produzione Teatro e Società srl
di Massimo Carlotto
con Pamela Villoresi, Claudio Casadio
scene Gianluca Amodio
musiche Paolo Daniele
costumi Lucia Mariani
disegno luci Alberto Biondi
disegni Laura Riccioli
regia Francesco Zecca
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Venerdì 12 febbraio alle ore 20.30 la Stagione di Prosa 2015-2016 del Teatro Goldoni di Venezia prosegue con Il mondo non mi deve nulla, un intenso spettacolo di Massimo Carlotto che vede Pamela Villoresi e Claudio Casadio dividersi la scena. Prodotto da Teatro e Società srl, lo spettacolo resterà in scena fino al 14 febbraio.
Il cuore di Rimini pulsa tranquillo in attesa dell’arrivo chiassoso dei turisti. Adelmo, un ladro stanco e sfortunato nota una finestra aperta sulla facciata di una palazzina ricca e discreta. La tentazione è irresistibile e conduce l’uomo a trovarsi faccia a faccia con Lise, la stravagante padrona di casa, una croupier tedesca in pensione.
Nessuno dei due corrisponde al ruolo che dovrebbe ricoprire e in una spirale di equivoci, eccessi, ironia e comicità si sviluppa un rapporto strano, bizzarro ma allo stesso tempo complesso e intenso sul piano dei sentimenti.
Adelmo cerca di arginare la precarietà che lo sta allontanando da un’esistenza normale, Lise invece è convinta di non avere più crediti da riscuotere dal mondo intero e sogna che Rimini si stacchi dalla terra e vada alla deriva per l’eternità.
Due personaggi infinitamente lontani, nulla li accomuna, eppure entrambi cercano il modo di essere compresi e amati dall’altro. Ma l’amore, anche se si regge su ineluttabili fragilità, può essere in grado di soddisfare desideri, salvare esistenze, rimettere a posto le cose. Una riflessione sul senso che diamo alle nostre vite, sul peso del caso e della nemesi, sulla libertà di scelta delle nostre coscienze.
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Note di regia
Avete mai sentito parlare dell’attrazione del vuoto? Si dice che sia inspiegabile, perché tocca corde sopite che hanno a che fare con la coscienza, chiede attenzione e sensibilità. Quando si parla di vuoto si parla di una forza centripeta, di uno spazio leggero, impalpabile, di un peso netto argenteo. Bisogna conoscere le regole della sua attrazione perché passare da vittima a carnefice è facile, è un gioco di ruolo in cui si confonde la sottile linea di divisione. E come si crea il vuoto? Come ci si svuota? Con la morte? In un certo senso sì. La morte dell’ambizione, la fine di ciò che si chiede a se stessi, ci si svuota degli obblighi e dei vincoli, delle necessità che si credevano importanti. Lo fa Lise. Lo fa Adelmo. Uno strumento dell’altra, necessari e imprescindibili, ma sideralmente distanti. Perché Lise non si permette un’alternativa. Lei che per tutta la vita ha vissuto nel lusso, non si permette il lusso più importante, ingabbiata nella convinzione che “solo i disperati vagano alla ricerca dell’occasione giusta”.
E in quello scalino appena prima del vuoto, quando il cuore pare fermarsi e il respiro sospendersi, quando solo il coraggio può farti vedere cosa c’è oltre, Lise decide di chiudere gli occhi per sempre. Per Adelmo, invece, quell’istante di apnea coincide con l’attimo precedente al vagito di una nuova vita. Pamela Villoresi scava in un personaggio che la vita ha indurito facendolo vibrare straordinariamente di una fragilità e ironia commoventi. Guardandola ci si incanta nel suo continuo svelare di Lise la sensibilità, l’indulgenza e l’amarezza amabilmente celate sotto un forte velo rosso di testardaggine, inclemenza e durezza. Pamela porta in scena perfettamente le due facce di Lise e la muove sul precipizio del vuoto come un ventriloquo fa con la sua bambola: la guida, la copre, la svela, la zittisce ed infine la sacrifica.
Claudio Casadio indaga con grande sensibilità un’anima intrappolata in una vita disperata, regalandogli poesia e una purezza incantatrice, che rende il suo personaggio struggente. Restituisce al personaggio di Adelmo tutta la sua “veracità”, la forza ed il “non arrendersi” tipico di chi è attaccato alla vita con i denti perché dalla vita ha avuto ancora troppo poco per mollare gli ormeggi. L’Adelmo di Claudio è più vitale e popolano che mai e di un popolo lavoratore e sacrificato porta in scena il riscatto con il buon senso che a volte viene meno ai più acuti filosofi. L’Adelmo di Claudio è credibile, concreto, meravigliosamente vivo, acuto e di una esuberanza necessaria per lasciare spazio alla speranza di una rinascita. Massimo Carlotto con il suo noir lascia la possibilità di muoversi in un testo pieno di molteplici opzioni. Il suo testo non patteggia per nessuno, non salva nessuno è un testo senza vincitori e senza vinti ma è anche un testo senza Dio che restituisce all’uomo la chance di guidare i suoi propri fili fino alla fine. È dunque un testo ideale per un regista che voglia dare una sua personalissima interpretazione. Di questa battaglia senza vincitori né vinti, senza eroi, di questo testo in cui da un lato c’è chi sceglie che il mondo non gli deve più nulla e dall’altro chi va a prendersi ciò che ancora il mondo gli deve, io ho scelto di lasciarmi tentare dal vuoto come fa Lise resistendogli come fa Adelmo.
Francesco Zecca
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Calendario spettacoli
12 febbraio 2016 20:30
13 febbraio 2016 19:00
14 febbraio 2016 16:00
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Biglietti
Platea: interi € 29; ridotti € 26; giovani € 17
1° ordine: interi € 25; ridotti € 22; giovani € 14
2° ordine: interi € 24; ridotti € 21; giovani € 13
3° ordine: interi € 18; ridotti € 15; giovani € 10
4° ordine: interi € 12; ridotti € 10; giovani € 8
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Info biglietteria
-lun – ven 10.00 – 18.30
-nei giorni di spettacolo: aperto anche il sabato dalle 10 alle 19, chiuso il giovedì pomeriggio, un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo (solo per acquistare biglietti della rappresentazione in corso)
-vendita online su www.teatrostabileveneto.it
-Attraverso la rete di vendita VeneziaUnica: presso i punti vendita di Piazzale Roma, Ferrovia Infopoint, Rialto linea 2, Tronchetto, Lido Santa Maria Elisabetta, Mestre, Sottomarina, Dolo; online www.veneziaunica.it/teatrogoldoni; prevendita telefonica tramite call center Hello Venezia 041.2424
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Info teatro
041.2402014