Ondata eccezionale di spettatori nell’Estate di Santa Cecilia. Dall’inaugurazione del 5 luglio con la “storica” esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven (diretta da Antonio Pappano sul podio dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia) in un Foro Italico esaurito in ogni ordine di posto, per passare dal funambolico Stefano Bollan al virtuosissimo e “demoniaco” violinista David Garrett, dalla nuova composizione del Premio Oscar Nicola Piovani alla chiusura di ieri 28 luglio con un concerto dedicato alle colonne sonore di John Williams per i più grandi capolavori di Steven Spielberg, il flusso di spettatori che si è registrato è stato di ben 15.404 presenze per un totale di 304.215,80 euro di incasso.
Ma l’attività estiva non si è ancora conclusa. Tra qualche giorno, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sarà diretta in Scozia per una ‘residenza’ di due giorni al Festival Internazionale di Edimburgo. E’ la seconda volta che la compagine ceciliana è ospite della prestigiosa manifestazione. Era il 1948, quando il Festival ospitò per un lungo periodo l’Orchestra dell’Accademia alla cui guida si alternarono direttori come Wilhelm Furtwängler, Vittorio Gui, e per i solisti artisti del calibro di Arturo Benedetti Michelangeli, Gioconda De Vito, Enrico Mainardi.
Tornando ai giorni nostri, sabato 6 agosto nella Usher Hall sarà proprio l’Orchestra di Santa Cecilia con Antonio Pappano sul podio, ad inaugurare l’edizione 2016 dell’Edinburgh Festival con un omaggio al grande melodramma italiano: in programma le Sinfonie dell’Otello di Rossini e de I Capuleti e i Montecchi di Bellini per proseguire con i Ballabili del Macbeth di Verdi e lo Stabat Mater di Rossini. Solisti Carmen Giannattasio soprano, Marianna Pizzolato mezzosoprano, Yijie Shi tenore, Roberto Tagliavini basso. Coro del Festival di Edimburgo guidato da Christopher Bell.
Il programma di domenica 7 agosto, invece, vedrà impegnati Pappano e l’Orchestra di Santa Cecilia nell’Ouverture del Romeo e Giulietta di Čajkovskij, nella Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninoff con Boris Berezovsky al pianoforte e in Pelleas e Melisande di Schönberg.