di Saverio La Ruina
con Saverio La Ruina e Cecilia Foti
musiche originali Gianfranco De Franco
contributo alla drammaturgia Jo Lattari
contributo alla messinscena Dario De Luca
aiuto regia Cecilia Foti
disegno luci Dario De Luca
produzione Scena Verticale
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Una manciata di situazioni rappresentate, pochi bozzetti di intensità crescente che, come istantanee, immortalano un rapporto sentimentale in cui dominano la dimessa fragilità di lei e la paranoia ossessiva di lui.
Non è possibile individuare gli eventi più significativi dello sviluppo relazionale ma tutto è presente già “in nuce” nella prima scena. Davanti a un semplice tavolino da salotto una prima forma di violenza psicologica investe la ragazza: la tendenza a psicanalizzare ogni gesto dell’altra rende l’uomo sempre più ossessivo e – unitamente all’incapacità di accogliere i difetti dell’amata e alla pretesa di cambiarla – lo trasforma in una persona frustrata e indisponente.
Da questo primo confronto in poi una coltre di polvere – prima silenziosa e sottile, poi densa e pesante – si depositerà lentamente sui personaggi, renderà opaco il cuore di lui e stanco, sfibrato l’amore di lei.
Una rappresentazione molto intensa e coinvolgente in cui la parola “amore” viene abusata e svilita; in cui il rapporto di disparità imposto dall’uomo annichilisce la donna; in cui i traumi passati dei personaggi risorgono e, nonostante possano potenzialmente fortificare la relazione, la portano all’atrofia.
La violenza fisica nelle relazioni è spesso solo la punta dell’iceberg, una manifestazione ultima e estrema di quelle tensioni sotterranee e latenti che Saverio La Ruina e Cecilia Foti rappresentano mirabilmente in questo spettacolo.