Terzo e ultimo appuntamento della stagione estiva di Santa Cecilia con un programma all’insegna del cinema: giovedì 28 luglio, alle ore 21 in Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma vanno in scena gli Incontri ravvicinati di Steven Spielberg&John Williams con le proiezioni dal vivo dei film.
Sale sul podio per l’ultimo concerto estivo inserito in Luglio Suona Bene e realizzato in collaborazione con The European Film Philharmonic Institute – Berlin, il tedesco Frank Strobel, versatile ed affermato direttore tedesco, nonché interprete di riferimento del repertorio legato al cinema.
Il nuovo appuntamento è ancora all’insegna del solco Cinema & Musica che ha caratterizzato parte della passata stagione sinfonica a che con la proiezione di West Side Story e l’intera colonna sonora eseguita dal vivo: in occasione della data estiva però assisteremo a un vero e proprio concerto sinfonico con immagini e video con colonne sonore che unisce il cinema Steven Spielberg, fra i più popolari e prolifici registi cinematografici statunitensi, alle colonne sonore di John Williams, uno dei maggiori direttori d’orchestra e compositori statunitensi, autore di musica sinfonica e arrangiatore e autore di colonne sonore cult che legano indissolubilmente l’immagine del fotogramma e la sequenza narrativa alla musica.
Le “prove generali” del programma proposto erano state fatte proprio a fine maggio con l’ultimo concerto della stagione sinfonica che ha visto in programma le musiche di Williams per Spielberg e l’Alexander Nevski di Eisenstein con musica di Prokovev, ma in virtù della stagione estiva la proposta si amplia per diventare più popolare e affascinante ricreando la magia non solo del cinema delle origini, ma forse anche dei drive in.
Succulento dunque il programma proposto per cinefili, ma anche semplici appassionati e non, anche perché le partiture di Williams e il cinema di Spielberg sono talmente popolari da non risultare indifferenti o sconosciute per nessuno.
Che cosa riserverà la serata? Si preannuncia tutto un emozionante susseguirsi di musiche entrate nell’immaginario collettivo e legate a celeberrime pellicole di Spielberg: si comincia dal tema di Jurassic Park per cedere il posto allo spaventoso tema de Lo squalo passando per lo struggente tema di Schindler’s List, per la suite dai rocamboleschi film di Indiana Jones il più celebre archeologo del cinema o attraverso la suite di Incontri ravvicinati del terzo tipo con Truffaut e l’inconfondibile musica di E.T. l’extra-terrestre. Non mancheranno poi produzioni degli ultimi anni, e pellicole più o meno riuscite, ma di forte impatto popolare, come War Horse, Hook – Capitan Uncino, la suite de La Guerra dei Mondi o The Terminal (con Tom Hanks). E il pubblico sarà assolutamente impegnato a livello multisensoriale “dovendo” ascoltare la musica e vedere le pellicole godendo anche della facilità di identificare celeberrime note e scene cult. Biglietti da 10 e 20 euro. Info su: www.santacecilia.it.
Il terzo e ultimo concerto della stagione estiva di Santa Cecilia arriva dopo lo strepitoso sold out di David Garrett e Alondra De La Parra del 21 luglio. Svariati i motivi di interesse che hanno mosso il pubblico a cominciare dalla direttrice donna, newyorkese doc con genitori messicani, anche se a scatenare il tifo da stadio è stato soprattutto il violinista David Garrett, vero e proprio divo della musica classica e non tanto per l’interpretazione dell’intenso Concerto in re magg. per violino e orchestra op. 35 di Čajkovskij con tanto di prezioso Stradivari, quanto per la sua presenza. Indiscutibilmente dotato di una bellezza teutonica e classica, zigomi scolpiti, alto e slanciato, in versione casual, ma non troppo, Garrett ha scatenato al solo ingresso sul palco urla di entusiasmo in un delirio quasi collettivo come non accadeva forse dai Beatles con orde di donne (soprattutto) semi-urlanti armate di smartphone luminosissimi a scattare foto a gogo e incapaci addirittura di trattenere l’applauso, non solo fra un movimento e l’altro, ma anche nel bel mezzo di uno dei momenti del Concerto di maggior virtuosismo laddove il bel violinista metteva in mostra tutte le sue indubbie qualità artistiche. Un grande successo per un’esecuzione tecnicamente impeccabile sì, ma latente forse di un certo trasporto a livello interpretativo ed emozionale e pubblico indisciplinato e pure un po’ deluso dal solo bis (Il Carnevale di Venezia di Paganini) concesso dal bel Garrett. La serata trionfale si era aperta con una scoppiettante suite della Carmen di Bizet e dopo Garrett, tutta la seconda parte ha proposto una dopo l’altra Moncayo e Márquez fra colori assolati ad atmosfere terse che hanno visto protagonista più o meno assoluta la La De Parra che ha risposto alle richieste di un pubblico entusiasta che si è scatenato nel bis alzandosi in piedi battendo le mani trasformando la cavea in una sorta di stadio da concerto lontano dalla compostezza conclamata di Santa Cecilia.