Un concerto giocoso foriero d’allegria
(1 gennaio 2016, ore 17)
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Duplice concerto il primo dell’anno per il baritono Nicola Alaimo e l’Orchestra Sinfonica Rossini.
Capita raramente, forse mai, di esibirsi nella stessa giornata in due teatri diversi. È invece avvenuto per il baritono Nicola Alaimo e l’Orchestra Sinfonica Rossini, che il primo giorno dell’anno hanno tenuto lo stesso concerto in due sedi diverse: al Teatro della Fortuna di Fano alle 17 e al Teatro Rossini di Pesaro alle 21.
Ci vuole coraggio, ma anche capacità e resistenza.
Il concerto era molto piacevole e leggero per gli ascoltatori, vista la giocosità dei brani in programma, ma non certo per l’orchestra e per il cantante, chiamati a destreggiarsi tra le mirabolanti fioriture rossiniane, lo scintillante pullular delle “troppe note” mozartiane e la descrittività protoromantica di Donizetti.
Da un palco di second’ordine ho osservato, oltre che ascoltato, ogni intervento strumentale, preciso, aderente al dettato del compositore e alla lettura del direttore, dalle fresche volatine dei violini alle arcate dense dei violoncelli, dalla voce evocativa del corno a quella sorniona del fagotto, dalla sensualità del clarino all’eleganza del flauto, dal frizzo dell’ottavino al suono trionfante della tromba. Il tutto orchestrale era un alternarsi di morbidezza e di sfavillio, di suoni levigati ed esplosioni in crescendo, in un affiatamento mirabile.
L’orchestra Sinfonica G. Rossini ha interpretato più che eseguito i brani in repertorio (l’Ouverture de Le nozze di Figaro di Mozart, le Sinfonie de La Gazzetta e de Il Barbiere di Siviglia di Rossini e del Don Pasquale e de La Fille du régiment di Donizetti, restituendo un suono pulito e consapevole nel rispetto delle dinamiche delle partiture. Sul podio un giovane fantastico direttore, Nicola Valentini, si è rivelato esperto conoscitore del linguaggio musicale e carismatico comunicatore delle sue intenzioni: coinvolto col corpo e con la mente, ha diretto con gesto sicuro ed eloquente, a volte energico a volte sommesso, chiaro e preciso negli attacchi, ha tenuto in mano con maestria un’orchestra fresca e vivace.
La parte vocale di questo concerto giocoso è stata appannaggio …Udite, udite, o musicofili… di Nicola Alaimo, un baritono dalla voce infinita per ampiezza, volume, estensione e sostegno del fiato, poderosa e tonante nelle frasi prorompenti, morbida nei cantabili, agilissima nel canto sillabato e di coloratura. E i brani scelti, Non più andrai farfallone amoroso da Le Nozze di Figaro di Mozart, Co’ ‘sta grazia e ‘sta portata da La Gazzetta di Rossini, Bella siccome un angelo da Don Pasquale di Donizetti, Udite, udite, o rustici da L’elisir d’amore di Donizetti, La calunnia e Largo al factotum da Il Barbiere di Siviglia di Rossini, hanno dato spazio alle qualità vocali e sceniche del baritono, che, anche in concerto, fa scena.