Un mese intero di programmazione per il Napoli Teatro Festival Italia, giunto alla nona edizione, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival. Primo anno con la direzione artistica di Franco Dragone: 45 spettacoli in calendario, dal 15 giugno al 15 luglio, a Napoli e in diversi luoghi di particolare fascino di tutte le province della Campania, con uno sguardo allargato all’Europa e con significative incursioni nel lavoro di compagnie provenienti dal Giappone, Medio Oriente, Africa, America Latina e Stati Uniti. Con un’anteprima che collega – in un omaggio ideale – Shakespeare a Eduardo, nella riscrittura de La Tempesta, in forma di mise en espace, con Michele Placido e la regia di Fabrizio Arcuri.
Teatro, prima di tutto, con grandi nomi della scena nazionale e internazionale, significative proposte di danza che si incrocia con altri linguaggi, a partire dallo spettacolo di apertura – Kiss & Cry di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael – che fa dialogare il linguaggio del corpo con il cinema, la danza di strada “contro” di Flexn con la potente regia di Peter Sellars, fino alla proposta dei greci blitztheatregroup con Late Night che evoca la crisi europea. Ma anche il teatro di figura fiabesco di Alain Moreau o la conferma del segno di William Kentridge con la Handspring Puppet Company, le atmosfere circensi di James Thierrée, fino al Pinocchio di Joël Pommerat. Nomi di grande richiamo come Svetlana Zakharova e la sua Carmen o le sorelle pianiste Labèque con Love stories, fino alle visioni di Robert Lepage, Shiro Takatani, Shirin Neshat e il giovane regista siriano Omar Abusaaada. Per la prosa internazionale: Le troiane messa in scena del russo Valery Fokin; Mar del Teatro de Los Andes di Aristide Vargas o i cileni de La Re-sentida, il Macbeth sudafricano di Brett Bailey; i temi della crisi economica in Money! di Françoise Bloch e l’annosa questione dei Sud del mondo, osservati attraverso la lente tecnologica di Fabrice Murgia in Black Clouds, in prima assoluta. Al San Carlo arriva la narrazione delle Olimpiadi del 1936, raccontata dalla viva voce del cronista Federico Buffa, ma anche il concerto dei Foja, Cagnasse tutto, da un’idea di Franco Dragone. Tra i debutti italiani: la prima del Macbeth di Luca De Fusco, per rendere omaggio all’anniversario shakespeariano; Il funambolo di Jean Genet messo in scena da Daniele Salvo con Andrea Giordana; il debutto del nuovo lavoro di Punta Corsara, Il cielo in una stanza, che attraversa tre importanti decenni napoletani o Il servo di Robin Maugham nella lettura di Pierpaolo Sepe e Andrea Renzi, ma anche la storia della nave-asilo Caracciolo nell’allestimento curato da Cocifoglia, Marfella e Postiglione o un testo di John Ford riletto da laura Angiulli. Lo scrittore Maurizio De Giovanni propone Ingresso indipendente, una scrittura originale con Serena Autieri. Aspettando il tempo che passa è frutto del laboratorio di scrittura scenica con i ragazzi del carcere di Airola, messo in scena da Emanuela Giordano. Carlo Cerciello, invece, sceglie il talento caustico di Juan Mayorga… e poi ancora Ascanio Celestini, Emma Dante, i Babilonia Teatri, i Posteggiatori Tristi, e il teatro sensoriale di Rosa Pristina. Per la sperimentazione: il progetto/format di Furino e Campili coniuga teatro e web, reclutando attori famosi e non lungo tutta la penisola. Lorenzo Gleijeses presenta un “cantiere teatrale aperto” che scava all’interno della nascita di uno spettacolo con Eugenio Barba, Julia Varley, Luigi De Angelis e Michele Di Stefano. Le letture di Una favola di Campania, a cura di Fabrizio Arcuri, si articoleranno da Napoli, e sulla costa fino al confine della Basilicata, componendo una precisa geografia emotiva di voci e autori. Molti gli spazi coinvolti: il San Carlo e l’Arena Flegrea; Galleria Toledo e il Teatro Nuovo nel cuore dei quartieri spagnoli; il Politeama, il Teatro Augusteo e il San Ferdinando; Villa Pignatelli nel quartiere Chiaia; il complesso del Museo Diocesano a largo Donnaregina nel centro storico; il Teatro Mercadante e il suo Ridotto; il Teatro Bellini e il Piccolo; il Teatro Diana nel quartiere Vomero; il Pausilypon nel Parco Archeologico che comprende anche la Grotta di Seiano…
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45 spettacoli in 4 settimane, tra il 15 giugno ed il 15 luglio
NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2016
In scena spettacoli di Michèle De Mey e Jaco Van Dormael, Shirin Neshat, Shiro Takatani, Françoise Bloch, Joël Pommerat, Brett Bailey, Katia e Marielle Labèque, Omar Abusaada, Robert Lepage, James Thierrée, Valery Fokin, Peter Sellars, Fabrice Murgia, William Kentridge, Svetlana Zakharova, Ali e Hèdi Thabet. Tra gli italiani: Federico Buffa, Ascanio Celestini, Carlo Cerciello, Emma Dante, Luca De Fusco, Lorenzo Gleijeses, Maurizio De Giovanni, Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe, Punta Corsara …
Un mese intero di programmazione per il Napoli Teatro Festival Italia, giunto alla nona edizione, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival. Primo anno con la direzione artistica di Franco Dragone: 45 spettacoli in calendario, dal 15 giugno al 15 luglio, a Napoli e in diversi luoghi di particolare fascino di tutte le province della Campania, con uno sguardo allargato all’Europa e con significative incursioni nel lavoro di compagnie provenienti dal Giappone, Medio Oriente, Africa, America Latina e Stati Uniti.
L’anteprima del Festival sceglie un luogo simbolico e si colloca su un’isola, nell’istituto penale minorile di Nisida, e prevede un omaggio ideale a Shakespeare e a Eduardo De Filippo, nella riscrittura de La Tempesta, in forma di mise en espace, con Michele Placido, la regia di Fabrizio Arcuri e le musiche originali di Antonio Sinagra.
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L’ANTEPRIMA A NISIDA, OMAGGIO A SHAKESPEARE E A EDUARDO
Nel segno delle celebrazioni per i quattrocento anni dalla morte di Shakespeare, il Festival rende omaggio alla sua opera più rappresentativa, La Tempesta e dall’isola di Nisida – sede di un importante Istituto penale minorile – si coglie l’occasione per celebrare anche la figura di un altro grandissimo drammaturgo, Eduardo De Filippo.
