Tratto da Staircase di Charles Dyer
con Massimo Dapporto e Tullio Solenghi
scene e costumi di Massimo Bellando Randone
regia Roberto Valerio
Star Dust Show Productions
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Quando si alza il sipario, il piccolo giradischi di Harry (Tullio Solenghi) suona “l’Hallelujah corus” di Handel. Charlie (Massimo Dapporto) è seduto sulla poltrona girevole con un asciugamano intorno al collo: Harry ha appena terminato di raderlo.
Si chiama «Il sottoscala» la commedia di Charles Dyer che Tullio Solenghi e Massimo Dapporto hanno battezzato «Quei due», come l’indimenticabile versione cinematografica di Donen del ’69 con Richard Burton e Rex Harrison. O come il precedente «Quelle due» di Wyler con Audrey Hepburn e la McLaine e che da noi fu in scena 47 anni fa con Paolo Stoppa e Renzo Ricci.
I due uomini stanno insieme da trent’anni, Harry vive con la madre al piano di sopra ed è un barbiere; Charlie è un ex attore, con una ex moglie che ha imparato a fare il barbiere e che ogni tanto si diverte a travestirsi da donna. Nella periferia di Londra le vite dei due scorrono normali, come tutte le coppie vivono una quotidianità farcita di litigi, profumi, rimpianti e tè. Charlie, però, ha da poco saputo di avere una figlia, all’esitazione di incontrarla e presentargli il suo compagno si aggiunge l’ansia di essere chiamato in tribunale per una cosa da niente, come spiega a Harry: si era solo seduto sulle gambe di un poliziotto mentre imitava Marilyn Monroe che suona l’ukulele.
La solida coppia di interpreti porta in scena anni di carriera ed esperienza, che restituiscono in un’interpretazione impeccabile. Dapporto ed il magistrale Solenghi, affiatati e naturali, danzano in questa commedia fatta di battute affilate e le gag brillanti. Il taglio leggero dato da Valerio e la riduzione fatta dallo stesso Dapporto hanno restituito una commedia godibilissima, divertente e non banale in cui si affrontano temi attuali, come l’adozione e il suicidio di giovani gay, divertendo e commuovendo il pubblico allo stesso tempo.
I due attori hanno chiuso la stagione del teatro di Jesi ricevendo l’applauso più lungo della loro tournée e ricordando il celebre Paolo Poli, recentemente scomparso, al quale anche noi rendiamo omaggio.