Lorenzo Loris, usuale collaboratore del Teatro Out Off, presenta il suo rifacimento de “Le notti bianche” opera giovanile atto alla comprensione dell’opera dostoevskijana.
Un rifacimento scevro di “giochi teatrali”, focalizzato sui dialoghi che nell’opera assumono la paradossale dimensione lirica di un soliloquio tra due personaggi. L’opera aiuta, ma l’innegabile lavoro della regia, la scena minimale di Daniela Gardinazzi e la caratterizzata direzione luci di Alessandro Tinelli incorniciano il conflitto viscerale del protagonista, divorato dall’inadeguatezza stridente tra la sua realtà e la propria illusione.
L’anonimo protagonista si autodefinisce un sognatore, uno di quelli più assoluti, convinto di non vivere una vita per favorire un sogno ininterrotto. Vagando per le sale della sua immaginazione sotto il sole freddo di San Pietroburgo incontrerà Nastenka (Camilla Pistoriello) e comprenderà l’insignificante solitudine della propria esistenza.
In scena non troviamo il giovane immaginato dall’autore, risuonano invece, i passi pesanti di un uomo attempato (Massimo Loreto) nei panni dell’anonimo sognatore diretto oltre i confini della città. “Un individuo è un oggetto quadrimensionale di forma molto estesa; nel linguaggio ordinario diciamo che possiede una grande estensione nel tempo e un estensione insignificante nello spazio” scrive Eddington, così la scelta registica permette di liberare la maschera dall’immagine romantica del giovine e, amplificando il vissuto del protagonista, portarlo dove una rivelazione – “Un solo attimo di beatitudine” scriverebbe l’autore –, appare tardiva e di ben poca consolazione.
La figura di Loreto e la dote di Pistorello (in un ottimo esordio) tengono insieme la scena; predisposta – come spesso accade nel lavoro di Loris – al ruolo predominante delle parole. L’azione è ridotta all’osso e capita che gli attori siano costretti a forzare i cambi di ritmo e la gestualità per sottolineare il proprio personaggio.
Detto questo, lo spettacolo scorre via lasciando allo spettatore il prisma dell’opera: la rivelazione del sognatore, dove risulta essere tutta un illusione, una costruzione della sua mente, una cosa tragicamente fine a sé stessa. D’altronde, cosa rimane dei sogni una volta che ci si è svegliati? A volte nemmeno il ricordo. La realtà invece, può rimanere nell’animo (o nell’ippocampo) per sempre.
“…e nel mondo, in conclusione, sognano tutti ciò che sono, quantunque nessuno lo intenda.”
Sigismondo
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“Le notti bianche”
da Fedor Dostoevskij
adattamento e regia: Lorenzo Loris
scena: Daniela Gardinazzi
costumi: Nicoletta Ceccolini
luci: Alessandro Tinelli
musiche originali per la balalaika: Simone Spreafico
elaborazioni video: Lorenzo Fassina
con: Camilla Pistorello, Massimo Loreto