L’ultimo testo scritto da Shakespeare verrà ripreso nella versione tradotta da Eduardo in napoletano nel 1983, un anno prima della sua scomparsa. Un’opera ultima e iconica, la prima del nostro cartellone, in un percorso narrativo a ritroso che vuole partire dai patrimoni ereditati dai più grandi artisti per tornare alle origini del messaggio del teatro: l’integrazione dell’uomo a livello individuale, sociale, collettivo. Scriveva Eduardo a proposito della sua Tempesta: «[…] Quale insegnamento più attuale avrebbe potuto dare un artista all’uomo di oggi, che in nome di una religione o di un “ideale” ammazza e commette crudeltà inaudite, in una escalation che chissà dove lo porterà? E preciso che tra gli “ideali” ci metto anche il denaro, la ricchezza, che appunto come ideali vengono considerati in questa nostra squallida società dei consumi».
La Tempesta – Omaggio a Eduardo è una mise en espace a cura di Fabrizio Arcuri, con la voce di Michele Placido e il coinvolgimento dei ragazzi detenuti che partecipano al laboratorio di scrittura e teatro. La scelta di questo inizio, in questo un così simbolico, è un modo per ricordare anche l’esperienza di De Filippo che, alla fine della sua vita proprio frequentando il carcere minorile di Nisida, fece emergere la richiesta di quella che è meglio nota come “Legge Eduardo”, il cui obiettivo era sostenere i ragazzi a rischio di emarginazione sociale e devianza. Il naufragio di Prospero darà il via ad un viaggio emotivo e umano attraverso le storie di ogni spettacolo presentato in cartellone. “Un percorso dell’anima – seguendo le parole di Franco Dragone – tra racconti di emarginazione, lotta al riscatto e ricerca di condivisione” . (Anteprima – a inviti – il 14 giugno. Replica 15 giugno, ore 20.30).
L’APERTURA – MERCOLEDÌ 15 GIUGNO 2016
Teatro, prima di tutto, con grandi nomi della scena nazionale e internazionale, come ad esempio William Kentridge, Robert Lepage, Shiro Takatani, Shirin Neshat, Brett Bailey, ma anche danza che qui incrocia i diversi linguaggi delle arti, come avviene nello spettacolo KISS & CRY (15 giugno, ore 21, al Teatro Politeama di Napoli. Replica il 16) di Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael, attraverso cui il linguaggio del corpo dialoga con il cinema.
Nella sua giornata inaugurale, il Napoli Teatro Festival Italia propone, inoltre, la prima assoluta di ASPETTANDO IL TEMPO CHE PASSA, scritto con i detenuti del carcere minorile di Airola (Benevento) per la regia di Emanuela Giordano (al Teatro Nuovo alle 19, replica il 16), con Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, Veronica Montanino e Salvatore Presutto. Il lavoro, che nasce nell’ambito del laboratorio di scrittura scenica “il palcoscenico della legalità” – ideato da Giulia Minoli, promosso da Fondazione CO2 Crisis Opportunity, Fondazione Silvia Ruotolo, Fondazione Polis e Fondazione Falcone – propone un intenso racconto incentrato sul tempo, quello con cui si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi, che in carcere passa diversamente, sospeso tra incertezze sul futuro e percezione di un presente che resta in attesa di essere vissuto. PASSAGE THROUGH THE WORLD è, invece, la creazione site-specific – per il Museo Diocesano Donnaregina Vecchia – di Shirin Neshat, artista iraniana tra le più interessanti del panorama video-cinematografico. Nato originariamente come indagine storica e studio dei conflitti contemporanei, è un’odissea musicale e visiva che, nel percorso dall’estremo e medio Oriente fino ai Balcani e al sud Italia, indaga i temi della perdita e della rinascita attraverso il ciclo della vita e della morte nelle diverse culture di questi Paesi. Shirin Neshat insieme a Shoja Azari (visual artist e film-maker) ed al compositore, musicista e cantante iraniano Mohsen Namjoo danno vita ad una performance in cui video, musica e canto si intrecciano indissolubilmente. Nel cast anche l’ensemble vocale Faraualla, la cantante e attrice Antonella Morea, la compagnia I Giullari di Dio della Parrocchia di Santa Chiara in Napoli. Il debutto, che segue un workshop di tre giorni (dal 12 al 14) è mercoledì 15 giugno (ore 23) con repliche fino al 20 giugno.
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Le PRIME ASSOLUTE
Fino al 15 luglio, il Napoli Teatro Festival Italia proseguirà senza sosta con una programmazione che accoglie prime assolute, novità italiane e progetti speciali site-specific o di residenza.
Tra le prime assolute si segnalano il MACBETH, in occasione dell’anniversario Shakespeariano, con la regia di Luca De Fusco, (19 e 20 giugno al Teatro Mercadante) nella traduzione di Gianni Garrera, con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea, Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta Francesca De Nicolais e Claudio Di Palma, tra gli altri. Scritto tra il 1605 e il 1608, Macbeth racconta la vicenda del vassallo di re Duncan di Scozia, della sua ambizione, dei suoi crimini. La regia attraversa il testo e, partendo dagli studi di Bloom e Freud, pone domande e cerca risposte possibili sull’origine del male.
MENTRE ASPETTAVO del giovane regista siriano Omar Abusaada, che presenta a Napoli (il 26 e 27 giugno, ore 21 al Teatro Bellini, poi in programma nei più grandi festival internazionali) un testo di Mohammad al Attar, sul tema del coma che affligge il protagonista, causato dai pestaggi subiti ad uno dei numerosi check-point che frazionano Damasco. Il suo stato comatoso assume un significato politico che, metaforicamente, ne estende il concetto al suo Paese, la Siria, “né vivo né morto, in una zona grigia di speranza e disperazione”. In scena Amal Omran, Mohammad Alarashi, Nanda Mohammad, Fatina Laila, Mouiad Roumieh, Mohamad Al Refai.
CAGNASSE TUTTO – FOJA@SANCARLO, (27 giugno – Teatro di San Carlo) uno spettacolo concerto dei Foja concepito da Franco Dragone per il Teatro di San Carlo. Con Dario Sansone (voce e chitarra), Ennio Frongillo (chitarra elettrica), Giuliano Falcone (basso elettrico), Giovanni Schiattarella (batteria), Luigi Scialdone (chitarre, Ukulele, Mandolini) con le illustrazioni di Alessandro Rak, che da un po’ di tempo accompagna il percorso della band napoletana. Il concerto della folk-rock band napoletana segue un filo logico narrativo suddiviso in quattro momenti: il desiderio unione e condivisione, l’incontro con l’amore, il ritorno alla solitudine, la rinascita e l’amore senza tempo.
