Imprescindibile appuntamento dell’estate romana, quest’anno il Roberto Bolle&Friends ha raddoppiato e il 25 e il 26 luglio alle Terme di Caracalla ha fatto sold out come accade ormai puntualmente dal 2011. Ma era praticamente prevedibile perché Roberto Bolle, la più fulgida delle stelle della danza internazionale, vanto tutto italiano, non teme rivali o concorrenza alcuna: è sufficiente il suo nome a muovere orde di persone anche solitamente allergiche al balletto che non si lasciano scappare l’occasione di accaparrarsi un posto per il più famoso dei gala di danza.
Ma Roberto Bolle and Friends di fatto è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica che non tradisce mai le aspettative: merito del fuoriclasse Bolle, dei danzatori internazionali, bravi, bravissimi e del programma pregevolissimo che anno dopo anno si rinnova pur rimanendo nel solco della tradizione.
Bolle tra l’altro è sempre più attento anche nelle vesti di direttore artistico della serata allestendo un programma mai banale che strizza l’occhio al classico e al contemporaneo fra assoli solistici delle dieci stelle internazionali che si avvicendano sul palco di Caracalla e scarsa drammaturgia (chiaramente connaturata a un gala).
Tutti accorrono per la star della serata e non può che essere che lui ad aprire la rassegna con Prototype, lavoro pensato dal coreografo scaligero Massimiliano Volpini su musiche originali di Pietro Salvatori che esalta la perfezione fisica e interpretativa dell’artista intento a danzare con sé stesso su proiezioni di fondo diverse.
Con generosità, Bolle non oscura mai gli amici-colleghi e danza insieme al russo Timofej Andrijashenko (del Teatro alla Scala) nel Pas de deux da Proust, ou les Intermittences du coeur di Petit in un passo a due simil-erotico. In coppia con la squisita Viktorina Kapitonova del Ballett Zurich delizia il pubblico fra schermaglie amorose e gaffe nel Le Grand Pas de Deux (coreografia di Christian Spuck) sull’ouverture de La gazza ladra di Rossini e interpreta l’ossessione amorosa ne L’Arlesienne di Petit con tanto di innovativo salto in buca.
Perfetta la coppia (anche nella vita) e forse la più bella della serata, Anna Tsygankova (del Dutch National Ballet) e Matthew Golding (Royal Ballet) sull’essenziale After the rain di Wheeldon, ma semplicemente scintillante, come tecnica e interpretazione, nello spettacolare passo a due del terzo atto del Don Chisciotte di Petit che incanta il pubblico.
La coppia Elena Vostrotina-Christian Bauch del Semperoper Ballett di Dresda si misura con la modernità in Vertigo Maze di Stijn Celis, ma soprattutto nei movimenti estremi di Duet from New Suite di Forsythe. Riscuote, e non pochi, applausi del pubblico il cubano dal fisico scultoreo Osiel Gouneo (del Norwegian National Ballet di Oslo) prima nel ruolo dello svettante Corsaro in coppia con Nicoletta Manni del Teatro alla Scala e insieme a Sarah Lane dell’American Ballet Theatre di New York, minuta divinità in Diana e Atteone della Vaganova.
Scatenato bis all’insegna del jazz sulle note di Sing, sing sing di Benny Goodman, con gli artisti di nero vestiti e secondo bis concesso da Roberto Bolle sulle note di Will will rock you che manda in visibilio il pubblico entusiasta pronto ad accorrere anche il prossimo anno.