Arriva dopo il doppio Miller (Il prezzo e Morte di un commesso viaggiatore) Lo zoo di vetro di Tennessee Williams diretto da Arturo Cirillo, in scena negli spazi del Teatro India di Roma ad arricchire il ciclo degli Sconquassi americani nella lunga e ricca stagione del Teatro di Roma.
Cirillo, qui nella duplice veste di regista-attore, estremamente affascinato dall’universo di Williams (di cui ha portato in scena anche La gatta sul tetto che scotta) riesce a raccontare con sensibilità e nostalgia il dramma dell’autore statunitense che mette al centro il totale fallimento di una famiglia e rimane nel perfetto equilibrio suggerito dalle dinamiche del testo fra i pochi elementi di una realtà concreta e un tocco di onirico che sembra avvolgere l’intera vicenda e sfocare l’interno piccolo borghese.
“Ho immaginato un luogo abitato da pochi elementi molto concreti ma immersi in una luce non realistica, quasi pittorica, dove la vicenda venga narrata senza divisioni in quadri, in un unico luogo. Come se ci trovassimo all’interno di un album di famiglia troppe volte sfogliato” spiega Cirillo nelle note di regia.
L’effetto ottenuto è carico di nostalgia e di rimpianti, intimista e terribilmente malinconico mostrando con sensibilità, ma senza sconti per nessuno, il fallimento di ogni personaggio filtrato attraverso il racconto di Tom (lo stesso Cirillo): lui, ex ragazzo irrealizzato e frustrato si rifugia nel cinema ogni sera per sfuggire all’oppressione della famiglia, la madre è ancorata nel ricordo di una giovinezza dorata e lontana, la sorella Laura, claudicante e troppo impaurita dalla vita per viverla davvero, finisce per rifugiarsi unicamente nel suo zoo di vetro.
La condizione oppressiva e senza soluzione della famiglia Wingfield segnata dall’abbandono del padre, potrebbe essere forse alterata dall’arrivo di Jim, amico di Tom ed ex promessa al liceo, elemento perturbatore di un presente senza futuro, potrebbe forse cambiare le cose. O almeno, lo farà per una sera. Cirillo regala un toccante dal tocco struggente (sottolineato anche dalle musiche di Luigi Tenco) e ottimamente interpretato dalla forza non solo di Arturo Cirillo ed Edoardo Ribatto, ma soprattutto dalla presenza delle attrici femminili, Milvia Marigliano e Monica Piseddu.