La Stagione Teatrale 2015-16 del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi si è aperta sabato 23 gennaio 2016 con lo spettacolo Due partite. Dopo la pièce teatrale del 2006 scritta e diretta da Cristina Comencini, e il film del 2009 di Montelone, la regista Paola Rota ha diretto Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Giulia Bevilacqua.
Siamo negli Anni ‘60, come ogni giovedì, quattro donne giocano a carte in una casa. Sono amiche da molti anni e si riuniscono per fare una partita, chiacchierare, passare il pomeriggio, con loro le figlie piccole che giocano nell’altra stanza.
Con il cambio di scenografia, che scorre e ruota davanti ai nostri occhi, come fosse uno specchio o il tempo che passa, si passa da un contesto accuratamente arredato secondo lo stile degli anni ’60, ad un’ambientazione più sobria e moderna.
Quarantacinque anni dopo la storia si ripete, nel secondo atto le quattro bambine sono diventate ormai delle donne che si vedono nella stessa casa e continuano quel dialogo.
Sono le stesse attrici che avevamo visto interpretare il ruolo delle madri ad interpretare quello delle figlie. Le colpe delle madri si riversano sulle vite delle figlie, mettendo le epoche allo specchio.
La conversazione procede tra di loro con un ritmo incalzante, tragico e comico al tempo stesso, e in questo flusso di pensieri e parole le loro identità si confondono e si riflettono in quelle delle loro madri, in una continua dinamica di fusione e opposizione, come in un gioco di specchi deformanti. La commedia lavora su diversi livelli, è un meccanismo perfetto che alterna momenti di comicità a momenti di vera e propria commozione. Le protagoniste di questa storia sono donne che si proiettano madri, madri che immaginano come saranno le loro figlie, figlie che hanno assunto, mangiato e digerito le proprie madri per farsi donne autonome, diverse, opposte, e sorprendentemente vicine, come dice Paola Rota.
Sia che sia incatenata nella famiglia degli anni ’60, sia che sia incatenate dalla moderna emancipazione la donna è la chiave per analizzare i temi più profondi dell’umanità, come la morte, la felicità, e la solitudine. Il tema della vita è dominante, con estrema sincerità la vita delle donne, delle loro aspettative, del senso della maternità è affrontato in maniera diretta ma allo stesso tempo divertente.
La regista è riuscita a mettere a suo agio le interpreti: esaltandone le qualità e formando un gruppo unito e coeso. La ventata di freschezza che la regista e le interpreti hanno dato a questo nuovo adattamento hanno reso la pièce più divertente. In una versione più “pop” lo spettacolo è stato molto apprezzato da un pubblico, non solo femminile, che ha premiato il bel lavoro delle attrici.