di Michela Lucenti e Maurizo Camilli
liberamente tratto da “Otello”
regia e coreografia Michela Lucenti
aiuto regia Enrico Casale
musica originale eseguita dal vivo Jochen Arbeit (Einstürzende Neubauten)
interpretato e creato da Fabio Bergalio, Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Michela Lucenti, Demian Troiano, Natalia Vallebona
scene e costumi Chiara Defant
realizzazione scene Alessandro Ratti
disegno luci Stefano Mazzanti
suono Tiziano Scali
produzione Balletto Civile, Festival delle Colline Torinesi, Ravello Festival, Neukoellner Oper Berlin, Compagnia Gli Scarti
con il sostegno di Mare Culturale Urbano, CTB Centro Teatrale Bresciano, Festival Resistere e Creare, Centro Dialma Ruggiero-FuoriLuogo
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Uccidere Desdemona è come spegnere una visione tutta femminile e fragile del mondo, far cessare un incanto, forse un mistero. L’uomo ammazza quando non può possedere. Nel dramma di un femminicidio, il più famoso del teatro, Desdemona è circondata da maschi, una fragilissima donna con la forza di un usignolo, una simil Edith Piaf, urla il suo diritto di essere così com’è. Killing Desdemona risulta anche un manifesto danzato della libertà creativa.
Con partitura musicale scritta ed eseguita dal vivo dal famoso compositore berlinese Jochen Arbeit, chitarrista degli Einstürzende Neubauten e degli Automat ed ex membro di un altro gruppo mitico della scena degli anni ’80 di Berlino, Die Haut, maestro del noise elettronico contemporaneo, che tenderà un filo dall’inizio alla fine, per portare lo spettatore dal sogno alla rottura.
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www.ballettocivile.org
www.neubauten.org/en/jochen-arbeit
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Note di Michela Lucenti/Balletto Civile
Uccidendo il mistero. La poesia dell’amore è fragilissima, per noi è canto, gesto.
Il discorso non c’entra e quando arriva distrugge il mistero, cerca di spiegarlo di dipanare i suoi rivoli più profondi. Cerchiamo di razionalizzare ciò che per essenza è irrazionale, quello che lega due persone, ciò che per definizione è intangibile. E che cosa ci definisce puri se non l’essere incorruttibili sul nostro profondo sentire. Quando lo spazio privato, intimo diventa pubblico, lì il nostro io profondo deve essere difeso preservato.
Otello sente con forza ed è questo che lo rende affascinante, ma è troppo fragile nel difendere quello che ama, che sente, ha paura di essere ingannato soprattutto da se stesso, vive in pieno l’insicurezza occidentale, che destruttura ogni antica certezza.
Jago è un conquistatore, entra a gamba tesa sul terreno fragile, entra per distruggere per disilludere. È un one man show senza quarta parete, il suo spazio ė il proscenio (dove tra l’altro lo colloca da libretto anche Boito nella versione Verdiana), dialoga con il pubblico, è il tramite, il veicolo che cerca di far intendere, è lui che crea la possibilità della storia.
Jago distrugge il mistero, prepara con lunga gettata la parabola di uccisione di Desdemona, malgrado le menzogne, rimane sempre se stesso, nascondendosi dietro la maschera della normalità e della correttezza, solo negli a parte gli spettatori vedono la sua vera natura, in un work in progress simile a quello di un artista, dove si trasformerà con disinvoltura in uno straordinario, intelligente improvvisatore, portando alle estreme conseguenze il suo individualismo, fino a trasformare l’etica in estetica del male.
Desdemona è appunto il mistero, l’intangibilità del corpo di Desdemona, che corrisponde alla sua purezza, è l’unica risposta che il dramma può offrire di fronte all’incalzare del caos.
Tutti i personaggi maschili, anche Roderigo, lo stesso Cassio, vogliono esercitare il loro potere su Desdemona e sul suo corpo. Niente di più attuale direi.
Solo una solidarietà femminile nei gesti quotidiani, il semplice accudire come contenitore di senso al di là delle parole, questo le donne lo sanno fare. Questa come unica sapienza antica nostro malgrado.
La nostra Venezia avrà pochi elementi a segnare uno spazio metafisico, tutto è aperto, condiviso, non ci sono altro che corpi in relazione che non possono difendersi né nascondersi, poi ci sarà il proscenio come una ribalta da commedia dell’arte, che sarà percorso da un Veneto vero e proprio che saprà parlare senza mezzi termini di quello che tiene in piedi questo nostro paese, i soldi, e lo farà solo attraverso le parole di Shakespeare.
Il ritmo non si allenterà non importa se si ride o si piange, tutto deve continuare alla luce del sole.
Per noi non è mettere in scena il dramma della gelosia, ma l’interruzione di una sensibilità altra, poetica, fisica, musicale, femminile.
Una sensibilità che è difficile spiegare, che sta all’origine del mistero e dell’atto vero e proprio del creare, che produrrà sempre azioni di distruzione da parte del mondo maschile che lotta per comprenderla, per possederla, che quando non può averla la annienta.
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BALLETTO CIVILE
Michela Lucenti incontra il lavoro della compagnia di Pina Bausch attraverso i suoi danzatori Beatrice Libonati e Jan Minarik, conoscenza importante che segnerà profondamente le sue scelte. Frequenta la Scuola Biennale del Teatro Stabile di Genova e contemporaneamente incontra l’ultima fase del lavoro di ricerca di Jerzy Grotowski, attraverso gli insegnamenti di Thomas Richards.
Nel 2003, come naturale prosecuzione dell’esperienza de L’IMPASTO Comunità Teatrale Nomade, fonda Balletto Civile, progetto artistico nomade animato da una forte tensione etica.
