lieder di Schubert nella Stefaniensaal di Graz, e le arie da concerto di Mozart nell’ambito di Klangbogen di Vienna si sono risolti in un successo. Al festival di Bregenz è stata solista nella IV di Mahler, così come al Festival Händel di Gottinga nell’Ode di Santa Cecilia di Händel e Blow, al festival Anima Mundi di Pisa nella Creazione di Haydn e nel Messia di Händel al festival di Dobbiaco (direttore: Gustav Kuhn). È stata soprano solista nelle Stagioni di Haydn e nello Stabat Mater di Dvorák diretti da Stefan Vladar, nella Passione secondo Matteo di Bach con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Gustav Kuhn. Ha interpretato lo Stabat Mater di Rossini diretto da Alberto Zedda e Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn diretto da Rafael Frühbeck de Burgos a Parma e, nel 2010, Carmina Burana al Teatro Massimo di Palermo e la Messa in fa min. di Bruckner nella diretto da Hansjörg Albrecht. Nel 2013, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, ha cantato durante l’inaugurazione dell’Anno della fede nella Sala Nervi in Vaticano, evento trasmesso in Eurovisione.
Sabina von Walther ha una passione per la musica contemporanea. In perfetta sintonia con il compositore italiano e marito Arnaldo de Felice ha cantato nel 2001 presso il festival operistico di Zurigo e di Monaco di Baviera Saeki in Akumu e, nel 2005, ha debuttato Medusa (Una Donna) nella Medusa, sempre di Arnaldo de Felice, all’opera di stato di Monaco di Baviera.
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Sonia Prina, contralto. È considerata un punto di riferimento assoluto nella scena lirica internazionale con ingaggi che la vedono protagonista in molti dei più importanti teatri.
Nata a Magenta (MI), all’età di tredici anni intraprende gli studi musicali presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e si diploma in Tromba e Canto.
Nel 1996 vince le selezioni per l’ammissione all’Accademia per Giovani Cantanti Lirici presso il Teatro alla Scala e dal 1997 cominciano le scritture per le stagioni operistiche con particolare interesse al repertorio barocco. La sua rara voce di contralto le permette di farsi notare da subito sulla scena lirica internazionale. Riceve molti premi tra cui il prestigioso Premio Abbiati nel 2006 e il Tiberini d’Oro nel 2014, in entrambi casi come migliore cantante dell’anno. Debutta a soli 23 anni alla Scala nel ruolo di Rosina nel Barbiere di Siviglia accanto a Juan Diego Florez
È invitata regolarmente in molti dei più prestigiosi teatri e festival, come il Teatro alla Scala, il Théâtre des Champs Elysées e l’Opéra di Parigi, il Teatro Real di Madrid e il Teatro Liceu di Barcellona, l’Opera di Sydney, il Barbican di London, la Lyric Opera di Chicago, l’Opera di San Francisco, la Staatsoper di Monaco, il Festival di Salisburgo, il Festival d’Aix en Provence, l’Opera di Zurigo, collaborando con direttori quali R. Alessandrini, G. Antonini, H. Bicket, F. Biondi, I. Bolton, A. Curtis, W. Christie, O. Dantone, D. Fasolis, E. Haim, C. Hogwood, R. Jacobs, P. McCreesh, M. Minkowski, J. C. Spinosì, P. Summers e registi quali R. Carsen, D. McVicar, P. L. Pizzi, J. Copley, D. Alden.
Grande specialista händeliana, tra i suoi ruoli prediletti ricordiamo Giulio Cesare e Orlando, Amadigi, Rinaldo, Tamerlano, Alcina, Ariodante, Rodelinda, Rinaldo, Serse.
Collabora spesso con l’Orchestra Verdi di Milano e l’Ensemble laBarocca. È stata invitata a cantare in Vaticano per Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano con il Magnificat di Vivaldi diretto da Zhang Xian.
Ha al suo attivo numerosissime incisioni tra cui Il Trionfo del Tempo e del Disinganno e La Resurrezione di Handel (Virgin/Erato); Senna festeggiante, L’Olimpiade e l’Ottone in Villa di Vivaldi (Naïve); l’Orfeo di Monteverdi (Erato); Lotario (DHM) e Rodelinda (Deutsche Grammophon); Ezio di Gluck e Ezio di Händel (Erato), Arie Ritrovate (Naïve) per la Vivaldi edition, Ascanio in Alba (Deutsche Grammophon); La Pietra del Paragone (Naïve), il Rinaldo (DVD Opus Arte) e un progetto speciale sulla Lucrezia di Händel (Ludi Musici). Dal 2017 sarà Artista residente alla prestigiosa Wigmore Hall di Londra.
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Dominik Wortig, tenore. Nato a Neuwied am Rhein in Germania, Dominik Wortig ha studiato pianoforte, organo, composizione e direzione d’orchestra (a Bonn, Colonia, Essen, Düsseldorf) e canto con Werner Lechte e Reinhard Leisenheimer. Ha poi approfondito i suoi studi lavorando con Kurt Moll e Brigitte Fassbaender.