MARE MATER, l’esemplare storia della Nave Asilo Caracciolo e della signora Giulia Civita Franceschi, un progetto di Fabio Cocifoglia, realizzato con Antonio Marfella e Alfonso Postiglione, con Manuela Mandracchia, Graziano Piazza, Giampiero Schiano, Luca Iervolino, Niko Mucci e la Banda Musicale dei Bambini di Canta Suona Cammina (dal 28 giugno al 2 luglio, Bacino Borbonico – Molo San Vincenzo). Tra il 1913 e il 1928, Napoli fu al centro dell’interesse pedagogico internazionale per un esperimento educativo straordinario. Si realizzò sulla Nave-Asilo “Caracciolo” che accolse oltre 750 bambini e ragazzi sottraendoli a una condizione di abbandono. A dirigerla fu chiamata la signora Giulia Civita Franceschi. In scena, l’esperienza della nave, della sua educatrice e dei numerosi ragazzi saliti a bordo “scugnizzi” e sbarcati uomini, ma anche le contraddizioni di una città divisa tra identità borghese e plebea.
PECCATO CHE FOSSE PUTTANA di John Ford, nella traduzione di Nadia Fusini, adattamento e regia di Laura Angiulli (il 28 e 29 giugno – Galleria Toledo); con Federica Aiello, Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Gianluca D’Agostino, Alessandra D’Elia, Luciano Dall’Aglio, Stefano Jotti, Gennaro Maresca, Vittorio Passaro, Maria Scognamiglio, Antonio Speranza, e con la partecipazione straordinaria di Annamaria Ackermann. L’adattamento di Laura Angiulli concentra l’azione nel dramma, nella potenza della passione proibita tra due fratelli, Annabella e Giovanni, che si contrappongono al loro mondo, ipocrita e corrotto.
IL FUNAMBOLO di Jean Genet, nella traduzione di Giorgio Pinotti, messo in scena da Daniele Salvo con Andrea Giordana, Giuseppe Zeno, Melania Giglio e l’acrobata Valentin (30 giugno, 1 e 2 luglio – Teatro Sannazaro). In scena uno dei testi più discussi del grande scrittore francese che, nel 1956, conobbe un giovane artista di circo, Abdallah Bentaga. Lo scrittore si legò a lui e lo seguì nel suo peregrinare per l’Europa. Nel tempo e con la sua insistenza, Genet convincerà Abdallah, giocoliere e acrobata al suolo, a salire sul filo da funambolo. Dopo un estenuante allenamento, il giovane salì sul filo, cadde, vi risalì ancora, cadde nuovamente e fu la fine della sua carriera. Nel febbraio del 1964 Abdallah si uccise. Sette anni prima Genet aveva scritto per lui e su di lui un piccolo poema in prosa, Il funambolo.
LE TROIANE di Euripide messo in scena da Valery Fokin e Nikolay Roschin con un cast italiano che vede protagonista Angela Pagano con Leandro Amato, Claudia Balsamo, Cinzia Cordella, Giovanna Di Rauso, Antonio Marfella, Serena Marziale, Francesca Muoio, Autilia Ranieri, Federica Sandrini (il 2 e 3 Luglio – Parco Archeologico di Pausilypon). Il regista russo Valery Fokin, insieme a Nikolay Roshchin, mette in scena Le troiane di Euripide, focalizzandosi sul dramma del dolore degli sconfitti e della sventura di fronte all’aggressività dei vincitori.
(prime assolute)
BLACK CLOUDS, scritto e diretto da Fabrice Murgia con Valérie Bauchau, Fatou Hane, El Hadji Abdou (3 e 4 luglio – Teatro Politeama) approfondisce la propria riflessione sulle relazioni tra il Nord e il Sud del mondo: la libera circolazione degli individui, le frontiere (in)visibili che ci circondano, lo spazio virtuale e iperconnesso in cui viviamo. Black Clouds ci parla di frodi orchestrate da hackers ivoriani, di turismo sessuale come nuovo “colonialismo dei corpi”. Sullo sfondo di tutto, il web, sinonimo sia di condivisione di informazioni e di emancipazione, ma anche di dominazione e asservimento.
FRANKENSTEIN ’O MOSTRO, terrificante commedia musicale de I Posteggiatori Tristi, scritta e diretta da Sara Sole Notarbartolo con Pietro Botte, Roberto Caccavale, Annelaure Carette, Valentina Curatoli, Davide D’alò, Emanuele Esposito, Rosario Giglio, Ivan Virgulto (4 e 5 luglio – Piccolo Bellini – lo spettacolo effettuerà alcune anteprime in Campania dal 4 giugno). Frankenstein ’o mostro adatta temi, personaggi e atmosfere del romanzo di Mary Shelley – e delle sue varianti cinematografiche e televisive – alle melodie e alla comicità de I Posteggiatori Tristi, ensemble musicale che riprende in chiave comica l’antica arte di strada della posteggia. In un lavoro di scrittura che li vede in relazione stretta con la scrittrice e regista Sara Sole Notarbartolo, danno vita a un esperimento drammaturgico che cuce insieme mito gotico e comicità partenopea, musica pop e canzone napoletana, in un ibrido stilistico, ‘o mostro, appunto.
IL CIELO IN UNA STANZA è il nuovo lavoro di Punta Corsara per la regia di Emanuele Valenti – con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella – (7 e 8 Luglio al Teatro Bellini) che, da una ricognizione storica e attraverso l’uso di fatti realmente accaduti, attraversa tre importanti decenni napoletani per raccontare le contraddizioni del presente provando a partire da lontano. La scrittura drammaturgica di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti prende come ispirazione gli anni ’60 in cui Gino Paoli scriveva per Mina Il cielo in una stanza, sintesi di un momento storico di sogni e speranze. In trent’anni, a fine anni ’90, quella casa è davvero senza pareti e senza soffitti e il cielo è entrato in ogni angolo, come un paradosso.
ANIMALI NOTTURNI di Juan Mayorga (9 e 10 Luglio – Teatro Sannazaro) con cui il regista Carlo Cerciello affronta la straordinaria attualità di un testo, interpretato da Imma Villa, Lello Serao, Sara Missaglia e Luca Saccoia, il plot narrativo si incentra sul problema dei rapporti e delle relazioni tra cittadini stranieri. L’autore recupera e sviluppa una questione già affrontata nella sua opera precedente, Himmelweg: la visione del rapporto tra carnefice e vittima, libera dall’esplicitazione della violenza, ma capace di porre con efficacia l’accento sui crudi sistemi attraverso cui le gerarchie di potere determinano la vita quotidiana.
La vera storia dell’origine della Cappella Sansevero è alla base della scrittura di MADRE DI PIETÀ (11 e 12 luglio – Museo Diocesano Donnaregina Nuova), drammaturgia e regia di Riccardo De Luca (dall’omonimo libro di Beatrice Cecaro) con Imma Piro, Mimmo Calopresti, Annalisa Renzulli, Lucrezia Delli Veneri, Riccardo De Luca, Tina Femiano, Gino Grossi, Francesco Marino, Salvatore Veneruso e le musiche originali di Paolo Coletta. In scena il racconto dei protagonisti, tra complici e vittime, di uno dei più efferati assassinii della storia di Napoli: il duplice omicidio ad opera di Gesualdo da Venosa della conserte Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa.
