Il debutto del 29 Gennaio 2016 al Teatro Orazio Bobbio del testo di Gianni Clementi I suoceri albanesi è stato un successo.
Il generoso pubblico della Contrada ha accolto con uno scrosciante applauso l’entrata del protagonista Francesco Pannofino che ha ringraziato i suoi spettatori con una recitazione dinamica e divertente. I suoceri albanesi è una commedia che narra di una famiglia borghese come tante. Lucio (Francesco Pannofino) è un consigliere comunale progressista, sposato con Ginevra (Emanuela Rossi) una chef molecolare d’ultimo grido, con un passato costruito su lotte politiche e rivolte generazionali. I duetti tra i due sono particolarmente eccitanti e spiritosi, lei è molto brava nell’interpretare la moglie borghese, che ha una sua collocazione sociale specifica, con scarpe vertiginose e vestiti coloratissimi e di buona fattura. La frase ricorrente che recita “I giovani sono così fragili” – ogni volta che la figlia le rivolge la parola con tono sgarbato – genera uno scroscio di risate e diviene un tormentone del testo scenico. La vita della famiglia è arricchita dalla presenza dell’amica Benedetta (Silvia Borgi) una cinquantenne in perenne ricerca dell’uomo ideale, che vive di omeopatia e tisane, e dal nuovo inquilino del piano di sotto (Andrea Lolli). Proprio la ricerca di una relazione tra i due amici della coppia regala divertenti momenti e gags esilaranti fino al momento in cui si scopre che il desiderato lui è gay e per Benedetta non c’è speranza. Un testo molto attuale quello di Clementi, con toni di veridicità e contraddizioni propri della vita attuale. Quando una tubazione del bagno – regno indiscusso della figlia Camilla, interpretata da Elisabetta Clementi – si rompe, i due protagonisti, si affrettano a fare effettuare le riparazioni, e contattano per i lavori una ditta formata da due fratelli albanesi, Igli (Maurizio Pepe) che ha 35 anni e Lushan (Filippo Laganà) che ne ha 18. I coniugi, così attenti a dimostrare la propria vena progressista di sinistra, entrano in confidenza coi ragazzi albanesi ed ascoltano la loro storia che è molto simile a quelle raccontate tante volte: viaggi su barconi, arrivi in Italia da clandestini, attesa del permesso di soggiorno. Per Lucio e Ginevra i due ragazzi rappresentano un modello e vorrebbero che la figlia viziata, abituata a vivere costantemente con un cellulare in mano e poco attenta alla vita reale che la circonda, li prendesse ad esempio. Da qui in poi la faccenda si complica…
La regia, curata da Claudio Boccaccini, guida una compagnia di attori molto affiatati ed in sintonia che tiene bene il ritmo della commedia e coinvolge il pubblico che li ringrazia con molti applausi a scena aperta ed una coinvolgente ovazione finale.