Forse non lo sapevate!!!
In Friuli, non troppo lontano da Udine, non troppo lontano dal Veneto, più esattamente a Porpetto, sta nascendo un nuovissimo spazio teatrale. È quello gestito dalla compagnia BRAT – ovvero Agata Garbuio e Claudio Colombo. I due ragazzi si formano all’Accademia Teatrale Veneta dove, tra i vari insegnamenti, individuano i campi di studio, che sono ora quelli della Compagnia: il lavoro sul corpo, l’oggetto maschera e le tradizioni popolari. Il loro percorso li ha visti infatti impegnati in uno studio, anche pratico, delle funzionalità del rito, antico e moderno, con particolare attenzione alle ritualità che coinvolgessero la maschera. Hanno quindi approfondito, oltre all’uso, la costruzione della maschera, attraverso il confronto con grandi mascherai della commedia dell’arte come Stefano Perocco di Meduna, fino a giungere ad uno stile proprio. Ho scoperto lo spazio BRAT da poco, in occasione di uno spettacolo, ma questo non vuole essere prettamente luogo di spettacoli. È infatti lo spazio dei sogni per ospitare residenze artistiche: è dotato di una sala prove nuovissima, con parquet liscio a terra e possibilità di fondali neri. In più, come foresteria con bagno e cucina, può ospitare fino a 9 persone. La sala misura 9x15m (135 mq), più un ingresso di 4,5×9 (40 mq), e la foresteria 4,5×9 (40 mq).
Spazio quindi perfetto dal punto di vista funzionale – è anche possibile far pratica di tessuti aerei! – e che si trova in un luogo davvero speciale: un luogo di pace, circondato dal verde e da due grandi serre di gerani spettacolari.
Lo spettacolo, messo in scena da poco per inaugurare lo spazio, è UBU BRAT, una rivisitazione in commedia dell’arte dell’opera di Jarry, con la regia del maestro Michele Modesto Casarin e i costumi di Marianna Fernetich.
I due giovani BRAT sono alle prese con un testo complesso, che conta sette personaggi e due guitti: insomma, una vera prova d’attore, che li impegna per 1h e 10 di continui cambi di personaggio e di situazione. Il testo è riscritto dagli attori sulla base di Ubu re e Ubu sulla collina di Jarry, mentre i raccordi, in cui due guitti si rivolgono efficacemente al pubblico a volto scoperto, sono stati tratti da vari testi shakespeariani. Le maschere costruite dagli attori hanno una base simile con l’aggiunta di particolari di baffi, capelli, cappelli e ammennicoli che caratterizzano la maschera a seconda del personaggio. I costumi, gli oggetti di scena, addirittura alcuni personaggi, vedono un’originalissima messa in campo di oggetti moderni e antichi di uso comune, rivisitati e rivitalizzati. Le vicende si susseguono intorno a un teatrino di loro costruzione, ricavato da un trabattello. Questa cura al dettaglio, alla costruzione globale dello spettacolo e di ogni sua parte, contribuisce a creare un microcosmo Ubu e si avverte con emozione dalla platea. L’incontro tra Jarry e lo sguardo diretto della Commedia permette di esprimere con leggerezza i lati più drammatici della vicenda, con riferimenti inevitabili alla politica che ci guida; di fare politica con delicatezza e ironia.
Prendete quindi nota e andate presto a conoscere lo spazio dei BRAT. Se non siete in cerca di una residenza, l’occasione migliore è uno dei prossimi laboratori che i ragazzi ospiteranno: il prossimo, per esempio, è La maschera tra i miti e le leggende, condotto da Michele Casarin. Per maggiori informazioni, contatti e foto, visitate la pagina Facebook dei BRAT. Intanto, auguriamo il meglio allo spettacolo e alla compagnia!