Lo scrittore napoletano Maurizio de Giovanni è l’autore di INGRESSO INDIPENDENTE, una commedia in due atti, ancora inedita, messa in scena (12 e 13 luglio – Teatro Diana) da Vincenzo Incenzo con Serena Autieri. Storie di impiegati quarantenni, tradimenti, gelosie, equivoci nel più
(prime assolute)
puro stile della commedia “rosa”; cinque personaggi, ciascuno con i propri segreti e le proprie verità, ignari della svolta imprevista che il destino sta costruendo per le loro esistenze.
Ultima in calendario, dal 13 al 15 luglio al Teatro San Ferdinando, la prima assoluta de IL SERVO dall’omonimo testo di Robin Maugham, traduzione e adattamento di Lorenzo Pavolini, per la regia di Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe. Una “commedia nera” – di cui ricordiamo la celebre versione cinematografica di Joseph Losey negli anni ’60 – che fa dello scavo psicologico dei personaggi la chiave di lettura, mentre la trama – ambientata all’interno di una casa – crea una ragnatela subdola, lentamente tessuta dal servo. In scena: Maria Laila Fernandez, Tony Laudadio, Lino Musella, Andrea Renzi, Emilia Scarpati Fanetti.
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Le PRIME ITALIANE
Tanti i debutti in prima nazionale all’edizione 2016 del Napoli Teatro Festiva Italia. Si inizia, con MONEY! (miglior spettacolo e miglior attore – Jerôme de Falloise – ai Premi della Critica assegnati in Belgio) è una drammaturgia collettiva prodotta da Zoo Théâtre di Bruxelles nella messa in scena curata da Françoise Bloch, con Jerome de Falloise, Benoit Piret Aude Ruyter, Damien Trapletti. Uno spettacolo dedicato al denaro, frutto di scrittura collettiva su base documentaria, con cui si decodifica la finanza come se fosse una lingua straniera nel tentativo, non senza un certo intento umoristico, di rispondere ad un quesito di attualità ed interesse: che fine fanno i soldi che versiamo sui nostri conti correnti ? (il 21 e 22 giugno – Teatro Nuovo).
Si prosegue con PINOCCHIO una creazione teatrale, da Carlo Collodi, di Joël Pommerat (24, 25, 26 giugno – Teatro Mercadante) con Myriam Assouline, Sylvain Caillat, Hervé Blanc, Daniel Dubois, Maya Vignando. Il Pinocchio immaginato da Pommerat (che torna a Napoli , dopo La Réunification des deux Corées, presentato al Festival nel 2013) è un essere smarrito, ingenuo, incantato «quindi immerso – aggiunge l’autore – in uno stato profondamente teatrale». Liberamente reinventato da Collodi, il testo di Pommerat, in cui l’immaginazione infantile si misura con la durezza degli adulti, si concentra sul contrasto tra la seria austerità del reale e la magia della fantasia.
Ancora MACBETH, questa volta riletto in chiave contemporanea dal regista sudafricano Brett Bailey (24 e 25 Giugno – Teatro Politeama) che ne realizza una versione cupa e colorata al tempo stesso, in cui le storie, le culture e le epoche si confondono per rievocare la violenza della guerra e la follia degli uomini. La patria oppressa qui è il Congo, al contempo una delle terre più ricche e uno dei paesi più poveri del mondo. Le musiche, dall’opera omonima di Giuseppe Verdi, sono adattate da Fabrizio Cassol (la direzione musicale è affidata a Premil Petrovic).
LOVE STORIES, tra musica e danza le “variazioni sul tema” della storia di Romeo e Giulietta nello spettacolo – concerto delle pianiste Katia e Marielle Labèque (28 giugno – Arena Flegrea). Musiche da West Side Story di Leonard Bernstein, ma anche partiture originali di David Chalmin, e sette ballerini di break dance e di danza contemporanea (Maëlle Dufour, Peter Bordage, Hugo De Vathaire, Mahamadou Gassama, Jean-Baptiste Matondo, Antonio Mvuani Gaston, Jackson Ntcham) per la coreografia originale di Yaman Okur, così da raccontare una storia d’amore in maniera non convenzionale. Musiche eseguite anche da Raphael Séguinier (batteria e percussioni), Gonzalo Grau (percussioni) David Chalmin, (chitarra elettrica).
MAR è una creazione collettiva del Teatro de Los Andes e Aristides Vargas che firma anche il testo e la regia dello spettacolo (29 e 30 giugno – Teatro Nuovo). Storico gruppo boliviano di teatro di
(prime italiane)
ricerca fondato da César Brie e Giampaolo Nalli nel 1991, il Teatro de los Andes, ha sempre condotto ricerche sulla memoria andina, ricollegandosi ai miti del luogo. Al Festival presenta Mar, uno spettacolo costruito come un’allegoria poetica sul senso della perdita e sul mare come metafora di un orizzonte ampio e sconosciuto. La storia di tre fratelli che si mettono in viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della madre: poter morire tra le onde del mare, dove non è mai stata. Con Lucas Achirico, Gonzalo Callejas, Alice Guimaraes; dopo le repliche a Napoli, il Teatro de Los Andes è impegnato in una residenza teatrale a Santa Croce del Sannio (BN), dal 4 al 15 luglio.
James Thierrée, danzatore, scenografo, acrobata (nato e cresciuto in una famiglia circense) presenta LA GRENOUILLE AVAIT RAISON (1 e 2 luglio – Teatro Bellini), un racconto brillante e leggero sul mondo dell’infanzia. Una fiaba, allo stesso tempo realistica e grottesca, per rivivere i più segreti sogni e incubi infantili. Thierrée, in scena con Valérie Doucet (contorsionista ed equilibrista), Dominie Hooper (cantante), Yann Nedelec e Thi Mai Nguyen (danzatrici), prosegue la sua singolare avventura in un mondo fantastico che oscilla tra il circo, la danza e il teatro.
SOLEIL COUCHANT / DANS L’ATELIER è una creazione di Alain Moreau, lirica e fiabesca che mette insieme fantasia e tecnica del teatro di figura e di animazione più classico (dal 2 al 6 luglio – Piccolo Bellini). Due momenti scelti per fornire al pubblico “la chiave che apre la porta della meraviglia”. Soleil Couchant è un piccolo gioiello fatto di dettagli minimi, luci e suoni dove un uomo, senza una parola, ci trasmette il senso del tempo che scorre, di quello che passa e che si perde. Dans l’atelier, in 18 minuti conduce il pubblico in una sorta di visita guidata, un percorso iniziatico per raccontare la costruzione e il mondo delle marionette. Lo spettacolo è riservato a spettatori adulti.
