di Paul Claudel
produzione ScenAperta Altomilanese Teatri – DeSidera Teatro&Territorio
in collaborazione con Teatro de Gli Incamminati e Compagnia Lombardi Tiezzi
traduzione e adattamento Fabrizio Sinisi
regia Paolo Bignamini
con Matteo Bonanni, Alessandro Conte, Federica D’Angelo, Ksenija Martinovic, Paola Romanò, Antonio Rosti scene e aiuto regia Francesca Barattini
costumi Marco Ferrara
disegno luci Fabrizio Visconti
con le musiche originali di P.I.G.
assistente di compagnia Federica D’Angelo
produzione e organizzazione Carlo Grassi
un progetto di Gabriele Allevi, Paolo Bignamini, Luca Doninelli, Claudio Martino
si ringraziano Annig Raimondi e Pacta dei Teatri, Maria Calvo (violoncello) e Roberto Andreoni (consulenza musicale), www.i-mesh.eu
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In prima milanese, debutta con la regia di Paolo Bignamini e la traduzione e l’adattamento di Fabrizio Sinisi, L’annuncio a Maria, dramma “umano e sovraumano”, scritto nel 1912 dallo scrittore francese Paul Claudel poco dopo la sua conversione, anomalia nel teatro europeo del Novecento e testo di grandissima concentrazione poetica, tra i più rappresentati con stupore del suo stesso autore e da tempo assente dalle scene italiane, ambientato in un Medioevo storicamente preciso e nel contempo indefinito.
Dopo la date a Bergamo, nell’ambito del festival deSidera, il teatro nei luoghi più insoliti e suggestivi della provincia bergamasca, arriva a Milano questo lavoro profondo e radicale, un apologo sul corpo, testimonianza di un cristianesimo che non rinuncia mai a misurarsi con la concretezza dell’esistenza umana. Nell’adattamento di Fabrizio Sinisi, già dramaturg di Lombardi/Tiezzi, i personaggi si riducono a sei: tre uomini e tre donne in una perfetta simmetria tutti coinvolti in uno “scandalo”, un fatto imprevisto e decisivo, rispetto al quale sono chiamati a dare una risposta, a prendere una posizione: Pietro di Craon, grande costruttore di cattedrali e genio che interpreta il cuore del suo popolo, Anna Vercors, anziano possidente che tutto sacrifica per andare in pellegrinaggio in Terra Santa, la dolcissima Violaine, sua giovane figlia, che umile e lieta abbraccia la vita con semplicità e fiducia pur dentro le più atroci contraddizioni, Giacomo, l’uomo giusto, che calcola tutto e perciò non riesce a percepire il mistero.
In un Medioevo dove regna una confusione in cui si rispecchia tutto il nostro presente: la crisi dell’economia, il disfacimento della società, la disgregazione delle evidenze anche più elementari. In questo orizzonte così lontano nel tempo eppure così vicino nei fatti, si svolge una vicenda dura, straordinaria e dolorosa di una famiglia in cui l’annuncio sta nel destino che ti interpella, che ti interroga, chiede di te. E l’allestimento evidenzia proprio questo dramma, questa origine misteriosa da cui muove ogni gesto libero dell’uomo, e che sgorga nella storia sempre come il ribattere a un’iniziativa: il rispondere a un appello da cui tutta la vita dipende.
