“Polices!”, scritto dall’autrice francese Chiara Chiambretto, diventa nelle mani dei Muta Imago uno spettacolo assolutamente emozionante. La premessa si colma di significato alla luce di un testo dalla cifra politica come quello creato dalla Chiambretto, secondo i modi della “fiction oggettiva” che sono consueti alla sua scrittura, dove le conversazioni reali e documentali (dalle registrazioni in presa diretta alle email private, agli atti ufficiali) vengono a comporre il montaggio del testo. Questa neutralizzazione testuale, che azzera l’elaborazione estetica e artistica del materiale drammaturgico, lascia in eredità nelle mani degli artisti di scena una magma duttile di potenzialità stilistiche diverse. In questa condizione, i Muta Imago propendono per un allestimento connotato da un lavoro registico denso: la scena, pur senza fronzoli, assume i lineamenti di una postazione operativa per il lavoro attorico. Due schermi posti su rette oblique convergenti in fondo alla scena, preparano un rombo che prosegue verso il proscenio, ospitando sulle sue linee tre microfoni ad asta ed uno a terra, completati da un quinto microfono posto su di un banchetto mobile. Monica Demuru gestisce con disinvoltura questo “laboratorio” polifunzionale, che con il procedere dei minuti le permette di costruire dal vivo, nel qui ed ora della performance, un sovra-testo di echi e sonorità moltiplicate, grazie alla registrazione contestuale ed alla riproduzione degli effetti audio da lei soffiati o esplosi al momento nei diversi microfoni a sua disposizione. Al contempo, sugli schermi compaiono le immagini dei luoghi che hanno fatto da scenario realistico alle situazioni riferite (aule di tribunale, strade, abitazioni), come anche “didascalie” e trascrizioni tradotte delle tracce audio. La sofisticata e geniale macchineria di scena opera così una sorta di “straniamento 2.0” dello spettacolo, in cui il filtro umano della performer si frappone in determinati momenti, trattenendo per sé gli audio di repertorio e lasciandone al pubblico solo una riproduzione secondaria, che fatalmente copia e “falsifica” al tempo stesso il documento originale. E’ il caso di un paio di registrazioni relative agli scontri avvenuti tra la polizia francese e gli abitanti delle banlieue parigine, che l’attrice ascolta da una cuffia e ripete con lo scarto temporale di una manciata di secondi, nelle modalità meccaniche della traduzione simultanea, pur senza intervenire sull’idioma del documento originale. Monica Demuru – da attrice e da cantante di classe cristallina – è immensa in questa prova che lei alimenta con tutta la gamma della sua formidabile vocalità, raggiungendo vette apicali di intensità e precisione attorica. La regia fine ed intelligente di Claudia Sorace (con l’importante collaborazione di Riccardo Fazi per la parte sonora) riesce a dotare di connotazioni estetiche ed emozionali il corpo scabro del materiale drammaturgico senza con ciò intaccarne minimamente la genuinità contenutistica. Al contrario, la spettacolarità rigorosa del lavoro interviene a trasferire in misura determinante e vincente tutte le prerogative che il testo tratteneva in potenza.
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CREDITS
“Polices!” di Muta Imago (Roma)
con Monica Demuru
Testo: Sonia Chiambretto
Regia: Claudia Sorace
Suoni e Musica: Riccardo Fazi
genere: dramma