Urban Art Dance Opera
Musica di Fabio Vacchi
Libretto di Aldo Nove
Prima esecuzione assoluta
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Il melodramma nasceva a Firenze 416 anni fa. Proprio all’Opera di Firenze, per il 79° Maggio Musicale Fiorentino, il 7 maggio va in scena la prima mondiale di uno spettacolo unico nel suo genere. E’ Lo specchio magico, urban art dance opera nata dalla collaborazione tra un compositore di musica colta, Fabio Vacchi, uno scrittore, Aldo Nove, il rapper Millelemmi, e il writer Marco Tarascio, in arte Moby Dick. Tarascio realizzerà una performance visiva a cielo aperto, lungo la parete della cavea, proiettata in sala dal regista Edoardo Zucchetti, già assistente di Zeffirelli e Jonathan Miller, appena rientrato dal suo allestimento delle Nozze di Figaro mozartiane alla Springfield National Opera.
Nello Specchio magico, la nona opera di Vacchi, il musicista fa dialogare la cultura hip hop con la tradizione secolare di madrigali, arie liriche e cori. Perché crede “nella musica colta, nella sapienza del suo patrimonio” ma è pure interessato all’ “hip hop con l’occhio di chi ne sta fuori e lo guarda stupito e attratto”. Vacchi ha coinvolto Millelemmi, abile nel ricondurre il rap italiano a una matrice fiorentina popolare e raffinata. Particolarmente atteso è l’intervento del danzatore Filippo Coffano Andreoli (sarà Piccola Nuvola), diciottenne già attivo sulla scena londinese.
Lo specchio magico fa dialogare la cavea esterna con la sala interna del nuovo Teatro d’Opera di Firenze, che così si spalanca per la prima volta alla città. Uno spettacolo – dunque – da consumarsi fra le pareti dell’Opera, ma anche all’aperto, con scorci di Firenze come fondale. Il protagonista Piccola Nuvola danzerà dentro e fuori.
L’urban art dance opera di Vacchi porta la firma di interpreti di classe. Si parte dal direttore d’orchestra statunitense John Axelrod, stabile alla Reale Orchestra Sinfonica di Siviglia e alla Verdi di Milano, ospite di festival e teatri di punta, per arrivare a cantanti di spicco come Roberto Abbondanza, Alda Caiello, Mirko Guadagnini e Marcello Nardis. Il Finale del libretto contiene un estratto dall’ultima pagina del libro di Aldo Nove, Anteprima mondiale, edito dalla Nave di Teseo, maggio 2016.
Fabio Vacchi (Bologna, 1949) è uno dei compositori italiani di punta nel panorama internazionale. Eseguito dal teatro alla Scala al Parco della Musica di Roma, Salle Pleyel, Opéra Comique, Comédie-Francaise di Parigi, Gewandhaus di Lipsia, Opéra de Lyon, Berliner Philharmoniker, Musikverein di Vienna, Festival di Salisburgo, di Aix-en-Provence. Fra i committenti e interpreti Claudio Abbado, Luciano Berio, Riccardo Chailly, Myung Wun Chung, Zubin Metha, Riccardo Muti, Antonio Pappano, Giuseppe Sinopoli.
David di Donatello per la colonna sonora de Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi, Vacchi ha lavorato con artisti come Gianrico Carofiglio, Patrice Chereau, Lella Costa, Dacia Maraini, Moni Ovadia, Amos Oz, Arnaldo Pomodoro, Toni Servillo, Michele Serra.
La Giusta Armonia, melologo eseguito da Riccardo Muti con i Wiener Philhamoniker al Festival di Salisburgo, verrà ripreso in prima italiana da Gianandrea Noseda a Torino, il 22 ottobre 2016. Nello stesso mese, Vacchi, che ha in cantiere tre opere per grandi teatri di statura mondiale, sarà presente con una prima assoluta, Vencidos per baritono e orchestra su testo di Léon Felipe, in occasione delle celebrazioni per i quattrocento anni della morte di Cervantes, il 16 ottobre, nel prestigiosissimo Festival Cervantino a Guanajuato in Messico.