Undici opere, sei produzioni di danza e balletto, cinque concerti e molte altre attività che arricchiscono l’offerta culturale: questi i numeri della nuova stagione 2016/2017 del Teatro dell’Opera di Roma presentata dal Sovrintendente Carlo Fuortes. Una stagione all’insegna dell’innovazione e della tradizione di repertorio pensata nel solco della nuova linea d’onda del teatro capitolino.
“La nuova stagione Teatro è in totale continuità con la precedente. Stiamo lavorando per costruire l’identità di un nuovo teatro moderno che vanta già un rapporto nuovo con la città, elemento di cui siamo molto orgogliosi – spiega Fuortes – Il teatro riesce a parlare alla città attraverso un linguaggio multiculturale e la città risponde in modo straordinario e il nostro nuovo ruolo è riscontrabile anche nelle grandi prestigiose collaborazioni internazionali”.
Il sipario sulla nuova stagione del Costanzi si alzerà il 27 novembre sul Tristan und Isolde di Wagner, allestimento realizzato in coproduzione con il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e il De Nationale Opera di Amsterdam con la regia di Pierre Audi che vede al debutto sul podio capitolino Daniele Gatti, uno dei massimi direttori italiani che proporrà una versione “espressiva e lirica” dell’opera.
Spazio poi alla trilogia popolare di Verdi con la ripresa in dicembre del Rigoletto nell’allestimento di Leo Muscato con la direzione dall’esordiente Michele Gamba, il ritorno della Traviata dei record di Valentino e Sofia Coppola che vedrà sul podio Stefano Ranzani (a fine ottobre) e un nuovo allestimento de Il Trovatore, coproduzione del De Nationale opera di Amsterdam e dell’Opéra National de Paris con la regia di la regia di Àlex Ollé de la Fura dels Baus e il ritorno sul podio di Jader Bignamini (dal 28 febbraio al 10 marzo).
Se verrà riproposta la storica Tosca filologica nell’allestimento ricostruito sui bozzetti originali del 14 gennaio 1900 con la direzione di Daniele Callegari e la regia di Alessandro Talevi, particolarmente accattivante appare la Trilogia Mozart-Da Ponte con la regia di Graham Vick che si svilupperà anche nell’arco dei prossimi due anni con Don Giovanni e Le nozze di Figaro: si comincia però a gennaio 2017 (in scena dal 18 al 27) con Così fan tutte con la direzione della giovane e lanciatissima Speranza Scappucci, già collaboratrice di Riccardo Muti.
Doppio appuntamento con il belcanto con la Maria Stuarda di Donizetti (in scena a marzo) in coproduzione con il San Carlo di Napoli, diretta da Paolo Arrivabeni con la regia di Andrea De Rosa e il delizioso Il viaggio a Reims di Rossini, in prima assoluta al Costanzi (a giugno) che arriva nell’allestimento del De Nationale Opera di Amsterdam, con la direzione di Stefano Montanari e la regia di Damiano Michieletto acclamato poche settimane fa per il suo Trittico.
Fra opere popolari e molto amate dal pubblico, spazio a tre vere chicche. Si comincia con la Lulu di Alban Berg diretta da Alejo Pérez (in scena dal 19 al 30 maggio 2017) realizzata in coproduzione con il Metropolitan Opera di New York, l’English National Opera e De Nationale Opera di Amsterdam che dopo la rappresentazione incompleta nella stagione 1967/68 sarà proposta per la prima volta al pubblico romano in tre atti (il terzo dei quali completato da Friedrich Cerha) con la regia dell’artista sudafricano William Kentridge (già autore del fregio Triumphs &Laments sul Longotevere) e Luc De Wit.
Sarà affidata a Marco Bellocchio la regia dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano (realizzato in coproduzione col Teatro La Fenice di Venezia, in scena fino al 2 maggio) con la direzione di Roberto Abbado in un nuovo allestimento in coproduzione col Teatro La Fenice di Venezia e appare come una specie di prima al Costanzi, il rarissimo Fra Diavolo di Daniel Auber, opéra-comique della tradizione romantica francese. Il nuovo allestimento, una coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo realizzato con l’ausilio delle rivoluzionarie stampanti in 3D, sarà in scena a ottobre e vedrà sul podio, al debutto romano, Rory Macdonald e alla regia, Giorgio Barberio Corsetti, già apprezzato per I was looking di Adams.
“Portare in scena 11 opere in un teatro storico e non tecnologico come il Costanzi è uno sforzo enorme – ricorda il direttore artistico per l’opera Alessio Vlad sottolineando come nella nuova stagione la maggior parte dei direttori d’Orchestra saranno italiani, una scelta razionale non campanilistica.
E se si arricchisce il cartellone di opera, cresce anche la stagione di balletto con sei titoli (fra cui una ripresa) fra grandi classici e nuovi coreografi.