L’équipe si caratterizza per la ricerca di un linguaggio scenico totale, privilegiando l’interazione tra teatro, danza, il canto dal vivo originale e la profonda relazione tra gli interpreti.
Gli spettacoli di Balletto Civile hanno molteplici ispirazioni che vanno dalla rilettura, spesso irriverente, dei grandi classici del Teatro della Danza e della Musica (La Sagra della primavera di Stravinsky, le Troiane di Euripide, Il Pomeriggio del Fauno, etc.) passando dalla drammaturgia originale di autori italiani (Alessandro Berti, Maurizio Camilli, Silvia Corsi, etc.) fino alla messa in scena di grandi autori stranieri (L’Amore segreto di Ofelia di Steven Berkoff).
Il Teatro Stabile d’Innovazione del FVG sostiene in residenza i primi anni di lavoro della compagnia che si stabilisce nel Teatrino di S. Osvaldo all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico di Udine.
Tra il 2005 e il 2007 inizia la collaborazione di Michela Lucenti e Balletto Civile con Valter Malosti (con il sostegno del Teatro Stabile di Torino) negli spettacoli The Sound of Voice, Disco Pigs, Ecce Homo e Macbeth.
A giugno 2007 Ismael Ivo, direttore del Settore Danza della Biennale di Venezia, chiama Michela Lucenti al suo fianco per lo spettacolo Il mercato del corpo, l’anno successivo commissiona alla coreografa un nuovo spettacolo, Creatura (coprodotto dalla Fondazione Teatro Due) che debutta alla Biennale di Venezia nel 2008.
Dal 2009 la compagnia è stata in residenza presso la Fondazione Teatro Due di Parma, che supporta l’attività e la ricerca di Balletto Civile sostenendo e ospitando gli spettacoli prodotti e attivando il progetto Corpo a Corpo, mirato alla formazione e costituzione di un nuovo assetto della compagnia.
In questi anni nascono molti spettacoli di grande successo tra cui How long is now, Il Sacro della Primavera e Non si uccidono così anche i cavalli (in collaborazione con Gigi Dall’Aglio)
Dal 2013 anche la Neukoellner Oper di Berlino appoggia Balletto Civile producendo e ospitando nella capitale tedesca gli spettacoli Brennero Crash (2013) e Pizzeria Anarchia (2015 – coprodotto dal Festival Musik Theater Tage di Vienna, che ne ha ospitato il debutto).
Il Teatro berlinese sosterrà inoltre la nuova produzione della Compagnia nel 2017.
Dal 2015 Balletto Civile ha intrapreso un rinnovamento artistico importante, attivando una residenza “diffusa”, suddivisa tra la collaborazione con il Teatro della Tosse di Genova che, oltre a sostenere e coprodurre parte della creazione artistica, ha affidato a Michela Lucenti la Direzione Artistica del Festival Resistere e Creare, e il Comune di La Spezia, che ha messo a disposizione di Balletto Civile alcuni spazi presso il Centro Dialma Ruggiero per il quotidiano lavoro di ricerca.
In questi anni Balletto Civile ha ricevuto diversi riconoscimenti per il proprio lavoro tra cui il Premio ANCT nel 2010 (per lo spettacolo Col sole in fronte, scritto e interpretato da Maurizio Camilli con la messa in scena e scrittura fisica di Michela Lucenti) e nel 2012 (a testimonianza del lavoro di ricerca svolto da Michela Lucenti e la Compagnia). Inoltre nel 2010 vince il Creole Prize, Progetto Europeo promosso dall’Università S. Chiara di Siena, con il progetto L’Ala, che ha portato alla creazione di diverse performance in cinque differenti paesi europei. Infine vanno ricordati il Premio Internazionale Roma Danza 2011 per lo spettacolo Il Sacro della Primavera (con l’invito per la creazione di una coreografia inedita per il Washington Ballet) e il Premio Mydream nel 2012 per lo spettacolo Generale!
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JOCHEN ARBEIT strettamente legato alla storia della musica rock sperimentale teutonica degli ultimi decenni. Chitarrista degli Einstürzende Neubauten ed ex membro di un altro gruppo mitico della scena degli anni ’80 di Berlino, Die Haut, Arbeit vanta anche una carriera solista ricca di ingredienti intensi e di capacità sorprendenti. Scrive pezzi per la danza, il cinema e il teatro. Lavora con artisti attivisti come AADK (Abraham Hurtado / Vania Rovisco), Soundscapes (Live Improvisation Concert Series) e gli Aufladentechnische-Konferenz (con Schneider al Berghain Kantine) e la sua nuova band AUTOMAT. La sua produzione iperattiva è guidata da uno spirito punk e dada con incursioni nella musica elettronica caratterizzata dall’elegante finitura come quella della mano di un sarto meticoloso.
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Teatro dell’Arte, Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – 20121 Milano
tram 1, 19, 27 – autobus 57, 61, 94
M 1 e 2 Cadorna Triennale | BikeMi 33
la sede è accessibile alle persone con disabilità
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biglietteria Teatro
orari di apertura: dal martedì alla domenica 10.30 > 19.30
info e prenotazioni: tel. 02 72434258 | biglietteria@crtmilano.it ( dal martedì al venerdì 14,30 > 18,30 )
biglietti on line: www.vivaticket.it (con l’opzione print-at-home si ha diritto a presentarsi in teatro all’orario d’inizio dello spettacolo)
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biglietti
platea 15/10 euro + prev.
Galleria 12/8 euro + prev.
Info: www.triennale.org