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DALLE NOTE DI REGIA
L’annuncio a Maria è un testo controverso: la passione quasi febbrile con la quale molti vi si sono accostati nel Novecento ha contribuito all’aura del testo, ma ne ha al contempo cristallizzato i contenuti, le interpretazioni, le suggestioni culturali. Leggere con un distacco culturale e temporale questa drammaturgia consente oggi, forse, di ottenere un risultato sorprendente: più ci distanziamo dalla sedimentazione, e più ci appaiono veri e vicini i personaggi del testo. Questa verità, fatta di contraddizioni, emerge in particolare nelle figure più provocatorie del dramma, quelle il cui comportamento è leggibile alla luce di categorie che stanno al di fuori e oltre l’umano. Infatti Violaine, Anne Vercors, Pierre di Craon, se privati della loro dimensione – per così dire – “verticale”, ci risultano dolorosamente incongruenti. Scelgono, in contrapposizione agli altri personaggi del dramma, una strada rischiosissima che appare di difficile comprensione ai più. Ma proprio questa loro “incomprensibilità” è quanto di più contemporaneo ci possa essere: una non-commensurabilità che sfida il senso comune e genera in noi un doloroso presagio nel quale specchiamo la nostra incompiutezza, e quindi noi stessi disperati, indefiniti, imperfetti. Sono questi i sentimenti che pervadono il “Medioevo di convenzione” nel quale l’autore ambienta la sua narrazione, un tempo di incertezza, oscurità e spaesamento che non può non ricordare la nostra contemporaneità.
Un tempo che abbiamo immaginato senza luce, un mondo nel quale il sole tarda a sorgere, e la notte persiste al di là di ogni ragionevole alternanza con il giorno. Ci resta una luce piccola e fioca, quella delle stelle, alle quali dobbiamo tenacemente voler credere…
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ScenAperta Altomilanese Teatri organizza le attività del Polo Teatrale dell’Altomilanese, nato nella stagione 1999/2000, fondato dalle amministrazioni comunali e dall’omonima Associazione Culturale. Costituito come Metropòlo della Provincia di Milano per gestire la progettazione artistica e organizzativa delle attività culturali in modo integrato su un territorio omogeneo, nel 2004 diviene Circuito Teatrale Lombardo operando oggi su un bacino di oltre 300 mila abitanti. Dalla stagione 2013/2014 ScenAperta diventa partner – per le attività teatrali e di spettacolo – del Consorzio Sistema Bibliotecario del Nord Ovest (CSBNO). ScenAperta ospita oltre 50 date di spettacolo all’anno, suddivise in tre linee artistiche di prosa (Class, Off e Ragazzi) e in una programmazione estiva prevalentemente musicale; è produttore in collaborazione con alcune tra le principali realtà teatrali e culturali lombarde e nazionali.
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Paolo Bignamini nato nel 1976, giornalista, drammaturgo e regista, è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Ferrara. È direttore artistico del circuito teatrale ScenAperta. I suoi testi e i suoi spettacoli sono stati rappresentati nei teatri delle principali città italiane. Tra i suoi lavori: Lettere di Lucile D., da Georg Büchner, con Paola Romanò; La bestia nella giungla, da Marguerite Duras ed Henry James, diretto insieme ad Annig Raimondi; Chet, viaggio al termine della musica, con Lucilla Giagnoni; La Voce di Giocasta, su testi di Maddalena Mazzocut-Mis e con musiche di Azio Corghi; Un sogno, da William Shakespeare, prodotto nell’ambito di un articolato progetto universitario. Tiene seminari e laboratori di drammaturgia all’Università degli Studi di Bergamo e di Milano.
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Fabrizio Sinisi è nato a Bari nel 1987. Drammaturgo, poeta e traduttore, nel 2012 ha debuttato come autore con il dramma in versi La grande passeggiata, con la regia di Federico Tiezzi e l’interpretazione di Sandro Lombardi. In poesia ha pubblicato La fame (Archinto, 2011) e Contrasto dell’uomo e della donna (CartaCanta, 2014). Dal 2010 è dramaturg stabile della Compagnia Lombardi-Tiezzi di Firenze.
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INFORMAZIONI
Teatro Litta – da martedì a sabato ore 20:30 – domenica 16:00 – lunedì riposo – Durata: 2 ore –
Biglietti: intero 21€, ridotti 15/11€
Abbonamenti e convenzioni – www.mtmteatro.it
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BIGLIETTERIA UNICA
Corso Magenta 24, Milano
02 86 45 45 45 – biglietteria@mtmteatro.it
Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30
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PREVENDITA ONLINE
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket.it
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MODALITÀ DI RITIRO
I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti presso il Teatro Litta negli orari di prevendita o la sera stessa presso il teatro sede dello spettacolo a partire dalle 18:30