In scena al Festival di Danza Urbana e d’Autore due quadri del grande progetto biennale dedicato al mito di Prometeo.
Cinque quadri tra il 2015 e il 2016, per giungere a un’opera conclusiva il cui debutto è previsto il prossimo mese di novembre: è questa la scansione temporale del grande progetto che la Compagnia Simona Bertozzi/Nexus dedica al mito di Prometeo e alla sua trasposizione nella contemporaneità. Al Festival di Danza Urbana e d’Autore Ammutinamenti di Ravenna sarà possibile vederne due, domenica 11 settembre alle ore 21 alle Artificerie Almagià in Via dell’Almagià 2: Prometeo: Architettura e Prometeo: il Dono.
«In Prometeo: Architettura, quinto dei sei quadri dedicati al Prometeo, la prospettiva del tracciato coreografico sarà agita da un gruppo di giovanissime danzatrici del territorio bolognese e ravennate, alle prese con la condivisione di un habitat, di uno spazio severamente occupato dalla loro necessità di dare vita a immagini, visioni e proiezioni, strutture d’azione. Micro narrazioni ambientali in cui la testimonianza depositata dai corpi rivela una specie in crescita e in dialogo con le regole e i dettagli “climatici” in cui agisce: docile e ostinata»: Simona Bertozzi introduce il nuovo quadro, debuttato pochi giorni fa a Bologna nell’ambito del Festival Danza Urbana. Lo spettacolo, ideato come di consueto insieme a Marcello Briguglio, vede in scena sette giovani danzatrici: Giorgia Atti, Elena Rosaria Brugo, Giulia Casadio, Caterina Grotti, Anna Passarini, Carlotta Severi e Matilde Stefanini.
In merito al fortunato trio Prometeo: il Dono suggerisce la coreografa e danzatrice: «In questo secondo quadro coreografico del progetto Prometeo, la riflessione sulla natura del dono si attualizza nella capacità di addentrarsi in una traiettoria d’indagine, di esercitare un linguaggio che, nella sostanza del gesto e del movimento, possa farsi luogo della visione e delle mutevoli corrispondenze fra le immagini. È una pratica vertiginosa quella che accomuna le presenze in scena. Ci si appassiona al dettaglio per proiettarsi nella postura contrastata da un continuo decentramento, da una impossibilità ad arrestarsi. Laddove la pratica e l’ostinazione fan sì che il movimento appaia levigato e riconoscibile, è il compenetrarsi tra la sua grammatica e la mobilità degli immaginari in gioco a lasciare aperto il flusso delle impressioni e delle possibili trasfigurazioni. Quelle occasioni di fragilità che annebbiano lo sforzo sospendono la punteggiatura del fraseggio e permettono di ri-negoziare la propria modalità di entrare nel gesto e di agire nell’incontro con l’altro». Prometeo: il Dono è interpretato dalla stessa Simona Bertozzi insieme a Stefania Tansini e Aristide Rontini.
Info sul Festival: http://www.festivalammutinamenti.org/
Info sulla Compagnia: http://www.simonabertozzi.it/