“La visione dello spettacolo – in scena a Torino dopo aver debuttato in prima assoluta da pochi giorni – è sconsigliata ai minori di 14 anni”.
Sala piena per la prima di Platel, a testimonianza di interesse per una presenza fissa a Torino Danza, fin dalle prime edizioni e sempre molto apprezzato. Solo ieri (venerdì 22/9) due giornali del calibro di LA STAMPA e REPUBBLICA hanno pubblicato, nella sezione locale della cultura e degli spettacoli, due articoli a piena pagina sull’evento. Il primo a titolo “La danza di Platel velate di speranza” e “Non dormire – Omaggio a Mahler” il secondo, con la stessa fotografia su entrambi i quotidiani, forse più zoommata su Repubblica. In settimana poi c’era stato un servizio televisivo su RAI 5 proprio su Alain Platel, sulla sua capacità di lavorare con attori, danzatori e non solo, in un modo non canonico ma estrapolando di volta in volta emozioni, sensazioni ed idee da situazioni di improvvisazione, di dialogo per arrivare, dopo molto tempo ad uno spettacolo finito. Quindi materiale per affrontare questo spettacolo, per chi come me era la prima volta che lo vedeva all’opera , ce n’era molto. Sapevamo che il titolo di questo nuovo lavoro poteva riferirsi, fra le varie possibilità, alla esortazione per la somiglianza storica della nostra epoca con quella di Mahler, a cui si ispira. Quindi a cavallo fra XIX e XX secolo essendo morto nel 1911. È Vienna ed allora il cuore dell’Europa, prima delle grandi catastrofi, delle guerre mondiali, prima dei totalitarismi ancora presenti in alcune aree geografiche. Di più: che “Musicalmente, l’ispirazione non è solo l’opera di Gustav Mahler ma anche le tradizioni polifoniche portate dai cantanti congolesi Boule Mpanya e Russell Tshiebua, incontrati in Coup Fatal”. Ed in effetti alle 20.45 la coda davanti al botteghino era ancora lunga, i parcheggi fuori dalle Fonderie Limone, famosa per la grande capienza di autovetture, erano esauriti e c’era una grande voglia di entrare. Un venerdì sera di un tiepido inizio autunnale, in molti avevamo scelto Platel invece di tutto ciò che poteva offrire Torino, Terra Madre in primis. Ed alle 21.01 è iniziato, con alcuni attori già in scena mentre gli ultimi spettatori si affrettavano a riporre lo smartphone ed a cercare il proprio posto. Inizio molto travolgente e violento, dove lo scontro-incontro diventava sopratutto fisico, di un tutti contro tutti. I 9 danzatori in scena, otto ragazzi e una ragazza: Bérenger Bodin, Boule Mpanya, Dario Rigaglia, David Le Borgne, Elie Tass, Ido Batash, Romain Guion, Russell Tshiebua, Samir M’Kirech rappresentavano un’umanità variegata e non omogenea che viveva ciò che rappresentava. Bellissimi da un punto di vista fisico e perfetti negli incontri apparentemente casuali, si capiva del grande lavoro fatto per arrivare ad una tale precisione di esecuzione. Personalmente non ho ritrovato lo stesso sguardo di Pina Bausch, a cui Platel è stato spesso confrontato ed in alcuni momenti ho trovato troppo ripetitivi scene e situazioni a cui veniva dedicato ampio spazio. In molti passaggi mi sono trovato a pensare che l’emozione era un’altra cosa. La mia sensazione finale è stata che gli applausi, arrivati al termine dell’esecuzione e che si sono prolungati nelle varie uscite, non fossero troppo intensi, e che forse c’era un po’ di delusione sotto sotto.
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NICHT SCHLAFEN (NON DORMIRE) Belgio
direzione Alain Platel
composizione, direzione musicale Steven Prengels
creato e rappresentato da Bérenger Bodin, Boule Mpanya, Dario Rigaglia, David Le Borgne, Elie Tass, Ido Batash, Romain Guion, Russell Tshiebua, Samir M’Kirech
drammaturgia Hildegard De Vuyst
drammaturgia musicale Jan Vandenhouwe
assistenza artistica Quan Bui Ngoc
assistente direzione Steve De Schepper
scene Berlinde De Bruyckere
luci Carlo Bourguignon
sound design Bartold Uyttersprot
costumi Dorine Demuynck
direttore di scena Wim Van de Cappelle
foto Chris Van der Burght
direttore di produzione Valerie Desmet
tour manager Steve De Schepper
Produzione les ballets C de la B
in coproduzione con Ruhrtriennale, La Bâtie-Festival de Genève, Torinodanza festival, la Biennale de Lyon, L’Opéra de Lille, Kampnagel Hamburg, MC93 Bobigny Paris, Holland Festival, Ludwigsburger Schlossfestspiele, NTGent, Brisbane Festival distribuzione Frans Brood Productions con il sostegno di Città di Ghent, Provincia delle Fiandre orientali, Autorità fiamminghe, Porto di Ghent