di Eduardo De Filippo
con (in ordine di apparizione): Antonella Cioli (in sostituzione di Carolina Rosi, moglie di De Filippo), Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato (nel ruolo del protagonista nella difficile sostituzione di Luca De Filippo), Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca
regia Luca De Filippo
scene Gianmaurizio Fercioni
costumi Silvia Polidori
musiche Nicola Piovani
luci Stefano Stacchini
produzione Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
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Cos’è un’Opera d’Arte? Quando si può definire “Classico” (nel senso di “importante” per le generazioni future) un testo Teatrale? Quando la “C” di Cultura diventa Maiuscola???
Le risposte, ovviamente sono molteplici, ma la prima forse che balza alla mente è l’attualità, la straordinaria capacità di alcune opere di essere sempre attuali, di saper parlare al pubblico di ogni tempo, di sollecitare emozioni universali. E sappiamo che Eduardo è un Grande Maestro, che non ha bisogno neanche del cognome. Per tutti, infatti, Eduardo è solo Lui, De Filippo. Da sempre. E di Luca, all’inizio, si diceva, il figlio di Eduardo, ma già da tanto tempo ha saputo conquistare il suo ruolo nel firmamento per cui anche Luca era ed è De Filippo, erede di una grande famiglia, di una grande tradizione teatrale. Come non ricordare e ringraziare anche Peppino e Titina? Hanno saputo parlare in una lingua universale, che ha divertito, commosso e fatto riflettere anime in ogni angolo del globo.
Ed ogni volta che si avvicina dicembre centinaia di compagnie amatoriali e non, nelle scuole, negli ospedali, nelle parrocchie e in mille altri luoghi presentano Natale in Casa Cupiello, la casa napoletana più famosa perché i testi di Eduardo sono tradotti e rappresentanti in tutto il mondo. E tutti ne siamo orgogliosi come se fosse anche merito nostro… con la battuta che tutti abbiamo pronunciato più e più volte nella nostra vita diventando un po’ tutti attori del quotidiano agire nella sua drammatica fatica esistenziale che fortunatamente si evolve e si sviluppa nel risvolto comico-farsesco!
Quella battuta stampata, letta, conosciuta, imparata e ripetuta miliardi di volte è di una attualità strepitosa! “Ti piace ‘o presepe?” Come faceva Eduardo a sapere che tanti anni dopo il preside di una scuola (e forse non soltanto uno) ha inseguito il suo giorno di gloria rilasciando interviste e dichiarazioni alle televisioni pubbliche e private, dichiarando fuori tema il presepe. Non è più di moda? Non piace a tutti? Turba la sensibilità di qualcuno? Eduardo diceva al figlio: “Non ti piace ‘o presepe? E allora te ne vai” Parole profetiche… come quelle di Cassandra?
Alla fine l’amore paterno vinceva ed anche oggi vince l’Amore, ma a fargli compagnia c’è tanta tanta tristezza.
L’Amore per il Teatro e il rispetto per il pubblico ha permesso alla Compagnia di Luca De Filippo di recitare al Teatro Verdi di Salerno nello spettacolo “Non ti pago” previsto in cartellone fino al 6 dicembre 2015, a soli due giorni dal funerale di Luca.
Quando è entrato in scena Gianfelice Imparato, l’applauso è scattato immediato e tutti noi abbiamo palpitato con lui, immaginando la sua tensione, la sua emozione, il peso della immensa responsabilità. Luca non c’è, ma lo spettacolo continua. Ed è bellissimo! Bravo Gianfelice Imparato, attore ben conosciuto ed apprezzato.
L’Amore e la professionalità, la passione e la bravura di tutta la Compagnia ha regalato una serata memorabile al pubblico di Salerno, ma la città si è distinta per la sua insensibilità, provincialità e grettezza. Perché? Ha perso l’occasione di mostrarsi degna e grata di tanta Arte Teatrale.
Alla fine dello spettacolo, Gianfelice Imparato, insieme a tutti i suoi compagni di scena, ha detto: “Abbiamo da poco salutato Luca al suo funerale e vogliamo salutarlo anche da qui, con voi, da questo teatro che lo ha visto protagonista di tanti spettacoli. Ciao Luca!” Il pubblico in piedi ha applaudito a lungo. Ma il teatro non era gremito, perché in tanti hanno disertato alla notizia che Luca De Filippo non c’era. Mi piacerebbe pensare che non abbiano avuto il coraggio di partecipare per paura di essere sopraffatti dall’emozione, ma si insinua il sospetto che siano stati distratti da altro. Il “nome” non c’era più e senza nome il Teatro non vive…
Dov’erano i politici che fanno passerella in ogni occasione? E gli attori di tutte le svariate compagnie della città? Ma si sa che in Italia tutti scrivono e nessuno legge e tutti recitano ma nessuno va a teatro. Un’occasione persa per la città e per quanti non c’erano!
Noi invece eravamo presenti ed abbiamo goduto di uno spettacolo che deve sempre e comunque continuare, secondo la legge (non scritta) del teatro. E ringraziamo gli attori, perché abbiamo vibrato con le loro emozioni: eravamo con loro, tutti sul palco a respirare l’aria del Vero Autentico Spirito d’Arte.
La trama di “Non ti pago” è ben nota: scritta da Eduardo nel 1940 per sé nella parte di Ferdinando Quagliuolo e il fratello Peppino in quella dell’antagonista Mario Bertolini, una delle sue commedie più brillanti e lo stesso autore la definiva “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto”.
Il personaggio, non presente in scena, ma che riveste un ruolo fondamentale è il padre, morto, che appare in sogno, per “dare i numeri” da giocare al lotto. Vincita milionaria che verrà contestata e sarà causa di divertentissime e sfortunatissime situazioni.
Mentre seguivamo le vicissitudini degli attori in scena, dall’alto ha cominciato a cadere, volteggiando dolcemente nell’aria un “qualcosa” di bianco, forse un coriandolo, un pezzettino di carta, rettangolo evanescente che si posato in scena, senza disturbare ma come una carezza alla scena. Forse Luca c’era, dopotutto! E da una visuale privilegiata guarderà ora insieme ad Eduardo tutto ciò che continuerà in suo nome!
Gli attori, tutti perfettamente caratterizzati e guidati dalla sapiente regia di Luca De Filippo si muovono in una scenografia tradizionale ma estremamente moderna. (Di grande effetto il sipario e la cornice che lo racchiude rappresentando vecchie cartelle della tombola con i numeri della smorfia). I costumi sono rispettosi dell’epoca eppure accattivanti, e la musica è la nota che armonizza il tutto.
(Nicola Piovani ha accompagnato dal palco il saluto affettuoso a Luca di tutto il Teatro Argentina di Roma, quello sì, gremito in ogni ordine di palco).
Ringraziamenti ed auguri a tutta la Compagnia perché porti avanti la grande tradizione del Teatro dei DE FILIPPO.