Secondo anno di vita per il festival Scenari Europei, ideato e fortemente voluto dal Florian MetaTeatro di Pescara, come appuntamento che apre la stagione teatrale. La kermesse – andata in scena dal 15 al 18 settembre 2016 – aveva conosciuto una sorta di “anno zero” nel 2014, con una fortunatissima edizione di SPECIALE SCENARIO, focus dedicato agli spettacoli più interessanti usciti dal PREMIO SCENARIO. La proposta ha poi allargato i propri orizzonti artistici alla drammaturgia internazionale contemporanea ed agli artisti emergenti, giungendo alla formula attuale. Immutata rimane l’impaginazione: un programma denso di appuntamenti, che concentra in ogni serata almeno due proposte artistiche, ospitate rispettivamente presso lo Spazio MATTA in prima serata, e presso il FLORIAN ESPACE in seconda serata, dove lo spettacolo viene preceduto da un breve concerto musicale dal vivo e seguito da un incontro con gli artisti che si sono esibiti in giornata.
Il programma di quest’anno si è caratterizzato in maniera particolare per il dialogo tra linguaggi artistici, spesso coniugati all’interno di un medesimo spettacolo. Si è così passati agilmente dalle proiezioni video al teatro danza, dalla clownerie alla mise en espace, dalla performance di matrice più visuale a quella marcatamente di parola, senza dimenticare la musica, la cui presenza acquisisce sempre più il profilo di un elemento performativo oltre che programmatico, superando definitivamente la dimensione intrattenitiva del mero sottofondo che allieti l’attesa nel foyer. Nelle diverse giornate si sono esibiti: Fabio D’Onofrio (jazz piano), Giulia Grilli e Roberto Lupo (pianoforte a quattro mani), Elena Cacciagrano (arpa) e Cecilia Grifone (violino).
La prima giornata (giovedì 15 settembre) si è aperta la performance di danza “Pater Familias” della compagnia Can Bagnato (Pescara), un trittico diretto da Valentina Musolino ed interpretato da Eugenio Di Vito, in cui la coreografia si intreccia con il linguaggio circense e il teatro di strada. A seguire è stata la volta di Valentino Mannìas (Cagliari), accompagnato in scena dal polistrumentista Luca Spanu, in “Esodo”, accorato monologo sul tema dell’emigrazione, con particolare riferimento alla condizione del popolo sardo.
Nella seconda giornata (venerdì 16 settembre) spazio alla video-arte con “Not I” del giovanissimo Giuseppe D’Antona (Città Sant’Angelo) ed una triade firmata dai Dehors/Audela (Roma), con i loro “Dov’era che non ero”, “A Propos de l’été de l’ame” e “Nero Enigma”. Chiudono i bravissimi interpreti del collettivo Industria Indipendente (Roma) con “Lullaby”, satira brillante ambientata nel lontano – ma non troppo – 2056.
La terza giornata (sabato 17 settembre) vede il ritorno dei Dehors/Audela, questa volta in scena con un lavoro performativo dal titolo “Perfetto Indefinito”, dedicato alla figura enigmatica della scrittrice e fotografa surrealista Claude Cahun. In seconda serata, la parola passa ai Muta Imago (Roma) con il loro formidabile “Polices!”, raffinatissima messa in scena dell’omonimo testo della drammaturga francese Sonia Chiambretto.
Chiusura di festival tutta al femminile nella serata di domenica 18 settembre, con Daniela Marcozzi (Berlino) ed il suo “Right On”, performance di impegno politico liberamente tratta da “La Peste” di Camus, quindi con Lorena Senestro (Torino) autrice e protagonista di “Madama Bovary”, spettacolare rivisitazione del capolavoro di Flaubert, con gustosissime incursioni nelle poesie di Gozzano e non meno geniali interpolazioni tratte dalla cultura più schiettamente popolare.