CCN Compagnie Käfig
direzione artistica e coreografia Mourad Merzouki
concezione Mourad Merzouki e Adrien M/Claire B
creazione digitale Adrien Mondot, Claire Bardainne
creazione musicale Armand Amar
Violino Sarah Nemtanu – Piano Julien Carton – Voce Nuria Rovira Salat
musica addizionale, contralto Anne-Sophie Versnaeyen
programmazione batterie “Les Plocks”, Artback Society Stéphane Lavallée e Julien Delaune
registrazione, mixaggio, creazione, suono Vincent Joinville
ricerca suoni Martin Fouilleul
assistente alla coreografia Marjorie Hannoteaux
interpreti Marc Brillant, Antonin Tonbee Cattaruzza, Elodie Chan, Aurélien Chareyron, Sabri Colin in arte Mucho, Yvener Guillaume, Amélie Jousseaume, Ludovic Lacroix, Ibrahima Mboup, Sofiane Tiet, Médésségnanvi Yetongnon in arte Swing
luci Yoann Tivoli assistito da Nicolas Faucheux
scenografia Benjamin Lebreton
costumi Pascale Robin assistita da Marie Grammatico
pitture Camille Courier de Mèré, Benjamin Lebreton I
regia luci Philippe André
regia video Guillaume Blanc
regia del suono Capucine Catalan
regia di palcoscenico François Michaudel
produzione Centre Corégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne/ Compagnie Käfig
coproduzione Maison des Arts de Créteil, Espace Albert Camus-Bron
Con il sostegno di Compagnie Adrien M / Claire B
Il Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne / Compagnie Käfig – direzione Mourad Merzouki è sovvenzionato dalla Direction Régionale des Affaires Culturelles d’Ile-de-France – Ministère de la Culture et de la Communication, le Conseil Général du Val-de-Marne et la Ville de Créteil
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Käfig, che significa gabbia, sia in tedesco che in arabo, è anche il titolo della pièce che il coreografo Mourad Merzouki presenta nel 1996 al concorso “Rencontres urbaines de la Villette” ne segue un grande riconoscimento da parte di pubblico e critica. Ma è il 1998 che vede l’esplosione della compagnia con Récital, strabiliante incontro tra l’hip hop ed un violinista classico, e che porta ad una tournée internazionale di tre anni in otre 40 paesi. Sarà la prima, ed ad oggi l’unica, creazione hip-hop ad essere annotata con il linguaggio Laban.
Dal 1996 Mourad Merzouki non smette di rinnovare il linguaggio dell’hip- hop provocandolo, sdoganandolo dal suo significato meramente sociale per portarlo sulla scena, con una grande diversità coreografica, scenografica ed estetica.
Käfig è, attualmente, una delle più importanti compagnie di hip-hop in Francia e s’impone per uno stile unico, nutrito di uno spirito d’apertura verso altri linguaggi coreografici ed artistici.
Adrien Mondot è un programmatore informatico, ma anche artista multidisciplinare, e Claire Bardainne è un’artista, scenografa e designer. Fin dal 2004 sono attivi con lavori che intendono esplorare nuove forme di creatività basate sulla commistione reale/digitale, attraverso l’uso di strumenti tecnologici che arricchiscono le espressioni dell’arte contemporanea.
Dalla sua creazione nel 2014, Pixel è andato in scena 194 volte in 99 città.
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Il teatro Rossetti di Trieste è molto bello. Con i suoi 1531 posti è una sfida per ogni Compagnia che si presenti sul suo palcoscenico, perché il pubblico di questa città è molto attento ed esigente, essendo abituato da sempre a frequentare il teatro (Numerosi, sempre, anche gli studenti accompagnati dai professori, in orario serale e non durante le lezioni). Il cartellone è ricco di proposte e spazia dalla Prosa al Musical, dalle novità di Altri Percorsi alla Danza e ospita Eventi Straordinari, come recentemente l’Hamlet del Globe Theatre di Londra (Unica tappa italiana del Tour mondiale Globe to Globe). Tutto questo per dire che si è abituati, a Trieste, a vedere e godere di spettacoli di ottimo livello, ma nessuno in sala era preparato alla meraviglia di Pixel.