FLEXN è una creazione collettiva di Reggie (Regg Roc) Gray e Peter Sellars realizzata con la Flex community di New York (2 e 3 Luglio – Teatro Augusteo). La danza flex è un particolare genere di movimento e espressione del corpo che, dal 2015, dilaga in America. I danzatori, attraverso un linguaggio del corpo innovativo, esprimono temi di disagio sociale, collegati alla cultura del movimento dei sobborghi neri. A Napoli, per proporre questo nuovo modo di interpretare la danza, il coreografo americano Reggie (Regg Roc) Gray e una compagine di 21 ballerini, i flex dancers. Lo spettacolo si avvale dello sguardo visionario del regista Peter Sellars.
NOUS SOMMES PAREILS À CES CRAPAUDS …/ ALI di Ali Thabet e Hedi Thabet (12 e 13 Luglio – Teatro Nuovo). Nous sommes pareils à ces crapauds qui dans l’austère nuit des marais s’appellent et ne se voient pas, ployant à leur cri d’amour toute la fatalité de l’univers (questo il titolo completo), esplora il tema del matrimonio attraverso la storia di una donna e due uomini. Di fronte a loro un’orchestra, diretta da Sofyann Ben Youssef: i ritmi dei due musicisti greci e dei due tunisini presenti in scena oscillano tra il repertorio rébètiko e quello di Cheik el Afrit. A questo segue Ali, creato da Mathurin Bolze e Hédi Thabet, la storia di un incontro tra due individui, un piccolo lavoro che vuole comunicare un’urgenza attraverso il linguaggio non verbale. Entrambi gli spettacoli affrontano il tema dell’alterità̀, dell’ambiguità̀ e del desiderio.
LA DICTATURA DE LO COOL, della compagnia cilena La Re-sentida, per la regia di Marco Layera (13 e 14 luglio – Teatro Mercadante), è una critica allo stile di vita occidentale contemporaneo e in particolare a una categoria sociale oggi dominante, i “bobos” (contrazione di borghesi-bohèmes). Il regista Marco Layera, cosciente di farne lui stesso parte ma rivendicando anche un’eredità culturale e valori profondamente legati alla contro-cultura, si interroga sul potenziale e sull’integrità di questo gruppo sociale che approva senza riserve il capitalismo come stile di vita. In
(prime italiane)
scena gli attori Benjamín Westfall, Carolina de la Maza, Carolina Palacios, Pedro Muñoz, Diego Acuña, Benjamín Cortez, Ignacio Yovanne, Camilo Reyes.
LATE NIGHT, drammaturgia, ideazione blitztheatregroup con Angeliki Papoulia, Christos Passalis, Yorgos Valais, Maria Filini, Sofia Kokkali, Fidel Tabaloukas (13 e 14 luglio – Teatro Piccolo Bellini). In scena l’ultima creazione di uno dei collettivi più interessanti della nuova scena ateniese. Late Night, evoca la profonda crisi della società europea, che stritola gli individui in una quotidianità sulla quale non hanno più nessun tipo di ascendente. In una sala da ballo d’altri tempi, tre donne e tre uomini danzano rivelandoci frammenti di una storia che non sarà mai raccontata.
Spettacoli INTERNAZIONALI: visioni, danza e video/arte
ST/LL è l’ultimo lavoro di Shiro Takatani, tra i più visionari video-artisti del panorama mondiale. In scena il 20 e 21 giugno al Teatro Politeama, Takatani indaga tutte le possibili declinazioni della parola inglese “still” – silenzioso, immobile, ancora – arrivando a concepire uno spettacolo che dispiega il tempo in un meraviglioso poema visivo. È un mondo strano quello di Shiro Takatani: le cose reali sotto ai nostri occhi si nascondono per meglio invaderci attraverso uno schermo gigante che amplifica le loro dimensioni e i loro movimenti. Testo Alfred Birnbaum, con Yuko Hirai, Mayu Tsuruta, Misako Yabuuchi, Olivier Balzarini.
LES AIGUILLES ET L’OPIUM drammaturgia e regia di Robert Lepage, con Marc Labreche e Wellesley Robertson III. (29 e 30 giugno – Teatro Politeama). Una notte del 1949, sull’aereo che lo sta riportando in Francia, Jean Cocteau scrive Lettera agli americani in cui si mescolano fascinazione e disincanto: ha appena scoperto New York, dove ha presentato il suo ultimo lungometraggio. Nello stesso periodo, Miles Davis visita Parigi per la prima volta, portando in valigia il bebop. In uno spettacolo che è sì teatrale ma che contiene elementi di illusionismo, Robert Lepage rivisita Les Aiguilles et l’opium vent’anni dopo la sua creazione. Ne emerge una creazione dagli effetti ipnotici, un viaggio nella notte che passa dalle tenebre per arrivare alla luce.
UBU AND THE TRUTH COMMISSION, regia e animazione di William Kentridge, adattamento drammaturgico Jane Taylor, marionette Adrian Kohler, con Dawid Minnaar, Busi Zokufa ed i puppeteers: Gabriel Marchand, Mandiseli Maseti, Mongi Mthombeni (9 e 10 luglio – Teatro Mercadante). William Kentridge porta a Napoli Ubu and the Truth Commission, spettacolo nato nel 1997 dalla collaborazione con la Handspring Puppet Company. Questo lavoro, che contamina il capolavoro di Alfred Jarry con la politica dell’apartheid, unisce teatro di marionette, recitazione dal vivo, musica, film d’animazione e immagini di repertorio.
CARMEN SUITE, balletto in un atto con Svetlana Zakharova (Carmen). Libretto di Alberto Alonso basato sulla novella Carmen di Prosper Mérimée, musica di Georges Bizet; rielaborata da Rodion Ščedrin. Coreografia Alberto Alonso (ripresa da Sonia Calero per il Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo), scene e costumi Boris Messerer nell’allestimento della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione con il Teatro San Carlo (10 e 11 luglio – Teatro Politeama). Carmen Suite – coreografia di Alberto Alonso, fondatore del Ballet Nacional de Cuba – sulla musica di Georges Bizet rielaborata dal russo Rodion Šèedrin nel 1967, venne concepita per Maja Plisetskaja, leggendaria étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca. Ancora oggi è considerata uno dei capolavori del coreografo cubano. Nel 2005, due anni prima di morire, Alberto Alonso, ha ricreato Carmen Suite per Svetlana Zakharova, stella riconosciuta della danza mondiale, sempre per il Teatro Bol’šoj di Mosca.
Spettacoli ITALIANI: narrazioni /musica / fantasmi / storie del secolo scorso
LA DANSE DES AMANTS è uno spettacolo festa scritto e diretto da Sara Sole Notarbartolo con Alice Conti, Valentina Curatoli, Andrea De Goyzueta, Marco Fandelli, Antonella Migliore, Roberta Misticone, Marco Palumbo, Peppe Papa, Milena Pugliese, Fabio Rossi, Fabiana Russo, Emanuele Valenti (20 e 21 giugno – Villa Pignatelli). Lo spettacolo è ambientato in un piccolo paese italiano nel mille e novecento e qualcosa, un paese tanto piccolo che, pur essendoci una guerra, lì non accade niente. È la sera del ballo d’estate, notte di passione, momento in cui l’amore in tutte le sue forme, diviene catalizzatore del bene così come del male. E il ballo, alla fine, coinvolgerà tutto e tutti, ben oltre la scena.