“Sono fiera di proporre in cartellone sei titoli che includono naturalmente grandi classici. Ho scoperto un pubblico giovane e interessato alle nuove proposte e sono molto soddisfatta che oggi il Teatro sia in grado poter portare in scena balletti con il Corpo di ballo e con i nostri primi ballerini e i nostri solisti senza dover necessariamente ricorrere ad artisti ospiti” ricorda Eleonora Abbagnato presentando la sua seconda stagione da direttrice del Corpo di Ballo del Teatro.
L’inaugurazione della stagione di balletto è fissata il 18 dicembre con la ripresa de Lo schiaccianoci di Giuliano Peparini, destinato a diventare il cult natalizio del Teatro che si alternerà con una novità, Il pipistrello di Roland Petit ripreso di Luigi Bonino, delizioso balletto in due atti sulle note di Douglas Gamley e Johan Strauss Jr. Che debutterà il 31 dicembre. A febbraio torna un grande classico, La bella addormentata con la nuova coreografia dell’étoile, maître Jean-Guillaume Bart e a settembre spazio alla ripresa della meravigliosa Giselle di Patricia Ruanne, mentre dal 31 marzo all’8 aprile va in scena un programma all’insegna della modernità con il trittico formato da Robbins (The Concert del 1956), Preljocaj (Annonciation del 1995 che vedrà in scena la Abbagnato) ed Ekman (Cacti del 2010). La Soirée Roland Petit (dall’8 al 13 settembre) omaggia il grande coreografo con la Carmen (1949), L’Arlésienne (1974) e Le Jeune Homme et la Mort (1946, interpretato dalla direttrice del Corpo di Ballo).
Dopo il considerevole successo della prima edizione, tornano anche i concerti sinfonici Specchi nel tempo, rassegna curata dal Maestro Giorgio Battistelli, direttore artistico per la Contemporanea e la Sinfonica, che si terrà dal 31 gennaio al 1 giugno con i 5 concerti in programma che creeranno un fil rouge tra le composizioni “storiche” messe in relazione con il Novecento per arrivare al contemporaneo e che vedranno salire sul podio, George Pehlivanian, Ingo Metzmacher, Giovanni Sollima, Daniel Smith e Peter Rundel.
“Sono molto soddisfatto della prima edizione della rassegna e della visibilità che abbiamo ricevuto: l’apertura auspicata dal teatro include anche e soprattutto il teatro musicale contemporaneo. In tal senso il Fast Forward Festival intende trasformare in un senso di normalità un recente passato creando una nuova tradizione” ricorda Battistelli. Spazio anche alla seconda stagione del Fast Forward Festival, il festival internazionale di teatro musicale contemporaneo che andrà in scena dal 19 al 31 maggio 2017: la prima edizione che si è conclusa pochi giorni fa vedrà ancora la collaborazione di importanti istituzioni culturali romane.
Tornano poi le Lezioni di Opera tenute da Giovanni Bietti, prosegue l’attività di Fabbrica Young Artist Program, le anteprime Vietato ai maggiori di 26 anni, il progetto Opera Camion (la prima edizione dovrebbe debuttare a luglio 2015), il progetto Canta con me con il Coro di voci bianche e il ciclo di incontri del progetto I coreografi, i ballerini e noi, appuntamento per introdurre il grande pubblico nel mondo dei coreografi e dei protagonisti di questa stagione.
“Sono sempre più convinto che un teatro debba essere contemporaneo a moderno accogliendo linee e principi diversi anche grazie ai finanziamenti privati e all’interesse del pubblico. Il teatro è frutto del lavoro e del valore delle persone e colgo l’occasione per poter ringraziare tutti i lavoratori che hanno contribuito al cambiamento” ricorda Fuortes annunciando anche le tournée a Valencia, Venezia e Parigi del Corpo di Ballo.
Insomma il programma artistico, fra tradizione e innovazione, è sempre più consistente e propone una saggia alternanza fra riprese di titoli di repertorio e numerose coproduzioni in virtù di un’oculata gestione.
“Abbiamo usufruito dal 2014 della Bray raggiungendo gli obiettivi che la Legge ci richiedeva e che ci ha consentito di poter risanare i debiti pregressi – ricorda Francesca Chialà, giovane consigliera del Teatro – Il nostro obiettivo è proseguire con il rilancio del teatro e l’aumento della produttività resa possibile grazie all’impegno costante di tutti i lavoratori. La nuova e ritrovata credibilità che il teatro ha assunto, ha consentito di realizzare partnership importanti consentendo un notevole risparmio sulle produzioni delle opere e la scelta di riprendere in cartellone alcune delle opere più belle che abbiamo prodotto, rientra nella nuova idea di gestione attenta ed oculata del nostro teatro per farlo crescere da un punto di vista artistico, ma tenendo conto delle risorse pubbliche”. Tutte le info su www.operaroma.it.