La passione per il teatro scaturisce dal sacro fuoco incubato fin dalla giovane età, che potrebbe restare sopito per sempre o affiorare incanalato dall’iniziativa di un’insegnante, che affianca alla didattica la sperimentazione teatrale su adattamenti di testi noti o drammaturgie elaborate insieme ai suoi studenti.
Questa è la genesi del Gruppo teatrale amatoriale ZappAttori costituitosi nel 2010, ultimi anni del liceo. Ragazze e ragazzi che affiancano allo studio un’intensa attività di spettacoli e produzioni nella programmazione in cartellone di piccoli teatri della capitale, cimentandosi nella rilettura critica di temi legati alla comicità del Novecento e al nonsense, prediligendo testi di Dario Fo e Franca Rame, Achille Campanile, Erasmo da Rotterdam, Eugène Ionesco, Solenghi-Lopez-Marchesini.
Con ironia e consapevolezza del limite, così si definiscono sul loro sito: “Gli ZappAttori sono una specie protetta minacciata dal clima sempre più arido e rigido, il loro ambiente naturale è solitamente legnoso sul fondo, tendato nell’intorno, fatto di colori e luci, voci e suoni, ma anche rumori; si caratterizza per la sua audacia adrenalinica, per la sua buona volontà e soprattutto per la sua passione”.
Il nucleo storico è costituito da Eleonora Casciani, Lucrezia Coletti, Fabio Durastante, Martina Malfitana, Edoardo Massa cui altri si sono aggiunti. Volendo offrire ad altri l’opportunità che essi hanno incontrato tra i banchi di scuola, si impegnano in una Scuola di teatro aperta agli appassionati che vogliono apprendere le tecniche di recitazione e improvvisazione, attiva dal 2012 presso il cinema America Occupato reso luogo di aggregazione studentesca, sgomberato e chiuso nel 2014 nonostante il sostegno di personaggi delle istituzioni e del mondo dell’arte e della cultura romano e numerosi premi Oscar che si sono mobilitati per mantenere aperto questo bene culturale.
Da tanto impegno è scaturito il Laboratorio teatrale andato in scena dal 16 al 18 maggio nel teatro Argot stipato tutte le sere, organizzato in collaborazione con il Piccolo Cinema America, associazione sorta da quell’esperienza spezzata traumaticamente, con lo scopo di recuperare come luoghi culturali polivalenti luoghi storici abbandonati, che ha ottenuto l’assegnazione della Sala Troisi a Trastevere restituendola alla cittadinanza, e con il Teatro Argot Studio.
Un’ora di comicità in cui diciotto giovani si sono succeduti in sketches esilaranti sulla falsariga dei temi introdotti negli anni Settanta dai Monty Python, il gruppo britannico che sconvolse l’assetto comico tradizionale con spunti squisitamente intellettuali e scarsamente convenzionali che irridevano il potere, fino ad allora ritenuti non adatti al pubblico di massa (il pitone evocato nel nome, d’altronde, stritola con le sue fitte spire).
La regia collettiva di Edoardo Massa, Lucrezia Coletti e Martina Malfitana coglie e mette in risalto tali caratteristiche innovative di comicità surreale, satira religiosa, situazioni non plausibili o palesemente assurde, testi demenziali, citazioni filosofiche e letterarie, creazione di elementi comici ricorrenti, riferimenti storici ridicolizzati, personaggi illustri sbeffeggiati. Il fil rouge che lega i vari numeri di questo laboratorio è l’Inquisizione spagnola con cui i Monty Python Plying Circus hanno deriso gli inquisitori rendendoli incapaci di descrivere la loro funzione e il modo in cui la devono esercitare. In ogni circostanza in cui qualcuno afferma di non ritenere di doversi sottoporre all’Inquisizione, i tre cardinali entrano in scena agguerriti e sprovveduti, dichiarando “La nostra arma principale è la paura, la paura e la sorpresa, la sorpresa e la paura … le nostre due armi principali sono la paura, la sorpresa e una spietata efficienza … le nostre tre armi sono la paura, la sorpresa, una spietata efficienza e una quasi fanatica devozione al papa … le nostre quattro armi principali sono … Tra il nostro vario armamentario abbiamo … Rifaccio l’entrata, andiamo!”.
I costumi di Anna Laura Oliviero e il disegno luci di Fabio Durastante contribuiscono a rendere liberamente creativo uno spettacolo divertente che conferma il talento e l’abnegazione degli ZappAttori.