Di Valerio Massimo Manfredi
Con Sebastiano Lo Monaco, Maria Rosaria Carli, Turi Moricca, Carlo Calderone e l’orchestra Sax in Progress dal Conservatorio Perosi di Campobasso
Adattamento e drammaturgia Francesco Niccolini
Scene Antonio Panzuto
Costumi Cristina Da Rold
Musiche originali Dario Arcidiacono, Davide Summaria
Disegno luci Nevio Cavina
Regia Alessio Pizzech
Produzione Sicilia Teatro
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L’Ulisse con la regia di Alessio Pizzech è uno spettacolo da vedere, specialmente per la grande abilità degli interpreti nell’uso della voce e per la cura riservata alla parola. Un lavoro completo, da questo punto di vista: le vocalità di Sebastiano Lo Monaco e dei suoi colleghi creano da sole atmosfera, immaginario e azione. Fortunato il pubblico che assista al lavoro di attori così capaci, Carli e Lo Monaco in testa; bravi anche gli attori più giovani, a parte una lieve inflessione romana di Moricca, che non si sposava molto con la figura di Achille. Interessante il testo, che raccoglie la storia di Ulisse da prima della guerra di Troia fino al ritorno a casa, dando risalto ad alcuni aspetti, non sempre presi in considerazione nelle rivisitazioni della vicenda: la tentazione di Elena e l’amore di Penelope; il ricorrere frequente di Nessuno, il significato di questo nome per il protagonista; il tema della guerra e della disperazione dell’uomo in guerra. Un po’ di sproporzione tra la quantità di testo e la tempistica della messinscena dà l’impressione di avere davanti una sorta di Bignami della storia di Ulisse e non permette di assaporare a pieno tutti i momenti dello spettacolo. Non mancano passaggi intensi ed efficaci, ma se ne desidera qualcuno in più.
L’allestimento racchiude delle trovate efficaci, prima tra tutte la presenza di un gruppo di musicisti, trombettisti, sassofonisti, percussionisti, che è stato gestito con pertinenza, grazie anche alla presenza scenica dei musicisti e dei loro movimenti ben orchestrati: la musica non è solo sottofondo, ma ricrea in modo originale la presenza sonora e fisica dei compagni di Ulisse, in un primo momento, dei Proci in un secondo. Le scene a cura di Antonio Panzuto sono efficaci ed essenziali. Con pochi elementi scenici si è potuto ricreare l’immaginario tematico della narrazione: una barca /talamo, un fondale velato, le armature dei caduti che calano dall’alto man mano che i morti della storia aumentano, una figura di cane che solo si intravede.