Il primo aprile Antonio Rezza ha sottoposto la platea del Puccini ad uno dei “Pesci d’aprile” meglio riusciti nella storia!
Con il suo spirito dissacrante e pungente è andato toccare tutti i nervi scoperti di una società ostentatamente ben pensante e definita.
Chi conosce Rezza sa a cosa mi riferisco, chi non lo conosce non può capirlo e neppure immaginarlo! Sarà per questo inutile e pruriginoso andare ad assistere ad un suo spettacolo!
Sono affrontate in modo irriverente tematiche solitamente tabù, dal potere dei potenti del mondo, alle loro debolezze becere, la religione, la morte. È un teatro schietto, nudo, diretto, dal rimo sincopato, divertente, incalzante, sempre preciso e calzante.
Per godere a pieno dell’arte di Rezza si deve cedere al suo stile, scendere a compromessi con la sua ritmicità stridula, abbandonarsi ai suoi monologhi e alla sua liricità unica. Rezza una trottola, un’infaticabile macchina da palcoscenico, un’urticante illustre giullare.
Rezza è un fascio di nervi, la sua recitazione è protagonista assoluta della scena, sebbene egregiamente supportata dalla recitazione di Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini ed Enzio di Norscia.
Deus ex machina, Flavia Mastrella. La collaborazione tra i due risulta ancora una volta azzeccata, vincente.
Rezza regala sorrisi beffardi e risate sfacciate, creando una sintonia unica col pubblico. Ci si affeziona a Rezza, gli si vuole bene e gli si è grati per la rarità di impressioni che offre con il suo teatro surreale (che va oltre il surrealismo noto), e la sua fisicità di attore che riempie la scena e la plasma.
Non si vede l’ora di avere la possibilità di assistere nuovamente alla sua opera, solo per avere modo di ringraziarlo per il godimento offertoci in occasione di quella precedente.