LE OLIMPIADI DEL ’36 di Federico Buffa, Emilio Russo, Paolo Frusca, Jvan Sica, con Federico Buffa. Al pianoforte Alessandro Nidi, fisarmonica Nadio Marenco, voce Cecilia Gragnani, regia di Emilio Russo (20 e 23 giugno , Teatro di San Carlo). Berlino, 1936: Hitler e Goebbels vogliono trasformare le Olimpiadi nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. E invece quelle Olimpiadi diventano uno dei simboli più luminosi dell’uguaglianza. Il primo giorno di gara due atleti neri sul podio del salto in alto: Cornelius Jonshon e Dave Albritton. Jesse Owens di medaglie ne vince addirittura 4, due record mondiali e un record olimpico, il tutto documentato dalle immagini di Leni Riefenstahl. Mentre in quella stessa estate del ’36 il mondo assisteva in colpevole silenzio alla tragedia della guerra civile spagnola e la pace scricchiolava sull’asse Roma-Berlino-Tokyo, le Olimpiadi illuminavano il cielo con un’altra storia, forse la più incredibile.
LAIKA uno spettacolo di Ascanio Celestini, con Ascanio Celestini e Gianluca Casadei alla fisarmonica e l’incursione della voce fuori campo di Alba Rohrwacher. Un Gesù̀ improbabile si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Vive chiuso in un appartamento di qualche periferia. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. (3 e 4 luglio – Teatro Nuovo, 5 e 6 luglio – Gesualdo, AV).
DAVID È MORTO da un progetto di Babilonia Teatri – Valeria Raimondi e Enrico Castellani, parole di Enrico Castellani, con Chiara Bersani, Emiliano Brioschi, Alessio Piazza, Filippo Quezel, Emanuela Villagrossi, musiche originali di Cabeki (5 e 6 luglio – Teatro Sannazaro). Dopo aver portato alle scorse edizioni del Festival The end e Lolita, quest’anno Babilonia Teatri arriva a Napoli con David è morto, un lavoro sul lutto che la compagnia veronese affronta con l’intelligente irriverenza che la contraddistingue. E’ il racconto di cinque morti che parlano. Della loro vita e della loro morte e chi si racconta da morto non ha nulla da perdere né da nascondere.
VERSO MEDEA, spettacolo-concerto da Euripide, testo e regia di Emma Dante, musiche e canti dei Fratelli Mancuso con Elena Borgogni, Carmine Maringola, Salvatore D’Onofrio, Sandro Maria Campagna, Roberto Galbo, Davide Celona, i Fratelli Mancuso (10 e 11 Luglio – Teatro Bellini, 12 e 13 luglio – Villa D’Ayala, Valva, Salerno). Nella riscrittura da Euripide Emma Dante fa compiere a Medea un viaggio che è “un’opera d’amore”: un “viaggio verso Medea” come se fosse un paese straniero. La sua appartenenza a un gruppo familiare, di classe, nazione o religione limita la sua presunta libertà, “perché Medea si sente straniera ovunque. È una barbara che non riconosce altra autorità se non quella del proprio istinto”.
NTFI è anche “cantiere teatrale aperto” con il progetto 58° PARALLELO NORD
58° PARALLELO NORD è un progetto a cura di Lorenzo Gleijeses (con la collaborazione di Biagio Caravano) che si articola in due movimenti, il 4 e 5 luglio a Galleria Toledo. Il cuore del lavoro parte da domande semplici e complesse nello stesso tempo: come nasce uno spettacolo? Quali sono le dinamiche che sottendono a questa creazione? Come la dialettica creativa tra regista/coreografo e performer può plasmare i materiali performativi e cristallizzarli in un’opera finita? È possibile trasformare i momenti di costruzione di uno spettacolo in qualcosa che è già un incontro con il pubblico? Non si tratta di uno spettacolo fatto e finito, ma la ‘dimostrazione’ di ciò che precede l’apertura del sipario. Il 4 luglio si vedranno i primi frammenti di Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, spettacolo futuro, frutto dell’incontro di Lorenzo Gleijeses con Eugenio Barba e Julia Varley che, per interpretare l’idea di mutazione insita nel progetto hanno scelto di affidarsi all’immaginario di Franz Kafka. Il 5 luglio invece, la performance Corcovado prevede un meccanismo di eterodirezione a cura di Luigi De Angelis (già sperimentato in diversi spettacoli dei Fanny & Alexander) a partire da elementi coreografici precedentemente creati da Michele Di Stefano che – sotto gli occhi del pubblico – mutano di visione e di senso. Entrambi i movimenti saranno accompagnati dalle musiche dal vivo di Mirto Baliani.
NTFI / Site-Specific
PASSAGE THROUGH THE WORLD, progetto site-specific di Shirin Neshat per il Museo Diocesano Donnaregina Vecchia. Il debutto, dopo un workshop di tre giorni (dal 12 al 14), è mercoledì 15 giugno, ore 23, repliche fino al 2 (vedi sezione “apertura – 15 giugno”).
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STASERA C’È SPETTACOLO? TO PLAY!, è un format teatrale di sharingtheater in progress, ideato da Donatella Furino e Emma Campili (16, 17, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 30 giugno; 1, 2, 3 luglio – Villa Pignatelli). Attori in video e dal vivo, per uno spettacolo sempre diverso ogni sera con un cast che si arricchisce di presenze e adesioni, per fare teatro mescolando linguaggi e suggestioni classiche con la forma del reality, del talk-show o delle nuove regole spazio\temporali di YouTube. Da Peppino Mazzotta a Erri De Luca, fino a Piera Degli Esposti, Anna Bonaiuto, Betti Pedrazzi, Vincenzo Ferrera, Rosalia Porcaro… tra i tantissimi, To play! propone una parte web e una teatrale, in una mediazione tra interpretazione e improvvisazione che attraversa i testi classici e le nuove ri-scritture. In scena c’è il teatro stesso. L’attore è il testo in continua mutazione per svelare tutti i principi che ci sono dietro l’atto creativo e, nel caso specifico, dietro il “mestiere dell’attore”.
