con Serena Balivo, Mariano Dammacco
ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco
con la collaborazione di Serena Balivo
disegno luci Marco Oliani
immagine di locandina Stella Monesi
produzione Piccola Compagnia Dammacco
con il sostegno di Campsirago Residenza
con la collaborazione di L’arboreto Teatro Dimora
e di Associazione C.R.E.A. / Teatro Temple, Associazione L’attoscuro
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Tratta un tema di forte attualità, quale la perdita del lavoro, la nuova creazione della Piccola Compagnia Dammacco, “Esilio”, in scena a Tramedautore Festival, al Piccolo Teatro Grassi di Milano, domenica 25 settembre alle ore 20.30, che vede in scena Serena Balivo e Mariano Dammacco, ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco.
“Esilio” è la storia di un uomo come tanti al giorno d’oggi, un uomo che perdendo il suo lavoro, perde gradualmente il proprio ruolo nella società fino a smarrire l’identità, a sentirsi abbandonato e solo seppure all’interno della sua città, fino a sentirsi finalmente costretto a chiedersi come e perché è finito in tale situazione.
E così gli spettatori possono partecipare al goffo e grottesco tentativo di quest’uomo di venire a capo della situazione dialogando con se stesso, con la sua coscienza forse, con la sua anima o magari con le sue ossessioni.
Drammaturgia originale e lavoro d’attore sono struttura portante in uno spettacolo che vuole offrire una riflessione sul nostro presente e creare una sorta di memoria dell’oggi.
I linguaggi scelti sono quelli del surrealismo e dell’umorismo perché lo spettacolo possa offrire a ogni spettatore visioni della vita di tutti noi in una forma trasfigurata che ne evidenzi le contraddizioni e suggerisca qualche interrogativo su questo nostro modo di vivere.
“Esilio” è il secondo passo della “Trilogia della Fine del Mondo” ideata da Mariano Dammacco nel 2010. Il primo passo è stato lo spettacolo L’ultima notte di Antonio prodotto da Piccola Compagnia Dammacco e Asti Teatro nel 2012, con la collaborazione di Campsirago Residenza e di L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino mentre il terzo passo è in programma per il 2018 con la realizzazione dello spettacolo La buona educazione.
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Per informazioni
www.outis.it/tramedautore-2016-xvi-festival-internazionale-del-teatro-dautore/
www.piccoladammacco.wix.com/teatro
Per acquistare i biglietti
http://www.vivaticket.it/ita/event/esilio/86466
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Prossima data: 29 settembre (ore 21) Roma, Centrale Preneste, Festival Teatri di Vetro
La Piccola Compagnia Dammacco, con sede a Modena, è nata nel 2009 dall’incontro tra Mariano Dammacco, attore, autore, regista e pedagogo teatrale di esperienza ventennale e alcuni giovani artisti che hanno aderito alla sua poetica per poi sviluppare una ricerca artistica comune realizzata in particolare da Dammacco insieme all’attrice Serena Balivo.
La compagnia svolge le proprie attività su tutto il territorio nazionale, perseguendo un’idea di teatro etico, un teatro che sia d’arte e d’autore e, al tempo stesso popolare, ovvero accessibile a tutti per contenuti e linguaggi. La compagnia ha portato il proprio lavoro all’interno di numerosi festival quali Primavera dei Teatri, Asti Teatro, Castel dei Mondi, Vie, Torino Fringe Festival, L’opera galleggiante e Il giardino delle esperidi, e ha avviato collaborazioni con ERT-Emilia Romagna Teatro, ATER-Associazione Teatrale Emilia Romagna, Regione Emilia Romagna, L’arboreto Teatro Dimora, Campsirago Residenza. Il lavoro artistico della compagnia ha ricevuto riconoscimento dalla vittoria del Premio di drammaturgia Il centro del discorso, del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro, dei bandi Cantiere Campsirago (2012) e Cantiere Campsirago 2014-2016; nel 2016, con lo spettacolo L’inferno e la fanciulla, la Piccola Compagnia Dammacco è finalista al Premio In-box – rete di sostegno per la promozione del nuovo teatro. La compagnia si occupa della produzione di spettacoli teatrali di drammaturgia contemporanea originale: L’ultima notte di Antonio (2012), L’inferno e la fanciulla (2014), Esilio (2016) e dell’ideazione e realizzazione di laboratori teatrali di Teatro Sociale e di Comunità, fondando la propria metodologia d’intervento sulla pratica dell’auto-narrazione e sulla cura di drammaturgie originali collettive.