Si ride, fin dall’entrata in scena al rallenty dei quattro protagonisti che si rincorrono, bloccandosi in pose scomposte in un fermo immagine in cui li ritroveremo nel corso della vicenda.
Torniamo all’inizio. Romeo e Sofia sono una coppia di quarantenni che hanno invertito i ruoli convenzionali: lei è una pubblicitaria in carriera, molto creativa e apprezzata dal responsabile dell’agenzia, lui è gratificato dal suo impegno di casalingo iperorganizzato.
Se le scelte lavorative sono ormai consolidate, la relazione interpersonale soffre di qualche disfunzione: lei è sessualmente esuberante e rifugge dal matrimonio, lui non riesce ad abbandonarsi alle gioie dell’amore se non ha prima cucinato e rassettato la casa in maniera maniacale, coltivando la speranza di regolarizzare la sua posizione col matrimonio.
Questo equilibrio viene sconvolto il giorno del compleanno di lui, che la compagna vorrebbe festeggiare in modo molto intimo presentandosi in abiti succinti, ma Michelina intende festeggiare con il figlio, autoinvitandosi a cena anche per conoscere la pseudo nuora.
La faccenda si complica terribilmente, poiché Michelina è una signora che immagina la famiglia in termini tradizionali: matrimonio e ruoli classicamente definiti con l’uomo impegnato professionalmente (altrimenti c’è da dubitare della sua virilità) e la donna casalinga.
Cosa fare? Dopo innumerevoli rimbrotti, Sofia accetta di indossare il grembiule e occuparsi della cucina, telecomandata da Romeo che le suggerisce i tempi, i modi e le temperature di cottura. Il giovane, a sua volta, inizia ad avvitarsi in una spirale spasmodica di bugie attribuendosi il ruolo e la professione di Sofia.
A far crollare la fragile impalcatura di raggiri, ecco l’arrivo inaspettato del signor Borlotti, il capufficio, che in un tourbillon di equivoci e rincorse (si torna così alla scena iniziale) viene ritenuto dalla sempre più disorientata Michelina amante della ragazza, e si dovrà sfilare i pantaloni bagnati mostrandosi in mutande rosse, calzini verdi, giacca senape, camicia scozzese.
Inutile aggiungere che alla fine bisognerà ripristinare la verità, accettata dall’anziana signora dopo vari svenimenti.
La commedia è esilarante dall’inizio alla fine, con un intermezzo tra il pubblico in cui, abbattendo la quarta parete, gli attori scendono in platea per sostenere le proprie ragioni.
La regia di Massimo Natale guida gli esuberanti interpreti con speditezza e tempi comici serrati: Fabio Ferrari nel ruolo di Romeo, Silvia Delfino di Sofia, Pia Engleberth di Michelina e Maurizio D’Agostino di Borlotti. Gianluca Ramazzotti, curatore del progetto della versione italiana, appare in foto come il padre defunto di Romeo.
I dialoghi sono incalzanti, con qualche incursione nell’attualità più recente del Family day.
Questa commedia degli equivoci scritta da Pierre Leandri e Elodie Wallace è giunta in Francia alla quinta stagione, con oltre 100 rappresentazioni e più di 350.000 spettatori, esorcizzando attraverso la risata i problemi della società e stimolando riflessioni sulla vita. Adattata per il pubblico italiano da David Conati, ha riscosso molto successo dopo il debutto al Festival di Todi.
Il Teatro Marconi in questa sua prima stagione di programmazione offre spazio alle giovani compagnie svolgendo anche un’intensa attività di formazione attraverso la Scuola di Teatro e di Danza, i laboratori, workshop e stages per bambini, adolescenti e adulti.