Sabato 23 aprile, Auditorium “Lo Squero”, Fondazione Cini, Isola di S. Giorgio – Venezia
Ludwig van Beethoven
Quartetto in Re maggiore op.18 n.3
Quartetto in Fa maggiore op.18 n.1
Quartetto in La minore op.132
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Quartetto di Venezia
Violino| Andrea Vio, Alberto Battiston
Viola| Giancarlo di Vacri
Violoncello| Angelo Zanin
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Barche che scivolano veloci sull’acqua, il planare di uccelli o l’incresparsi delle onde potrebbero far tornare alla mente i video che solitamente accompagnano l’esecuzione viennese, a capodanno, del Bel Danubio Blu, valzer popolarissimo di J. Strauss jr.
Immagini scelte accuratamente dalla regia austriaca per evocare il fiume mitteleuropeo.
Che cosa accade se le stesse immagini vivono in contemporanea alla musica e nel medesimo luogo?
Risulta difficoltosa la descrizione delle emozioni e dell’atmosfera suscitati dal panorama, unico, che ti coinvolge in un grande abbraccio, all’Auditorium Lo Squero, sull’Isola di San Giorgio, che da questo sabato ha aperto ufficialmente le proprie porte al pubblico con un concerto di quartetti di Beethoven.
L’iniziativa, promossa da Fondazione Giorgio Cini con la collaborazione di Asolo Musica, in realtà, è a lungo termine e prevede l’esecuzione, a cadenza mensile, da aprile a novembre, dell’integrale dei tali quartetti.
Integrale non presente sulla scena veneziana dal 1976, allora eseguiti dal Quartetto Italiano e dal Quartetto Juilliard.
A quarant’anni di distanza, ecco a riproporli, per chi c’era e per chi non era ancora nato, le vibranti corde di un’unica formazione, il Quartetto di Venezia, che dopo più di trenta anni di carriera, ancora conquistano, divertendo e divertendosi, come testimoniano le loro espressioni e i loro sorrisi durante il concerto, anche nei passaggi più complessi e più impegnativi.
Tranquillità e sicurezza, mai vacillanti, trasmesse al pubblico, rapito dalla semplicità e dal flusso ininterrotto di dialogo fra i quattro strumenti.
Poche interruzioni e continuo fluire musicale, come l’incresparsi delle onde.
Emblematica l’esecuzione del terzo movimento del quartetto op.132, brano d’ispirazione palestriniana, dilatato e atemporale, in cui i presenti hanno ripreso a respirare solo a termine dell’ultimo afflato dell’ultima nota.
Il programma, volutamente acronologico, per confrontare le diverse fasi compositive dell’autore tedesco, è piaciuto molto ai presenti, che hanno tributato lunghi applausi.
Un accenno ancora all’ambiente de “Lo Squero” dell’Isola di San Giorgio Maggiore, antica officina per la riparazione delle imbarcazioni, ora un moderno e suggestivo auditorium, a vista laguna.
Un plauso a questo intervento di recupero, promosso dalla Fondazione Giorgio Cini e della Fondazione Virginio Bruni Tedeschi.
Venezia e l’Italia, in generale, hanno necessità di spazi nuovi, moderni e funzionali con preciso fine della trasmissione e della fruizione musicale.
La speranza è che questa piacevole eccezione non rimanga tale ma venga ripresa molto presto e l’augurio è che, spento il naturale interesse iniziale, questo spazio, venga utilizzato incrementando il volume della propria stagione, aprendola, per esempio, anche alle realtà musicali giovanili, che questa città crea, ma solo alcune volte valorizza.
A proposito di realtà giovanili, da lodare il lavoro del giovane musicologo Mauro Masiero che ha curato sia la guida all’ascolto sia le note di sala dell’intero opus dei quartetti beethoveniani.
Un utile accorgimento per permettere, anche ai neofiti, di meglio apprezzare l’ascolto di così eccezionale musica.