In uno scenario meravigliosamente sgargiante di assoluta bellezza, firmato da Lez Brotherston accompagnato dall’immortale musica di P.I. Cajkovskij incisa dall’Orchestra di “Sleeping Beauty” diretta dal maestro Brett Morris con il primo violino Gina McCormack e il suggestivo impianto luci a cura di Paule Constable, è andata in scena al Teatro Arcimboldi di Milano, l’elegante versione gotica della “Bella Addormentata” manoscritta dal geniale Matthew Bourne.
Una produzione ancorata ad una connotazione di pregevole qualità artistica e creativa che è riuscita a riempire ogni angolo del teatro milanese, grazie ad un vivace ed energico spettacolo, in cui già all’apertura del palcoscenico l’attenzione viene catturata, senza cedimenti, sino alla trionfale chiusura del sipario.
La classica storia di amore e di innocenza, magia e mistero ha lasciato spazio, a tutto campo, alla non scontata fantasia del coreografo inglese sottolineando una performance dotata di acuta riscrittura. Le poetiche dinamiche, evidenziate dal “classico” humor britannico hanno scaturito l’acclamato successo.
Da tempo, è consolidata l’attenzione sul lavoro di Matthew Bourne, tanto da farla apparire in ogni sua sfumatura proposta uno scrigno di preziosi suggerimenti atti alla rilettura e alla fruizione dei grandi balletti del repertorio. Un’occasione esclusiva, a testimonianza di una sorprendente vitalità intellettuale che accomuna in un solido abbraccio artistico le emozioni e l’immaginazione.
Di sicura presa è la valorizzazione dei personaggi di Perrault trasposti ai giorni nostri, per mezzo di un impiego della danza che apre l’inventiva verso il “progredire” di un nuovo capitolo coreografico. L’instancabile divenire, manifesta la totale novità architettonica, la quale possiede una funzione preminente nella coloratissima decorazione visiva e nell’armonia delle linee.
“Sleeping Beauty” usa un linguaggio coreutico articolato che attrae lo spettatore per l’ironia, il richiamo trasgressivo, la classicità del tema strizzando l’occhio alle esigenze di un pubblico più giovane, donando così ad esso gli strumenti idonei per amare e conoscere meglio la danza. Un “rafraîchissement”, cesellato dalla potente rilettura e dal corpo di ballo appassionato, per potersi nutrire di uno stile unico ed esemplare.
Lode al maestro Bourne per il tratteggio fortemente di contrasto nella spezzatura dei canoni accademici, pur conservando compatta l’atmosfera tradizionale della storia, privilegiando l’aspetto trascendente tra il cupo e il misterioso, tra il romantico e il rétro.