È sempre un piacere poter partecipare all’appuntamento annuale di Intercity Festival, quest’anno giunto alla sua 29° edizione e frutto della collaborazione con un paese a noi molto vicino, la Romania.
Il Festival è il risultato dello scambio, della condivisione e della curiosità verso il mondo teatrale straniero. Lo spettatore in questo contesto ha modo di poter vedere messe in scena drammaturgie che in altro modo sarebbe difficile che attraversassero il confine.
Questo è anche il caso dello spettacolo Crisi oppure un’altra storia d’amore di Mihai Igrat e diretto in questa versione italiana da Dimistri Frosali. Igrat poeta ed autore teatrale, con questo testo, segnalato dalla BBC nel 2003 durante il concorso di drammi radiofonici, ha vinto il premio per il miglior dramma rumeno dell’anno. La drammaturgia delinea in modo tristemente sincero, ma senza rinunciare all’ironia e al sarcasmo, una realtà di coppia tra due individui che presumibilmente una volta si amavano, ma che adesso, improvvisamente, una mattina, non si riconoscono più. Si guardano, si scrutano diffidenti e si aggrediscono, sono confusi dall’angoscia provocata dal non sapere chi sia la persona con la quale si sono svegliati quella mattina. L’amore, se è vero che va coltivato amorevolmente come una piantina, in questo caso non ha avuto più una goccia d’acqua da parecchio tempo; la pianta è già morta stecchita, ma la difficoltà e la fatica qui sta nell’accettazione.
L’originalità del testo si trova nell’aver scelto come luogo di scontro per questa irosa coppia un ring da box dove al suo interno non ci si ascolta mai, ma si sviluppano sono riflessioni individuali che non prevedono un confronto con l’altro; si combatte per aver ragione anche se alla fine non potranno che rimanere sconfitti entrambi. Come enuncia lo stesso titolo dell’opera esiste un legame forte tra la crisi e l’amore e quindi non potrebbe essere meglio scelto un ring per delimitare le pareti domestiche. Lo spettatore ride, ma è un riso amore perché non può fare a meno di riconoscersi, di vedersi rappresentato nella propria storia d’amore andata storta. Non si parteggia per nessuno dei due in particolare; l’uomo apatico e sordo, la donna ottusa e ormai inacidita. Igrat ci spiega che non è mai stato particolarmente interessato a portare in scena quelli che vengono riconosciuti come drammi politici o sociali, perché verrebbero inevitabilmente chiusi dentro un provincialismo e particolarismo; per questo sceglie quelle che si potrebbero definire drammi universali e, in questo caso, ci riesce immancabilmente.
In scena Dimitri Frosali e Lucia Socci che, nonostante recitino con il copione in mano, riescono quasi sempre ad essere sinceri.