Nureyev, Nureyev e ancora Nureyev: la stagione estiva della Terme di Caracalla 2016 si apre all’insegna dell’omaggio monografico al geniale ballerino russo, icona (e non solo della danza) del XX secolo con Serata Nureyev (in replica fino al 26 giugno ore 21). In programma Raymonda di Glazunov, Il lago dei cigni di Cajkovskji, La Bayadère di Minkus.
Di certo anche l’inaugurazione della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma (dove si alternano in scena Traviata e Linda di Chamounix) si inserisce nel solco dell’aria rinnovamento portata avanti dalla neo direttrice del Corpo di Ballo, Eleonora Abbagnato che propone all’eterogeneo pubblico romano (e non solo) una serata all’insegna della danza accademica di alto livello confermando una inevitabile continuità con Grandi Coreografi andato in scena al Costanzi lo scorso febbraio. Ma se i Grandi Coreografi inanellava un programma che spaziava da Balanchine a Millepied a Forsythe, la serata Nureyev omaggia solo ed esclusivamente il geniale e inarrivabile danzatore russo qui celebrato come coreografo che ha rimontato i più grandi balletti russi di Petipa del XIX secolo.
Protagonista della serata, l’étoile internazionale Friedemman Vogel (ben noto al pubblico romano) nei principali ruoli maschili su cui Nureyev concentra l’attenzione, i primi ballerini, i solisti e il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera. Ma è proprio il Corpo di ballo il grande protagonista della serata che può far sfoggio del proprio miglioramento tecnico riscontrabile replica dopo replica. Lo si vede soprattutto in apertura della serata che ripropone lo splendido terzo atto di Raymonda di Glazunov (rimontato da Nureyev nel 1964) già apprezzato dal pubblico romano nei Grandi Coreografi dove poco o nulla conta l’introspezione psicologica dei personaggi interamente concentrati sul movimento. Qui i danzatori appaiono ancor più precisi e particolarmente attenti a ogni movimento a custodire le variazioni dei protagonisti, la prima ballerina, l’eterea Rebecca Bianchi nel ruolo di Raymonda e Vogel nel ruolo di Jean De Brienne.
Stesso discorso per la chiusura della serata con il terzo atto di Bayadère di Minkus, l’atto delle ombre-danzatrici che diventano simmetriche e perfette proiezioni nel più puro stile Petipa: e qui diventa ancor più apprezzabile l’impegno del Corpo di Ballo che si misura per la prima volta con questa coreografia dove spiccano pirotecniche le variazioni di Solor (inserite da Nureyev)-Vogel che danza in coppia con la Bayadère Marianna Suriano.
Cuore della serata è Il lago dei cigni, altra novità assoluta per il Corpo di Ballo del Teatro capitolino, in cui Nureyev però delinea una maggiore profondità psicologica: bellissima la Polonaise del primo atto (ripresa da Laurent Hilaire) tutta al maschile e il conturbante Pas de Trois del cigno nero del terzo atto con una suadente Alessandra Amato (Odile), Vogel (Siegfried) e Giuseppe Depalo, un Rothbart che non solo danza fin dall’inizio quasi a guidare il cigno nero, ma si rende protagonista di inedite variazioni. Tutto da vedere un programma che omaggia lo sfavillante mondo della danza accademica e che denota un certo coraggio nelle scelte della Abbagnato ripagato dal pubblico che apprezza soddisfatto. Ultima replica il 26 giugno.