Flavio Colusso | Puer natus* (2015)
Francesco Guami | Canzon vigesimaquinta** a 8 strumenti (1608)
Giovanni Gabrieli | Kyrie eleison a 8 e 12 voci 1597 | Et in terra pax a 12 (1597)
Baldassare Donato | Hodie Christus** a 8 (1599)
G. Gabrieli | Canzon septimi toni (II) a 8 strumenti (1597)
Claudio Merulo | Credo (Missa Benedicam)** a 12 (1609)
Giovanni Bassano | Laetentur caeli** a 8 (1599)
G. Gabrieli | Sanctus a 12 (1597)
C. Merulo | Agnus Dei (Missa Benedicam) a 12 (1609)
B. Donato | Verbum caro** a 8 strumenti (1599)
Andrea Gabrieli | Deus misereatur a 12 (1587)
*Prima esecuzione assoluta
**Prima esecuzione in tempi moderni
Cappella Marciana
Pilar Carretero, Caterina Chiarcos, Floriana Fornelli*, Anastasija Marcovic, Susan Proctor*, Justine Rapaccioli soprani
Julio Fioravanti*, Andrea Gavagnin*, Silvia Alice Gianolla*, Monica Serretti*, Martinica Philipp, Annalisa Susanetti contralti
Alfeo Benozzi, Marco Cisco*, Adriano D’Este, Giuliano Honl, Enrico Imbalzano*, Riccardo Martin*, Alvise Mason*, Antonio Siani tenori
Marco Bellussi, Giovanni Bertoldi*, Thomas Mazzucchi*, Marco Rossato, Luca Scapin, Marcin Wyszkowski* bassi
*Solista
Cornetto
Núria Sanromà Gabàs, Andrea InghiscianoTrombone Valerio Bassanello, Sergio Bernetti, Mauro Morini, Francesco Nigris, Ivo Pezzutti, David Joseph YacusOrgano | Roberto Micconi Direttore | Marco Gemmani
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Passi fermi e concentrati, in religiosa fila indiana, sui marmi che colorano l’altare.
Pochi momenti per raggiungere la posizione da concerto, accompagnati solo dal suono controllato di tromboni e dalla ‘quasi umana’ voce dei cornetti.
Anche la teatralità degli spostamenti dei cantanti può raccontare cosa sia stato il Concerto di Natale.
In una Basilica addobbata, e non solo nel senso metaforico, visti i rivestimenti alle colonne della navata, si è riproposto l’annuale appuntamento fra Cappella Marciana e Fenice.
Un repertorio ricercato e musicologicamente interessante, come già anticipato nell’intervista al M° Marco Gemmani, direttore del concerto (per approfondimenti https://www.teatrionline.com/2015/12/intervista-al-m-marco-gemmani/).
L’inizio è misterioso: i molti spettatori accorsi, attendevano i componenti del Coro e invece in scena pochi solisti e gli strumentisti, che ad un preciso ordine del direttore iniziano a suonare.
Solo successivamente, insieme all’organo, ecco giungere alla platea la ‘voce’ del coro, lontana, nascosta ma coinvolgente, totalizzante.
Passa così la prima assoluta di Puer natus di Flavio Colusso, commissionata del Teatro la Fenice, brano dai molti richiami sonori, a partire dal repertorio del 1500 fino alle più recenti composizioni corali.
Niente applausi, come richiesto ad inizio concerto, per mantenere l’atmosfera di raccoglimento che fin dalle prime note si è impossessata del pubblico.
Ecco spiegato perché l’utilizzo di alcuni brani strumentali, come quello di Francesco Guami o Baldassare Donato, intermezzo e respiro, così da permettere l’arrivo del coro dinnanzi al pubblico o l’avvicendamento dei solisti dai pulpiti.
L’oro dei mosaici e i marmi variegati sembrano partecipare alla calda atmosfera che si viene a creare brano dopo brano. L’attenzione di tutti è verso la luce e il suono.
Nel prosieguo un continuo di esecuzioni strumentali e vocali, con cori e solisti, nella piena tradizione della messa, con Kyrie, Credo, Sanctus e Agnus Dei, in un fil rouge fra diversi compositori, tutti accomunati dalla loro appartenenza alla Basilica veneziana.
Da segnalare l’esecuzione del Credo dalla Missa Benedicam, vero e proprio cuore del programma, comprendente solisti, due gruppi strumentali e coro, di particolare efficacia sonora ed esaltata da una sobria ma puntuale direzione.
Solo dopo l’ultima frase cantata (Benedicat nos Deus et metuant eum omnes fines terrae), i meritati applausi, con il pubblico in piedi come a stringere in un abbraccio devoto e commosso, il maestro e gli esecutori.
Salutati i mosaici e gli ori, percorso il nartece dall’illuminazione soffusa, solo Piazza S.Marco e la nebbia a concludere la serata.