Sotto scacco
di DAVID MAMET
traduzione di Luca Barbareschi
con Eros Pagni e Roberto Caccioppoli
scene Matteo Soltanto
costumi Anna Colucci
luci Umile Vainieri
musiche originali Riccardo Eberspacher
regia di Alessandro D’Alatri
Nuova produzione TEATRO ELISEO e TEATRO STABILE D’ABRUZZO
Durata 1 ora 30’- due atti con intervallo
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China Doll è l’opera più recente di David Mamet, scritta per Al Pacino e appena andata in scena al Gerald Schoenfeld Theatre a Broadway.
Due atti, due personaggi e un’atmosfera da legal thriller. Mickey Ross, ricco magnate della finanza, maestro del raggiro, spavaldo capitalista senza scrupoli, assilla e vessa il suo giovane assistente Carson. L’apparentemente devoto segretario tuttofare appare impassibile di fronte al collerico miliardario, rispondendo prontamente a ordini e desideri. Ross ha regalato alla sua fidanzata come pegno di nozze un jet privato superlussuoso da sessanta milioni di dollari. Ma l’aereo, acquistato in Svizzera per non pagare le tasse di acquisto al governo americano, ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza in Canada. Una raffica di telefonate con responsabili e avvocati fornisce, al protagonista e al pubblico, le informazioni necessarie per comprendere che non si tratta di un problema legato alle compagnie aeree o all’atterraggio di emergenza all’aeroporto di Toronto. La sua fidanzata è stata fermata alla dogana e c’è una tassa di cinque milioni di dollari da pagare. Ben presto si capirà che Mickey Ross è stato incastrato. La sua boria, le sue modalità, che lo hanno reso incontrastato padrone del mondo, hanno fatto infuriare il figlio del Governatore, ora in corsa per la Casa Bianca.
Adrenalina e nervi tesi sono il carburante di una drammaturgia che procede per stoccate caustiche nel tessuto precario della nostra contemporaneità, passandone in rassegna menzogne, cliché e brutture senza mai indulgere in moralismi.
Il fuoco di fila delle battute, secche, incomplete, evocative, conferma il linguaggio tipico della scrittura di Mamet e mantiene alta la tensione.
Il mio rapporto negli anni con David Mamet è stato uno dei più ricchi e gratificanti – dichiara Al Pacino – Insieme abbiamo realizzato quattro progetti e l’idea di dare vita ad un nuovo personaggio dell’opera di Mamet era un’opportunità a cui non volevo rinunciare… È uno dei personaggi più scoraggianti e complessi e difficili che io abbia esplorato sul palcoscenico. È un regalo speciale per un attore, un ruolo nuovo, diverso.
Dopo Glengarry Glenn Ross, quella di Mamet è stata una voce costante nel cinema e nel teatro, sempre anticonvenzionale e critica contro il mondo degli affari e le illusioni del sogno americano in un società che a suo dire “insegna a violentare e rubare’’. È un uomo che ha preso posizioni controverse anche in politica e ha spesso attaccato con veemenza, con abilità e intelligenza, il politicamente corretto, anzi ne ha fatto una bandiera del suo teatro.
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NOTE DI REGIA
Quando lessi China Doll per la prima volta, nel gennaio 2015, era un testo inedito e nella sua versione originale. Su qualche pagina della copia cartacea c’erano ancora delle correzioni fatte a mano da Mamet. Non avevo altre informazioni se non che lo aveva scritto per Al Pacino e che a fine anno avrebbe debuttato a Broadway. Me lo aveva passato Luca Barbareschi che lo aveva ricevuto direttamente dalle sue mani. Ero a New York e dire che ero emozionato è dir poco. Cominciò così questa avventura.
Il titolo non ha nulla a che vedere con le bambole cinesi. È un modo di dire americano che significa qualcosa come “un vorticoso pastrocchio”, “un aggrovigliarsi di eventi non prevedibili”, “un improvviso gran casino”… Potrei continuare a lungo poiché in italiano un modo di dire così preciso non c’è. Abbiamo convenuto che forse il titolo che rendeva più il senso del testo fosse Sotto scacco, salvando quello originale come sottotitolo.
Rende però l’idea su quello che accadrà a Mickey Ross nel corso dei due atti. Lui è un potente uomo d’affari che, dopo una vita di grandi successi, ha deciso di mettere da parte tutto il cinismo e la voglia di arricchirsi per dedicarsi a qualcosa che apparentemente non ha mai conosciuto: l’amore per una giovane e affascinante donna. Anziché un diamante le ha acquistato, come regalo di matrimonio, un jet da 60 milioni di dollari che chiama “il giocattolino”. Tutto sembrerebbe andare per il meglio, ma rapidamente, la situazione s’ingarbuglia.
David Mamet, maestro indiscusso del teatro di parola contemporaneo, con questo suo ultimo testo, proprio attraverso un sapiente uso delle parole, ci conduce in un percorso rivelatore dei meccanismi e delle logiche del mondo della politica, della finanza e della giustizia. E di conseguenza del nostro inconsapevole vivere.
I due atti si svolgono in un unico ambiente: come fosse un non luogo dove gli spazi sono determinati più che dalle materie dalle tecnologie. In un continuo utilizzo di telefoni, cellulari e computers mister Ross e il giovane assistente Carson riescono a dare corpo ai caratteri di un folto gruppo di personaggi, non ultima la giovane donna intorno a cui gira l’intera vicenda.
Sulla scena però si realizza anche il confronto tra il vecchio squalo e il giovane apprendista rivelando la collisione di mondi che, come placche tettoniche, inevitabilmente potrebbero generare grandi modificazioni. Ma come tutti i grandi mutamenti l’autore lascia aperto il dubbio: quale sarà il risultato finale?
Un testo che richiede un notevole esercizio professionale, soprattutto sapendo che era cucito su misura per un grande interprete. Chi poteva essere in Italia il coetaneo di Pacino per età e talento? È stato facile. Con Eros Pagni avevo girato Americano Rosso, il mio primo film. Ritrovarsi è stata una gioia. Per il giovane Carson, avevo bisogno di altrettanto talento e rigore: l’ho trovato in Roberto Caccioppoli.
Come in un moderno ‘Re Lear’, Pagni mette in scena il dramma di un Re che, decisosi ad abdicare in nome della serenità, viene invece costretto a sfoderare nuovamente tutta la propria arroganza e crudeltà. Un’interpretazione indimenticabile.
Nelle pieghe di questo dramma si ride molto, altra prerogativa dell’autore, proprio perché il potere, quando messo in crisi, mostra tutta la propria comica fragilità.
«Viviamo in una nazione infelice. Come popolo siamo gravati da un’immagine terribile di noi stessi…» scrive Mamet in un suo libro di qualche anno fa indicando nel teatro l’opportunità per ritrovare un’autostima che riconduca la società americana ad un equilibrio. Che sia un buon suggerimento anche per noi?
Alessandro D’Alatri
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TEATRO ELISEO
Da martedì 5 a domenica 24 aprile 2016
Orario spettacoli: martedì, giovedì venerdì e sabato ore 20.00 – mercoledì e domenica ore 16.00
Biglietteria tel. 06.83510216
Giorni e orari: da martedì a domenica 9.30 – 19.30
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Biglietteria on-line www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it
Call center Vivaticket: 892234
Prezzi da € 12.00 a 34.00