produzione Fondazione Teatro della Toscana
di Massimo Sgorbani
con Gianluca Ferrato
scene Massimo Troncanetti
costumi Fondazione Cerratelli e Laboratorio di Scene e Costumi del Teatro della Pergola
assistente alle scene Francesca Rossetti
tema musicale di Truman Maurizio Fabrizio
suoni Giorgio De Santis
foto di scena Neri Oddo
assistente alla regia Jonathan Freschi
impianti e regia Emanuele Gamba
Durata: 1h e 20’, atto unico
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Dopo Giacomo Leopardi, da venerdì 12 a domenica 21 febbraio un altro scrittore sale sul palcoscenico del rinnovato Teatro Niccolini di Firenze: Truman Capote. Gianluca Ferrato rivive in scena l’autore di A sangue freddo, di cui quest’anno ricorrono i 50 anni dalla prima pubblicazione, in Truman Capote questa cosa chiamata amore, testo inedito di Massimo Sgorbani, con la regia di Emanuele Gamba e la produzione della Fondazione Teatro della Toscana.
La sala di via Ricasoli, entrata a pieno titolo nel sistema del Teatro Nazionale toscano, insieme al Teatro della Pergola, al Teatro Era e al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci, accoglie quindi un monologo da e su uno dei più grandi scrittori americani del ’900, in uno spazio teatrale mutevole e leggero, una pelle prismatica di camaleonte pronto alla trasformazione, com’era la lucentezza della prosa di Truman Capote.
La programmazione del Niccolini continua poi dall’8 al 13 marzo con Quattro buffe storie: Glauco Mauri e Roberto Sturno in quattro atti unici di Luigi Pirandello e Anton Čechov.
“Tutta la letteratura è pettegolezzo”. Così Truman Capote liquidava con una delle sue abituali provocazioni anti-letterarie qualsiasi visione sacrale dell’arte e dell’artista. ‘Pettegolezzo’ inteso come svelamento di ciò che non si sa, indagine sui lati oscuri dell’America, in modo leggero e profondo, snob e vivace come un vodka martini. È il Capote più irriverente, infatti, quello che emerge da Truman Capote questa cosa chiamata amore, la nuova produzione della Fondazione Teatro della Toscana, un inedito di Massimo Sgorbani per Gianluca Ferrato, diretto da Emanuele Gamba, il regista di Spring Awakening (tratto da Risveglio di primavera di Frank Wedekind), il musical sulla paura ed esaltazione che da sempre i ragazzi provano per il dolce mistero dello sbocciare del proprio corpo, premiato alla IV edizione del Gold Elephant World – International Film and Musical Festival di Catania. Capote il dandy, l’esibizionista, il personaggio pubblico prima ancora che il grande scrittore: in scena nel rinnovato Teatro Niccolini di Firenze da venerdì 12 a domenica 21 febbraio (entrato a pieno titolo nel sistema del Teatro Nazionale toscano, insieme al Teatro della Pergola, al Teatro Era e al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci), l’anticonformista per eccellenza può permettersi di parlare con la stessa dissacrante arguzia di Hollywood e della società letteraria newyorkese, di Jackie Kennedy e Marilyn Monroe, di Hemingway e Tennessee Williams, senza mai risparmiare se stesso, i suoi vizi, le sue manie, i suoi successi e fallimenti. La programmazione della sala di via Ricasoli continua poi dall’8 al 13 marzo con Quattro buffe storie: Glauco Mauri e Roberto Sturno in quattro atti unici di Luigi Pirandello (Cecè e La patente) e Anton Čechov (Domanda di matrimonio e Fa male il tabacco).
Il suo stile, decadente, ironico e iconoclasta ha segnato la letteratura degli Stati Uniti: Truman Capote, geniale scrittore, giornalista e drammaturgo, è stato, dopo Hemingway, forse il più grande esempio di autore divenuto protagonista, e vittima, dello star system a stelle e strisce. Un predestinato alla scrittura. Inizia a scrivere a otto anni, a diciassette le prime pubblicazioni, a diciannove vince il primo O. Henry Award della sua vita. Il suo stile è già formato, come ammetterà lui stesso negli ultimi anni della sua vita; cambia l’oggetto dei suoi racconti, la materia tra le mani, ma il suo stile è quasi identico a quello della sua giovinezza, e si basa tantissimo sul suono e sul ritmo delle parole.
Dopo un’infanzia difficile e con l’aggravante, per l’America dell’epoca, dell’omosessualità, Capote, sotto i lustrini di feste e copertine di riviste, ha saputo raccontare tanto la frizzante società newyorkese, quanto il cuore più nero del suo Paese. Il tutto con una lingua costruita alla perfezione, vero elemento distintivo della sua produzione, tanto quanto i temi di cui si è occupato nei suoi libri, da Colazione da Tiffany a Marlon Brando. Partito dai bassifondi, lavorando come fattorino, Capote ha conosciuto il successo con i racconti, per poi imporsi definitivamente con il romanzo-verità A sangue freddo di cinquant’anni fa (1966), storia del massacro di una famiglia e capostipite di un nuovo tipo di giornalismo letterario. Poi alcol e droga hanno infiacchito il suo talento, a lungo cristallino e unico. Ma trent’anni dopo la sua morte, per cirrosi epatica nell’agosto del 1984, a neppure 60 anni di età, non possiamo che rimpiangere il suo genio e anche la sua candida e disperata voglia di stupire e, probabilmente, di essere apprezzato e amato.
“Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l’autoflagellazione”. Se per Capote il suo talento è stato una frusta, per tutti noi è solo piacere puro.
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BIGLIETTI
Posto unico non numerato platea e primo ordine di palchi: 15 € intero; 13 € ridotto – riduzioni over 60, under26, abbonati Teatro della Toscana (Pergola/Era), possessori di PergolaCard, soci Unicoop Firenze, Sdiaf.
Posto unico non numerato palchi secondo e terzo ordine: 12€ intero; 10 € ridotto – riduzioni over 60, under26, abbonati Teatro della Toscana (Pergola/Era), possessori di PergolaCard, soci Unicoop Firenze, Sdiaf.
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BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su http://www.boxol.it/TeatroDellaPergola/IT/?A=159338 e tramite la App del Teatro della Pergola.
Circuito regionale Boxoffice.