In scena al Teatro Menotti, “Doppio Sogno”, una pièce ispirata alla novella di Arthur Schnitzler, ed anche all’ultimo capolavoro firmato Stanley Kubrick, “Eyes Wide Shut”.
Un’opera che all’inizio appare confusionaria proprio come un sogno, un filo conduttore sembra voler unificare i vari sentimenti ed emozioni dei personaggi.
Il dottor Daniel Fridoli, percorre un lungo viaggio negli inferi della sua mente.
I pensieri stanchi, vagano senza meta da una parte all’altra, difficile stargli dietro, ma inevitabile, impossibile. Tra i deliri, il dottore immagina il tradimento della bella moglie, che rea di peccato, confessa che tutto avrebbe lasciato, anche la loro piccola figlia Lily per questo ladro di amore.
Ruben Rigillo nelle vesti del dottor Fridoli incarna perfettamente gli incubi e i sogni di ogni individuo.
La paura si serve di una mano violenta per schiaffeggiare la coscienza del dottore, desideri inespressi, confessioni incofessabili, tormenti rattenuti negli abissi della mente capace di qualsiasi perversione.
Lo spettatore è intrappolato in questa pièce enigmatica, misteriosa, qual è la realtà? Qual è il sogno? La trama sembra voler condurre il pubblico ad una nuova immagine quella in cui è la moltitudine delle cose ad acquisire importanza, i vari aspetti, osservare da altre prospettive, plasmare se stessi consapevoli di quello che si è.
Sono manifestazioni della vita quelle portate sul palco, in cui morte, amore e vita si amalgamano con naturalezza, in cui dissapore e rancore vengono spodestati del loro potere per essere liberi di soffrire.
La scelta di Giancarlo Marinelli di portare in scena un’opera così sublime è stata molto apprezzata, in sala calorosissimi applausi per la magnifica Ivana Monti nelle vesti di Ivana, madre gelosa e possessiva, ma saggia, Caterina Murino interpreta Nicol, moglie insoddisfatta e capricciosa. Rosario Cappolino nel ruolo d’amico d’infanzia e pianista in feste misteriose Nachtigall.
Non è uno sdoppiamento di personalità, è che noi siamo più persone, più desideri, non siamo il nostro dolore e il nostro amore, siamo compagni di noi stessi, noi che vagheggiamo tra il sogno e la realtà, sempre, per tenerci in vita in quest’eternità.
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di Giancarlo Marinellitratto dall’omonimo racconto di Arthur Schnitzlercon Ivana Monti, Caterina Murino, Ruben Rigillo, Rosario Coppolinoe con Andrea Cavatorta, Francesco Maria Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio, Carlotta Maria Mondanaregia di Giancarlo Marinelliaiuto regia Federica Soranzioscene di Andrea Bianchicostumi di Adelia Apostolicomusiche di Roberto Fialight designer Mirko Oteriproduzione Compagnia Molièrecon il Patrocinio di Regione Veneto