‘Meraviglia’ sentimento improvviso e gradevole di ammirazione spontanea e intensamente compiaciuta, esaltata dal fascino dell’eccezionale e dell’inatteso. Così si legge sul Dizionario e così è accaduto a Trieste durante lo spettacolo PIXEL. Quando le luci, o meglio ancora le stelle della volta celeste del Teatro Rossetti si sono lentamente spente, con una graduale diminuzione di intensità oscillando dolcemente dalla luce al buio, all’improvviso si sono accese mille e ancora mille puntini luminosi all’interno dei quali sono apparsi i danzatori dall’angolo esterno del palcoscenico ed hanno iniziato il loro cammino al ‘Rallenti’ (cioè ogni passo al rallentatore), verso l’estremo opposto della scena. Dal primo movimento si è compreso di essere dinanzi ad una meravigliosa combinazione di generi e stili.
Sorprendente, poetico e fantasmagorico incontro fra danza e tecnologia 3D, reale e virtuale come non lo abbiamo mai visto. L’energia e il virtuosismo della danza hip-hop incontrano la bellezza dell’illusione di un mondo virtuale, fatto di sintesi numeriche e immagini elettroniche , liriche e coinvolgenti.
Undici corpi che, rasentando la perfezione, si muovono dentro una pioggia di luci. Undici corpi immersi letteralmente nelle atmosfere surreali dei reticolati elettronici danno vita a un dialogo costante tra illusione e realtà. Attraverso proiezioni che accompagnano i movimenti dei ballerini, Pixel dispiega il delicato equilibrio tra energia e poesia, tra segmenti, punti, diagonali, linee, quadrati e cerchi che arretrano, invadono, si allungano, ruotano ed avvolgono fino a sfrondare dal palco e sinuosità e acrobazie di corpi che nulla hanno più di materiale, ma sembrano elastici che volano nell’aria.
Nel video di presentazione appaiono persone che si proteggono con degli ombrelli da una pioggia di pixel, che corrono su un terreno scosceso cercando di evitare dossi e buchi neri e che deformano lo spazio attorno a loro con piroette e gesti nell’aria. Ma nulla ci aveva preparato a vivere l’esperienza dal vivo. Il pubblico ha trattenuto il fiato dall’inizio alla fine dello spettacolo, che è molto difficile da descrivere perché l’emozione non ha parole, citando una celebre canzone, e la magia che si è creata si conserva nella memoria ma si dissolve appena si tenti di descriverla.
“Nella quotidianità siamo attorniati dalla tecnologia digitale, circondati da schermi video, è sufficiente attraversare una grande metropoli per immaginare come saranno le città del domani: una ancor più forte esposizione alle immagini.
Il progetto PIXEL nato dal fascinoso incontro con i due artisti Adrien Mondot e Claire Bardainne mi ha trasmesso la sensazione di non riuscire più a distinguere la realtà dal mondo virtuale portandomi ad un nuovo approccio esplorativo di queste tecnologie con e per la danza. Al termine del primo periodo di prove posso dire che l’esperienza si è rivelata, per gli interpreti, vertiginosa , proseguiremo quest’avventura con la sfida di far dialogare questi due mondi con l’intento di trovare un sottile equilibrio tra queste due arti senza che l’una arrivi a prevalere sull’altra.
Desidero poter aprire una nuova via di dialogo tra il mondo sintetico della proiezione digitale e la realtà del movimento legata al corpo del danzatore. Contiamo sulla virtuosità e l’energia dell’hip-hop che miscelata a poesia e sogno possa creare uno spettacolo di incontro “unico” tra queste due forme artistiche”.
Nato a Lione nel 1973, Mourad Merzouki ha iniziato a praticare fin da bambino le arti marziali e le arti circensi: a quindici anni incontra la cultura hip hop e attraverso di essa scopre la danza contemporanea. È con la sua compagnia Käfig, fondata nel 1996, che Merzouki sviluppa il suo pensiero artistico, rinnovato di produzione in produzione. Da giugno 2009 è direttore del Centre Chorégraphique National de Créteil, il primo della storia proveniente dall’ambito della cultura hip hop.
Applausi scroscianti hanno invitato i ballerini ad un bis, in cui generosamente ciascuno ha dato prova singolarmente della propria grande professionalità e talento esuberante.
Spettacolo meraviglioso.