Uno spettacolo più unico che raro, quello prodotto dalla Fonderia Mercury e adattato e diretto da Sergio Ferrentino.
Carlo Lucarelli è l’autore di questo intricato radiodramma incentrato su un giallo e su vari misteri da risolvere.
L’idea è quella di far provare in prima persona agli spettatori tramite una cuffia per le orecchie cosa succedeva quando si registravano i radiodrammi. Parliamo di tempi non troppo moderni, infatti la storia è ambientata nel 1940 in una vera e propria sala di registrazione dell’allora E.I.A.R. (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). Fra raccomandati da “eccellenze” varie ed eventuali e finali censurati per il regime autoritario la compagnia vive amori, litigi, dolori e gioie attraverso gli anni che passano, lasciando (se vogliamo) l’amaro in bocca per un’Italia che pur cambiando “padrone” si ritrova sempre a far i conti con il dover ingegnarsi a trovare scappatoie per non calpestare i piedi a nessuno.
Intervallano le registrazioni le musiche originali di Gianluigi Carlone, efficaci nel trasportare lo spettatore in quell’epoca in cui, non essendoci ancora la televisione, la radio avvolgeva il tempo libero degli italiani arricchendo le loro giornate.
Il cast formato da Daniele Ornatelli, Cecilia Broggini, Roberto Recchia, Alessandro Pazzi, Francesca Vettori e Maurizio Pellegrini riesce a gestire perfettamente la voce in uno spettacolo in cui la bravura dell’attore sta proprio nel gestire toni, volumi e intonazioni vocali per restituire al pubblico in platea un sentimento non visivo e scenico ma quasi esclusivamente uditivo.