Ostra è una cittadina nell’entroterra anconetano con vari palazzi antichi che stanno per essere riaperti al pubblico.
Domenica 13 marzo 2016 il palazzo gentilizio Pericoli ha offerto una location esclusiva al gruppo FAI di Ostra, coordinato da Federica Fanesi, per l’allestimento estemporaneo de La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi. Non essendo ancora pronte le sale al piano superiore, è stato il lungo e vasto atrio ad ospitare un piccolo palcoscenico sopraelevato e il pubblico che non ci si aspettava così numeroso.
Capofila di questo solido carro dei Tespi l’artista locale Roberto Ripesi, protagonista e regista del grazioso intermezzo. Posizionati i cinque strumentisti nella parte posteriore del palcoscenico e un divano con tavolinetto in stile antico sul davanti, i tre artisti, in costumi d’epoca, hanno animato il salotto musicale col dinamismo dei tre singolari personaggi della commedia che vivono sotto lo stesso tetto: l’anziano e ricco Uberto, suo cugino Vespone, la giovane serva Serpina che ambisce ad esser padrona sposando appunto il suo padrone.
E per raggiungere il suo scopo inventa persino un pretendente, capitan Tempesta, che però pretende da Uberto anche la dote della sposa. E dove non poté l’amor poté il denaro e Uberto, che in realtà amava già la sua Serpina, accetta di sposarla.
Uberto era il basso Roberto Ripesi, specialista in ruoli di carattere sia per l’eccezionale mimica facciale e gestuale, sia per la duttilità di un mezzo vocale solido ed esteso in grado di eseguire anche il tipico canto sillabato del buffo.
Serena Api, neofita ma già padrona del palcoscenico, è una Serpina vezzosa e determinata, porge in modo aggraziato una bella voce di soprano leggero, pulita e scintillante in tessitura acuta, il suono è un po’ chiuso in zona medio grave e la dizione non sempre chiara.
Il mimo muto, servitore di Uberto e capitan Tempesta, è un versatile e dinamico Renzo Ripesi, veterano del ruolo.
Il quintetto d’archi “I Cameristi del Montefeltro” era formato da Eleonora Longoni e Massimo Sabbatini al violino, Michele Bartolucci alla viola, Colombo Silviotti al violoncello, accompagnati da Silvia Ercolani al continuo.
Tutti si sono divertiti, artisti compresi, che si sono esibiti a titolo gratuito.
E questo non è giusto.