La nuova stagione presentata da Gabriele Russo, consulente artistico del Teatro Bellini:
Un po’ di numeri: 19 spettacoli al Teatro Bellini, 24 al Piccolo Bellini, per un totale di 43 spettacoli. E ancora, 10 incontri con Le lezioni di Storia organizzate da Editori Laterza, che finalmente giungono a Napoli e grazie alle quali il pubblico potrà ascoltare i più autorevoli storici del panorama nazionale, 8 appuntamenti concertistici la domenica mattina dedicati alla Musica Classica, a cura dell’Orchestra Sinfonica Napolinova, per la direzione dei più interessanti Maestri emergenti italiani e 7 serate dedicate alla Musica Contemporanea del Be Quiet, il movimento di cantautori napoletani fondato da Giovanni Block che fa parlare di sè in tutta Italia. Proviamo a quantificare anche cosa accadrà fuori dalle due sale: proseguiranno e si moltiplicheranno le attività che animano il foyer, sono previsti, infatti, 4 episodi degli AperiTristi, oltre 20 incontri tra gli artisti e il pubblico e più di 50 presentazioni di libri. E ancora, 12 appuntamenti con BelIiNItango, che trasformeranno il foyer in una Milonga, coinvolgendo gli appassionati di Tango e non solo.
Per il 2016-2017, abbiamo, inoltre, aumentato i turni di abbonamento: da 7 diventano 8, per soddisfare la crescente domanda del nostro pubblico. Il nuovo abbonamento “Mix” del mercoledì sera, consentirà di assistere a 6 spettacoli del Teatro Bellini e 6 del Piccolo Bellini, per consolidare lo stretto rapporto fra le nostre due sale. Apriremo il sipario circa 260 volte ed ospiteremo e/o produrremo circa 120 attività collaterali. Questo il quadro di massima della quantità della nostra proposta, ma poiché siamo consapevoli che non bastano i numeri a raccontare una stagione è opportuno cercare di dare anche una “misura” della qualità, condividendo, in poche battute, le linee guida che muovono le nostre scelte.
L’apertura e la chiusura di stagione sintetizzano il percorso dell’intera programmazione, infatti, se inaugurando con il mai rappresentato Bordello di mare con città, scritto nel 1984 da Enzo Moscato e qui portato in scena da Carlo Cerciello diamo spazio e valore della migliore cultura scenica partenopea, per contrappunto, ma al tempo stesso per analogia chiuderemo, ad aprile 2017, con A Hunger Artist di Kafka per la regia di Ejmuntas Nekrošius, l’artista lituano considerato fra i più geniali registi viventi. Affermiamo così, un’idea ben precisa: il Teatro partenopeo deve relazionarsi con quello europeo e mondiale, senza essere relegato a puro esercizio autoreferenziale. Dal punto di vista produttivo proseguiremo con il progetto de La trilogia della libertà, iniziato con Arancia Meccanica e proseguito con Qualcuno volò sul nido del cuculo: firmerò la messinscena de Il Giocatore di F. Dostoevskij, appositamente riscritto per il teatro da Vitaliano Trevisan. Anche in questo caso un romanzo diventa un testo teatrale, anche in questo caso il tema centrale sarà la libertà dell’individuo.
Numerosi e diversissimi gli autori, gli interpreti e le tematiche che incontreremo durante il cammino che ci porterà da Moscato/Cerciello a Kafka/Nekrošius: il nuovo lavoro di Toni Servillo, Elvira da Louis Jouvet, una vera e propria lezione di teatro in cui Servillo è un regista ossessionato dalla ricerca della perfezione, metafora della disciplina che richiede il lavoro dell’attore; una Dipartita Finale che ci darà l’occasione di vedere in scena, insieme, un quartetto costituito da soli “animali da palcoscenico”: Franco Branciaroli, Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai e Maurizio Donadoni; l’ultimo testo di Domenico Starnone, Lacci, nell’interpretazione di Silvio Orlando; la poesia dell’Odissea riletta da Emma Dante.
E ancora, il genio e la sregolatezza nel nuovissimo Anelante di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, e l’originalità del Giocando con Orlando in cui vedremo Stefano Accorsi e Marco Baliani sulle scene realizzate da Mimmo Palladino. E poi, una panoramica su una nuova generazione di artisti, “giovani” affermati, che si cimentano con il teatro classico: Filippo Dini, che affronta Čechov proponendo un Ivanov ironico e modernissimo, il suo quasi omonimo Filippo Timi, che torna al Teatro Bellini con Una Casa di bambola di Ibsen, per la regia di Andrée Ruth Shammah, e Fausto Paravidino, che dirige Souper di Ferenc Molnàr. Largo, dunque, alla grande prosa, ma non solo: dalla Russia, o forse sarebbe meglio dire dal mondo, torna per la terza volta al Teatro Bellini SLAVA con il suo SNOWSHOW.
Largo alla musica dell’istrionico Stefano Bollani, musicista e attore nell’originalissimo Wonderland, diretto da Daniele Ciprì, e de L’Orchestra di Piazza Vittorio, di cui noi e il nostro pubblico non possiamo più fare a meno, che ci porterà nel divertentissimo Il giro del mondo in 80 minuti. Largo alla grande danza contemporanea, con i Carmina Burana coreografati da Mauro Astolfi per Spellbound, già acclamati dal pubblico in 3 dei 5 continenti. E il Piccolo Bellini? Ospiterà una programmazione tutt’altro che “piccola”. Quest’anno diamo vita a un esperimento, per cui uno spettacolo andrà in scena per 3 repliche al Teatro Bellini e 4 al Piccolo Bellini. Per il 2016- 2017, toccherà a Frankenstein ‘O Mostro, in cui i Posteggiatori Tristi sono diretti da Sara Sole Notarbartolo, fare da ponte fra le nostre due sale.
La programmazione del Piccolo Bellini ospiterà grandi nomi: Iaia Forte, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Melchionna, Rino Di Martino, Antonella Morea, Pino Carbone solo per citarne alcuni. Interpreti e registi di consolidata fama che sia alterneranno con gruppi più giovani: torneranno i Teatrodilina, che, dopo il successo de Le vacanze dei signori Lagonìa della passata stagione ci presentano Banane. Torna Punta Corsara, gruppo ormai di casa al Teatro Bellini con Io, mia moglie e il miracolo, mentre, per la prima volta, ospiteremo l’interessantissima compagnia de Gli Omini con il loro Ci scusiamo per il disagio e, i Babilonia Teatri che, freschi della vittoria del Leone d’argento 2016 per il Teatro, presenteranno un graffiante Jesus. Una stagione “fertile”, ricca di incontri tra artisti, tra artisti e pubblico, tra pubblico e pubblico, tra studiosi ed allievi, una stagione fatta di contaminazioni fra linguaggi diversi, in sale e spazi che convivono sotto lo stesso tetto. Una stagione in carne e ossa.