Ho cominciato questo viaggio nel 2008 e il mio sogno era di dare nuova vita a una forma d’arte antica. Volevo raccontare storie in un modo che non fosse mai stato visto prima. Con Catapult posso dare vita ai miei sogni rendendo le mie visioni una realtà. I danzatori di Catapult sono dei performer incredibili che possono ballare, recitare e trasformare i loro corpi in forme apparentemente impossibili. Con le loro silhouette creano delle storie che entusiasmano l’immaginazione e toccano il cuore. Con Catapult voglio creare un mondo di trasformazioni magiche fatte da corpi umani e dalle loro ombre.
Adam Battelstein
Il teatro gremito di gente, un pubblico eterogeneo che include tutte le nazionalità e fasce d’età.
Di fianco a me eleganti donne canute, qualche fila più avanti bambini elettrici che mi trasferiscono l’energia l’entusiasmo e la curiosità che li caratterizza.
Buio in sala, Vivaldi introduce la prima sezione dello spettacolo con le sue Quattro Stagioni, e quando sul telo che divide la platea dal palco si manifesta un tulipano che si disferà in esili corpi umani, la sorpresa è tangibile e si dilagano in sala i versi spontanei dei bambini stupiti, soffocati da genitori divertiti e un po’ imbarazzati.
Le Quattro Stagioni introducono lo spettatore adulto in una realtà onirica che risveglia i ricordi d’infanzia, e la mente vola alle ambientazioni del lungometraggio Disney Fantasia.
Gli effetti delle ombre sono nuovi e sorprendenti, strappano sorrisi con facilità apparente.
I Catapult nascono nel 2008 dal genio creativo di Adam Battelstein che aveva lavorato per diciannove anni come danzatore, coreografo e direttore creativo del famoso Pilobolus Dance Theater.
Quella delle ombre cinesi è un’arte nota e secolare, ma Adam Battelstein le fa rivivere in chiave moderna, con chiara ironia e sorprendente tecnica. Si realizza una nuova maniera di raccontare storie: i ballerini accompagnano la platea in un viaggio fatato nella musica classica, alla conquista del West, nelle capitali europee, ma sono affrontate anche problematiche quotidiane come il bullismo, le relazioni amorose e le sofferenze delle guerre attuali.
Suggerirei a tutti i genitori di portare i propri figli a vedere Magic Shadows e ad ogni scuola di pubblicizzare lo spettacolo.
Io ho avuto difficoltà a prendere appunti durante la serata, gli occhi proprio non volevano distaccarsi dalla scena.