La sua vasta attivitá concertistica, con un repertorio che va dai Vespri di Monteverdi alle opere di Bach e dai grandi oratori dell’Otto-Novecento ad una serie di lavori contemporanei, lo ha portato nei centri musicali più importanti d’Europa, oltre che in Asia e negli Stati Uniti. È inoltre stato ospite ai Rheingau Musik Festival, Festival International de Musique de Besançon, Festival van Vlaanderen, International Bach Festival Seoul e molti altri.
Ha lavorato con molti importanti direttori: Dennis Russell Davis, Lothar Zagrosek, Thierry Fischer, Helmut Froschauer, Claus-Peter Flor, Ion Marin, George Schmöhe, Emmanuel Krivine, Michael Jurowski e Justus Frant e con le più prestigiose orchestre europee. Da alcuni anni collabora attivamente con la Kölner Radio e con la Internationale Bachakademie Stuttgart, Gächinger Kantorei e con il Bach Collegium Stuttgart diretto da Helmuth Rilling.
È stato impegnato al Teatro di Hagen dove ha cantato numerosi ruoli importanti come Faust di Gounod, The Rake’s Progress di Strawinsky, Il Figlio del Re nell’opera Königskinder di Humperdinck e Eisenstein in Fledermaus. Nel 2006 ha debuttato alla Staatsoper Stuttgart con il ruolo principale in Aeneas in Carthage di Joseph Martin Kraus in una produzione di Peter Konwitschny e nel 2007 alla Semperoper di Dresda come Tamino. È stato membro dell’Ensemble di canto al teatro di Wuppertal, dova ha cantato Alfredo in La Traviata, Manolios in Passione Greca di Martinů, Guido in Una tragedia fiorentina di Zemlinsky. Dal 2001 è nominato regolarmente come miglior cantante emergente dalle riviste del settore, e nel 2008 anche dal sondaggio tra i critici del quotidiano “Welt am Sonntag”. Dal 2012 Dominik Wortig è docente di canto presso l’Università di Augsburg.
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Sebastian Holecek. Basso. Nato a Vienna, appena diplomato alla Musikhochschule è stato chiamato a cantare in Olanda, Germania, Svizzera e Austria. Ha collaborato con l’Ensemble di Staatstheater am Gartnerplatz di Monaco, interpretando diversi ruoli, tra i quali Figaro (da “le Nozze di Figaro”), Don Giovanni e Arlecchino (da “Arianna a Nasso”). Grande successo ha ottenuto al suo debutto al Wiener Staatsoper di Vienna nel ruolo di Papageno (“Il Flauto magico”) nel 1991.
Tra i tanti ruoli ricoperti: Brétigny (“Manon”), Dr. Falke (“Il Pipistrello”), Graf Homonay (“Lo Zingaro Barone”), Morald (“Le Fate”), Danilo (“La Vedova allegra”), “Gesualdo” di Alfred Achnittke, Heerrfufer (“Lohengrin”), Barak (“Turandot” di Ferruccio Busoni), Schaunard (La “Bohème”), “Il Prigioniero” di Luigi Dallapiccola, Masetto (“Don Giovanni”), Teseo (“Una Notte di mezza estate”), Peter (“Hansel e Gretel”), Escamillo (“Carmen”), Giorgio Germont (“La Traviata”), Speaker (“Il Flauto magico”), Scarpia (“Tosca”), Jochanaan (“Salome”) e Johannes Freudhofer (“The Evangelist”).
All’inizio della stagione 2006/2007 è entrato a far parte dell’Ensemble della Volksoper a Vienna. Holecek è stato ospite in alcuni dei più rinomati teatri dell’Opera e sale concerti del mondo, come Berlino, Madrid, Barcellona, Napoli, Roma, Parigi, Amsterdam, New York, Montreal, Kapstadt, Monte Carlo, Santiago de Chile, St. Gallen, Düsseldorf e al Festival di Bregenz. Ha cantanto al Musikverein e al Konzerthaus di Vienna, alla Carnegie Hall di New York, a Toronto, Vilnius e Parigi, al Salzburger Festspiele e al Landestheater di Innsbruck nel ruolo di Don Pizarro (“Fidelio”). Ha lavorato con direttori quali: Zubin Mehta, Fabio Luisi, Daniel Barenboim, Kirill Patrenko, Wolfgang Sawallisch, Gerd Albrecht, Heinrich Hollreiser, Julia Jones, Horst Stein, Peter Schneider, Marcello Viotti e Michael Schønwandt. Prossimamente è atteso in ruoli di primo piano all’Opera Stuttgart, al Royal Opera House e al Covent Garden di Londra. Nel giugno 2013 Sebastian Holecek ha ricevuto il Goldener Schikaneder per l’interpretazione di Jochanaan (“Salome”) al Volksoper di Vienna.