regia Fabio Bonso
con Deborah Biordi, Sara Fruganti, Francesco Mentonelli, Fabio Bonso, Ugo Nooz Torresi
scene a video Ugo Nooz Torresi
supporto tecnico Andrea Pittori
organizzazione Vania Marcato
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Un progetto grafico e drammaturgico che prende spunto dal mago di Oz per percorrere altre strade e linguaggi espressivi. Una trasposizione di emozioni e atmosfere attraverso varie forme di comunicazione, e che fa diventare la storia di una bambina un viaggio tra colori, suoni, immagini, e un rapporto interattivo con il pubblico.
Entrare nella fantasia, come fosse un sogno, è una fuga o un esigenza consapevole? Questa domanda diventa essenziale nel viaggio che la protagonista intraprende. Come se rifugiarsi in mondi diversi dal nostro fosse un processo irreversibile da cui passare per affrontare il mondo reale.
Il vissuto della bambina attraversa la storia per diventare grandi, e anche gli amici e nemici che incontra sono lo specchio della crescita di formazione che tutti noi sperimentiamo. Uno spaventapasseri, un uomo di latta, un leone sono i compagni per affrontare le difficoltà del viaggio, ostacolato da una strega manager in carriera, e infine l’incontro con il moderno mago di Nooz, che ha preso il posto del vecchio Oz, saranno il passaggio obbligato per una nuova consapevolezza positiva della vita.
Lo spettacolo cerca di dare una lettura attualizzata alle vicende della storia, creando un linguaggio espressivo più vicino all’arte figurativa, alla video art, al linguaggio corporeo.
Gli stessi personaggi del testo diventeranno strumenti di interazione con quello che succede sul palco e sul video, trasformando le relazioni in stimoli sia visivi che sonori.
Un esperimento di favola e nuovi linguaggi, in un crescendo di suggestioni degli sguardi e delle forme, ma sempre consapevoli di dialogare con un pubblico di bambini, che hanno voglia di confrontarsi con stimolazioni nuove o perlomeno inedite.
Ugo Nooz Torresi è un artista e visual designer che crea illustrazioni, arazzi, fumetti, scenografie e opere pubbliche in spazi urbani; in questo spettacolo, che porta il suo nome, unisce supporti tecnologici a carta e colori nel creare in tempo reale sfondi e personaggi che interagiscono con gli attori.