Che fosse un concerto fra i più importanti della stagione sinfonica lo si era capito dalla presenza di Yuri Temirkanov, Direttore Onorario dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ma stavolta il ritorno del grande direttore russo coincideva con un omaggio tutto speciale: in memoriam Giuseppe Sinopoli è il fil rouge del programma dei concerti del 23, 24 e del 26 aprile (ultima replica alle ore 19,30).
Il 20 aprile 2001 moriva a Berlino il maestro Sinopoli e a distanza di 15 anni dall’improvvisa e prematura scomparsa, l’Accademia di Santa Cecilia ha voluto omaggiare le memoria del grande direttore d’orchestra (già direttore dell’Orchestra ceciliana dal 1983 al 1987) con un programma che inanella Ravel, Mahler e Brahms. Amatissimo a Roma, Temirkanov torna nella Capitale e come sempre acclamato dal pubblico anche con un programma di pagine non troppo popolari che seguono un primo concerto dell’anno all’insegna della musica russa. Il programma del concerto si divide nettamente in due parti distinte, dalla funerea parte iniziale all’energica seconda parte, ma la grandezza di Temirkanov sta proprio nella capacità di alternare con eleganza misurata momenti delle partiture più misurati o carichi di enfasi.
Delicatissima in apertura la Pavane pour une infante defunte di Ravel, composta nel 1899 che vibra di toccante lirismo e sensibilità, ma si vira verso la mestizia dei Kindertotenlieder di Mahler (composti tra il 1901 e il 1904), i canti per i bambini morti su poesie di Friedrich Rückert che trasudano angoscia e tristezza sublimate dalla voce possente del baritono Markus Werba (già Figaro nelle Nozze di Figaro a maggio all’Opera di Roma e che ritroveremo in Così fan tutte a maggio a Santa Cecilia). Si cambia decisamente tono e toni con la scoppiettante e vitalissima Quarta Sinfonia di Brahms, fra le più celebri pagine musicali del compositore tedesco. Applausi, applausi e applausi di un pubblico entusiasta.