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IL VECCHIO FANGO, in prima assoluta, è un progetto di drammaturgia a cura della compagnia Teatro Dei Sensi – Rosa Pristina, regia di Susanna Poole, con Lidia Arias, Rosaria Bisceglia, Sofia Campanile, Roberta Di Domenico De Caro, Davide Giacobbe, Nelson Jara Torres, Eleonora Longobardi, Salvatore Margiotta, Carlo Melito, Gabriele Poole, Susanna Poole, Cinzia Romanucci (dal 29 giugno al 14 luglio – riposo 8 luglio, Museo Diocesano – Donnaregina Vecchia). Un villaggio immerso nella natura costituisce un’immagine idilliaca, ma d’altra parte l’isolamento può anche far emergere i tratti più gretti, ruvidi e misteriosi dell’umano. C’è un’oscurità che lo sguardo del visitatore riesce appena a cogliere. Per questo, il viaggiatore che si avventuri nelle strade di questo piccolo villaggio, seguendo un odore, un suono, uno sfioramento, non si sentirà sempre al sicuro e dovrà ricorrere alla memoria e all’immaginazione per ricostruire ciò che, da bendato, non potrà che sentire e toccare con le mani.
NTFI / workshop e spettacolo
IL VELENO DEL TEATRO di Rudolf Sirera, regia di Pino Micol, con Franco Castellano e Manuele Morgese (workshop dal 13 al 16 giugno – Università di Fisciano, Salerno. Spettacolo, 19 giugno al Teatro Verdi di Salerno). Il veleno del teatro del drammaturgo spagnolo Rudolf Sirera è un testo del 1978 che ha avuto diverse edizioni in Spagna e traduzioni in più di 15 paesi diversi, che lo hanno reso un classico della produzione iberica contemporanea. È un dramma sui limiti della realtà scenica, del concetto di rappresentazione e della vita di un attore in scena. La vicenda è ambientata nel Settecento: un attore, simbolo della borghesia vincente, incontra un marchese, simbolo dell’aristocrazia sconfitta. La verità della scena si fonde con la finzione del ruolo, giocato dal marchese e si confonde durante il dialogo tra i due, in un gioco cinico pieno di trappole retoriche che porterà lentamente la vittima designata a perdersi in un pericoloso labirinto di apparenze. Una commedia nera degli equivoci e delle prevaricazioni, tenuta tutta sul filo di un dialogo sempre più tagliente, fino ad un inevitabile colpo di scena finale.
NTFI / Residenze
LA DERNIÈRE FÊTE/ THE FINAL PARTY, quadri musicali per undici attori e per un coro a cappella.
Ideazione e libretto di Dirk Opstaele, messa in scena da Kurt Bikkembergs, Dirk Opstaele, Xavier Ribes (residenza: dal 4 al 9 luglio – Vallo della Lucania, Salerno. Spettacoli: 10 luglio – Vallo della Lucania, Salerno; 12 luglio – Agropoli, Salerno). Residenza creativa, che unisce l’esperienza dell’ensemble Leporello e dell’opera di Nantes con un coro del luogo reclutato tra le associazioni e gli ensemble musicali del territorio e che diventerà parte dello spettacolo. I testi sono raccolti dall’opera Cechoviana.La compagnia teatrale belga “Ensemble Leporello” nasce nel 1985 ideata dal drammaturgo, librettista e regista Dirk Opstaele e da Kurt Bikkembergs, compositore e maestro del coro. Gli spettacoli dell’Ensemble Leporello sono diventati un repertorio classico che viene rappresentato continuamente in Europa. La loro cifra stilistica è fortemente influenzata dal teatro di Jacques Lecoq, Patrice Caurier, Moshe Leiser e Fernand Schirren.
LA CASA DI BERNARDA ALBA, di Federico Garcia Lorca, messinscena di Alessandra Asuni e Marina Rippa (residenza, dal 6 al 28 giugno. Spettacolo – 29 e 30 giugno, Sant’Angelo dei Lombardi, Avellino), storyteller di Alessandro Toppi, con Consiglia Aprovidolo, Maria Grazia Bisurgi, Valentina Carbonara, Mafalda De Risi, Fortuna Liguori, Annamaria Palomba, Tonia Persico, Ilaria Scarano, Marilia Testa. La casa di Bernarda Alba, ultima opera di F. G. Lorca in cui i personaggi sono tutte donne, è un raro esempio di sensibilità e poesia nel raccontare il mondo femminile da parte di un autore teatrale. Il suo dare voce alle ingiustizie, la sua denuncia di una mentalità antica, inadeguata, “borghese”, l’attenzione al teatro popolare rendono attuale il testo, anche a ottant’anni anni di distanza dalla sua scrittura e dalla sua morte tragica. Bernarda, le cinque figlie dalle diverse personalità, le serve e la nonna sono motivo di approfondimento scenico per quel mondo femminile che ancora oggi viene costretto a vivere nei condizionamenti che lasciano poco spazio alla vitalità. La residenza: saranno coinvolte una trentina di persone del posto, per realizzare il mondo intorno alla casa e per avvicinarci all’esperienza di Lorca con La Barraca: “per salvare il teatro la prima cosa è darlo al suo pubblico. Questo pubblico esiste già: è il popolo.”(Federico Garcia Lorca)
NTFI / Letture
UNA FAVOLA DI CAMPANIA
Fiabe, miti, leggende e cronache della Campania. Progetto di Marco Balsamo, regia di Fabrizio Arcuri; musiche eseguite da Orchestrina Musica da ripostiglio.
Così le voci degli attori a Napoli:
22, 23 giugno – Umberto Orsini; 29, 30 giugno – Claudio Santamaria; 6, 7 luglio – Isabella Ferrari; 13, 14 luglio – Leo Gullotta. Mentre sul territorio campano si alterneranno: 18 giugno – Vincenzo Salemme a Ravello; 25 e 26 giugno – Giuliana De Sio a Salerno; 1 luglio – Alessandro Haber a Scario; 2 e 3 luglio – Giancarlo Giannini a Salerno; 8 luglio – Isa Danieli e Sergio Rubini ad Acciaroli; 9 luglio – Giuseppe Battiston a Castellabate.
Il progetto Una favola in Campania nasce dalla volontà di creare una decina di appuntamenti che mirino a costruire una sorta di itinerario che parte da Napoli per arrivare al confine con la Basilicata. Una piccola geografia emotiva che permette di scoprire luoghi ameni ricchi di storia, cultura e tradizione. Sono stati scelti, come tessuto connettivo per queste serate, “il Decamerone campano” raccolto da alcuni studiosi, dove sono trascritte 99 storie tra fiabe, leggende, favole e racconti orali. Una vera e propria letteratura che costruisce attraverso primitive diciture una arcaica struttura mitologica fatta di strani personaggi e vicende surreali. Luoghi, serate, storie legate alla regione, grandi interpreti che, insieme all’orchestrina Musica da Ripostiglio, restituiranno la magia alle vicende di una regione piena di fascino.
