Chopin, Chopin e ancora Chopin: per il suo atteso debutto a Roma il grande pianista cinese Yundi Li ha puntato tutto sul suo musicista d’elezione che lo ha consacrato fin dal 2000, quando appena 18enne si aggiudicò lo Chopin di Varsavia, il più importante concorso pianistico a livello internazionale.
Sold out per la data unica alla IUC, Istituzione Universitaria Concerti, lo scorso sabato 12 marzo, che si fregia anche quest’anno di uno dei programmi più eclettici e variegati del panorama musicale romano riuscendo ad accaparrarsi il debutto romano del grande pianista cinese, 33 anni, che vanta anche il primato di essere stato il più giovane vincitore dello Chopin.
Il curriculum di Yundi Li d’altra parte è di per sé straordinario: insignito della Medaglia per Meriti Culturali “Gloria Artis” per le sue interpretazioni di Chopin, ha suonato nel Teatro dell’Opera Nazionale di Varsavia in occasione delle celebrazioni del bicentenario del compositore e si esibisce regolarmente nelle più importanti sale concertistiche dislocate in Europa, America e Asia, è impegnato anche a livello umanitario, nella promozione della musica classica in ambito educativo incentivando i bambini allo studio del pianoforte.
Tecnica comunicativa totalmente diversa rispetto al rivale-amico Lang Lang, trascinatore di masse in grado di trasformare in concerto di musica classica in un evento pop-rock, Yundi Li ha finalmente debuttato a Roma con un colpo di teatro inaspettato, cambiando il programma a ridosso del concerto. Non più Schumann e Beethoven, ma “solo” Chopin con le quattro Ballate e i 24 Preludi.
Talentuoso, rigoroso, talento puro, controllo del gesto estremo: i sentimenti trapelano, ma con estrema sensibilità e cura dei dettagli, senza strafare, senza voler mostrare di saper fare. Yundi Li interpreta Chopin lontano da ogni compiacimento, senza mai cedere alle lusinghe del gesto o dell’esuberanza: l’esecuzione è asciutta, ma completa, ogni gesto è calibrato e attento senza mai cedere ai moti dell’anima o lasciarsi travolgere (solo apparentemente) dalle emozioni.
L’interpretazione in realtà arriva direttamente al cuore, è sensibilissima, ricca di sfumature, di particolari e dettagli dell’anima e dei sentimenti (ma senza scivolare nel sentimentalismo): Yundi Li “rivitalizza” un repertorio popolarissimo, le quattro Ballate di Chopin e la loro anima romantica, fra estasi, emozione e passione. Il tocco sulla tastiera è magico, rifugge di mostrare e ostentate la tecnica, lascia parlare la poesia delle note e la sensibilissima interpretazione anche nella seconda parte del concerto e i 24 Preludi op. 28, già incisi per la Deutsche Grammophon ed EMI Classics lo scorso autunno. È qui che fa sfoggio di una variegata e lucidissima tavolozza di emozioni e colori, di tecnica impeccabile, lasciando brillare le corde dell’anima del grande pianista polacco che rivivono in lui per arrivare dritte al cuore del pubblico.
Fra i calorosi applausi del pubblico, immancabile il bis che Yundi Li ha concesso proponendo la vivacità di un brano classico cinese, Cai Yun Zhui Yue. Un vero e proprio successo.