NTFI / Bus Theater
SINFONIA n°5 PER TEATRO A MOTORE, ideazione Alessio Ferrara, Roberta Ferraro, Ilaria Cecere, di e con Ilaria Cecere, Alessio Ferrara, Federica Gattei, Domenico Santo
DATE 2, 3, 9, 10, 16, 17, 23, 24 giugno
LUOGHI < Morigerati (SA); Montemarano (AV); Morcone (BN); San Potito Sannitico (AV)
Bus Theater, lo spettacolo che viaggia! Costruito come una performance site-specific, lo spettacolo è una piccola sinfonia visiva creata a partire dalle suggestioni, dai limiti e dalle possibilità di questo grande teatro a motore, immaginato e concepito come un gigantesco strumento da “suonare” insieme. L’orchestra in questo caso è un gruppo di cinque performer e attori di varia formazione e provenienza che danno vita ad uno spettacolo corale originale, basato sulla fusione di diversi linguaggi scenici: teatro, danza, nuovo circo, teatro di strada e visual art. La ricerca del gruppo Bus Theater si è sviluppata dal particolare spazio scenico che immediatamente ha aperto squarci immaginifici sul mondo del viaggio, reale ed onirico, sul desiderio di attraversare paesaggi e mondi impossibili, sulla libertà e sul limite, sul processo di trasformazione che ogni viaggio sottende.
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DICHIARAZIONI
L’edizione 2016 del Napoli Teatro Festival Italia si pone l’obiettivo di estendere il proprio ruolo di tradizionale rassegna teatrale estiva a laboratorio creativo culturale permanente, valorizzando e promuovendo lo sviluppo di realtà artistiche e creative, del nostro territorio e non solo, così da aumentare, costantemente, le possibilità di impiego nel settore teatrale. Non soltanto, quindi, un luogo di incontro, ma soprattutto, un luogo di crescita culturale, professionale e economica”. (Luigi Grispello – Presidente della Fondazione Campania dei Festival)
Nasce così un progetto culturale che consente al Napoli Teatro Festival Italia di ampliare sensibilmente il proprio raggio d’azione accogliendo, oltre alla consueta programmazione, nella tradizionale collocazione nei mesi di giugno e luglio, altre sessioni, tra spettacoli, concerti, laboratori, distribuite nei mesi successivi e per tutto il corso del 2016.
Credo che un festival sia soprattutto un luogo di scambio e confronti, dove tutte le tendenze devono poter trovare il loro posto, da quelle della tradizione – che esistono da molto tempo – a quelle appena nate, fino a quelle che stanno per germogliare. Far rivivere sogni e visioni di una terra carica di eredità e contenuti culturali, ancora oggi troppo spesso abbandonati, demonizzati, sottovalutati. Il Napoli Teatro Festival Italia è per me l’occasione di esprimere pienamente tre aspetti centrali del mio percorso di vita: artistico, personale e civile. Artistico, perché porto a Napoli – città che adoro – e nella regione Campania spettacoli che vengono da tutto il mondo, alcuni dei quali dal Belgio che mi ha dato tanto e che amo quanto l’Italia. Personale, perché questa vita da saltimbanco avrebbe potuto fare di me un apolide, mentre con questa occasione, sono felice di ritornare sui passi del bambino che ero e che sono ancora. Civile, perché i dolori del mondo sono i miei e le pulsazioni del suo cuore scandiscono il mio. (Franco Dragone – Direttore Artistico Napoli Teatro Festival Italia)
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BIGLIETTERIA
Le biglietterie del Napoli Teatro Festival Italia apriranno il 27 maggio
BIGLIETTI – Intero € 30
Community* Napoli Teatro Festival Italia € 20; Under 26 – Over 65 e Operatori dello spettacolo € 18
*Per entrare a far parte della Community iscriviti alla newsletter sul sito www.napoliteatrofestival.it
SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO € 15
Love Stories, Cagnasse Tutto – Foja, Le Olimpiadi del ’36 58° Parallelo nord*
* il prezzo comprende l’ingresso a entrambe le date di spettacolo
SPETTACOLI SITE SPECIFIC € 10
Il Vecchio Fango; La Danse des amants; Passage trough the World; Stasera c’è Spettacolo? To Play!
SPETTACOLI IN REGIONE € 10
La danse des amants (Valva – SA); Laika (Gesualdo – AV); Verso Medea (Valva – SA); Le Olimpiadi del ’36 (Teatro Verdi – SA; Teatro Comunale– CE; Teatro Gesualdo – AV); Il veleno del teatro (Teatro Verdi – SA); The final party (Vallo della Lucania – SA)
ABBONAMENTO NTFI € 120
Prevede 8 ingressi a scelta per 8 diversi spettacoli (2 fascia verde, 2 fascia blu, 2 fascia rossa, 2 fascia gialla). Riduzione under 26 e Over 65 Operatori dello spettacolo € 80
CARNET COPPIA € 130
Prevede 2 ingressi per 4 spettacoli (1 fascia verde, 1 fascia blu, 1 fascia rossa, 1 fascia gialla). Riduzione under 26 e Over 65 Operatori dello spettacolo € 90
SPAZIO LETTURE € 15 Prevede 3 ingressi a scelta tra le letture. Lettura singola € 10
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BIGLIETTERIE-INFOPOINT
Teatro Mercadante, Piazza Municipio, 1 – Napoli
Villa Pignatelli, Riviera di Chiaia, 200 – Napoli
Dal lunedì al sabato: 10 – 18 domenica: 10 – 14, email promozione@napoliteatrofestival.it
I biglietti si potranno acquistare presso i punti vendita autorizzati o, nei giorni di spettacolo, presso le sedi degli eventi.
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NTFI / I LUOGHI a NAPOLI
ARENA FLEGREA – VIA JOHN FITZGERALD KENNEDY, 54; BACINO BORBONICO – MOLO SAN VINCENZO;
GALLERIA TOLEDO – VIA CONCEZIONE A MONTECALVARIO, 34; MUSEO DIOCESANO NAPOLI SANTA MARIA DI DONNAREGINA – LARGO DONNAREGINA; PARCO ARCHEOLOGICO PAUSILYPON – DISCESA COROGLIO, 36 GROTTA DI SEIANO – POSILLIPO; TEATRO AUGUSTEO – PIAZZA DUCA D’AOSTA, 263
TEATRO BELLINI/PICCOLO BELLINI – VIA CONTE DI RUVO, 14; TEATRO DIANA – VIA LUCA GIORDANO, 64
TEATRO DI SAN CARLO – VIA SAN CARLO 98/F; TEATRO MERCADANTE / RIDOTTO DEL MERCADANTE – PIAZZA MUNICIPIO, 1; TEATRO NUOVO – VIA MONTECALVARIO, 16; TEATRO POLITEAMA – VIA MONTE DI DIO, 80; TEATRO SAN FERDINANDO – PIAZZA EDUARDO DE FILIPPO 20; TEATRO SANNAZARO – VIA CHIAIA, 157; VILLA PIGNATELLI / MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES -VIA RIVIERA DI CHIAIA, 200